sabato 25 gennaio 2014

Recensione "I quattro principi di Sakomar - Il regno dell'acqua" di Cristina Cumbo

Editore Selfpublished
Pagine 272
Euro 4,49 (ebook) – 20,50 (cartaceo, disponibile QUI a 16,00 euro)
TRAMA: Christine, Fabio, Roby e Valenthine sono quattro fratelli molto legati fra loro. Durante l'estate, sono vittime di strani fenomeni paranormali che riguardano gli elementi. Una sera il tempo si ferma e un Elfo e una Fata li conducono in una dimensione parallela in cui i quattro sono addirittura Principi. Le sorprese non sono finite. Il quinto Principe, Alessandro, prigioniero del nemico, nasconde un segreto, così come Stephenyl, Elfo Portavoce del Regno dell'Acqua dove verrà inviata Christine. Sàkomar non è però solo una dimensione fantastica, ma è anche una terra piena di pericoli. I personaggi mitologici sono reali, la vita ha avuto una diversa evoluzione e la magia regna sovrana. Infine una guerra, nata da un amore proibito, percuote le viscere della terra senza alcuna pietà e il Cavaliere dal Cuore Nero è deciso a far soffrire ogni abitante con qualsiasi mezzo possibile. Il primo volume è scritto in prima persona da Christine che dovrà affrontare una situazione complessa all'interno del suo Regno dove convivono Ninfe dell'Acqua e dei Fiori, Elfi, Sirene e Tritoni, senza dimenticare Nessie. Eh sì, perché il Lago di Lochness non è un semplice specchio d'acqua, ma un portale dimensionale. Una storia travolgente che conduce il lettore in luoghi lontani, in cui la magia è all'ordine del giorno, le melodie celtiche attraversano spazio e tempo e in cui anche una ragazza, timida e pasticciona, può ritrovarsi a combattere a ritmo di spade e a governare un Regno con coraggio e saggezza. E' un libro adatto a chi si sente ragazzo nel proprio cuore.
VOTO:
 

INCIPIT:
Salve a voi Elfi, Ninfe, Sirene o Tritoni, Fauni o semplicemente Umani.
È la prima volta che scrivo qualcosa di diverso da un tema scolastico o da una ricerca. Non ho mai sentito il bisogno di tramandare ai posteri una piccola parte di me. Probabilmente quello che sono in procinto di compiere può essere considerato un grande passo, sconvolgente per qualcuno di voi o normale per chi di questa realtà ne fa parte. Infine ci sarà anche chi penserà che tutto ciò sia una serie di menzogne, volte solo a divenire una nuova fantastica leggenda e chiuderà queste pagine, dimenticando me e tutto ciò che ho vissuto.
Chi di voi avrà però il coraggio di andare avanti o sarà animato dalla flebile speranza che queste righe narrino una realtà tuttora presente e viva, ricorderà sicuramente la sua infanzia. Chi da bambino non hai mai sognato di essere un principe o una principessa, possedere un castello e magari anche un bel Drago da cavalcare? Chi di voi non ha mai sognato di essere speciale, diverso da tutto il resto del mondo, capace di compiere grandi imprese?
Ciò che sto per narrarvi potrà sembrarvi assurdo, ma credetemi tutti questi eventi sono accaduti a me.
RECENSIONE:
Iniziare tre romanzi contemporaneamente porta inevitabilmente a non pubblicare recensioni per un’intera settimana ^^
Poi uno dei tre calamita tutta la tua voglia di leggere nelle ore libere che riesci a ritagliarti e non lo abbandoni più fino alla fine. Quindi oggi sono qui a parlarvi proprio di quello.
Si tratta di I quattro principi di Sakomar scritto dall’autrice italiana Cristina Cumbo. Questo è il suo romanzo d’esordio, nonché primo di una trilogia fantasy per ragazzi.
Prima di tutto ci tengo a chiedere scusa all’autrice per tutti i mesi che ho fatto passare per leggere il suo romanzo… siamo alle solite, mi lascio incuriosire dalle trame e poi quando arriva il momento di leggere il libro, penso “fantasy” e rimando.
Chi mi segue da un po’ di certo mi ha già sentito dire che parto sempre un po’ prevenuta con i fantasy puri, perché generalmente ho difficoltà ad immergermi completamente in questo genere, con il risultato che spesso non riesco a goderne appieno la lettura.
Infatti mi sono avvicinata all’opera della Cumbo titubante, non sapendo cosa aspettarmi e temendo di protrarre la lettura all’infinito visto la corposità della narrazione (non lasciatevi ingannare dal numero delle pagine perché il libro è bello sostanzioso!).
Appena iniziato a leggere i miei timori hanno trovato qualche conferma perché ho avuto l’impressione di avere in mano proprio un libro per ragazzi (troppo fuori età per me che ho superato quell’età da un bel po’…), scritto in uno stile anche piuttosto acerbo – che ci può anche stare considerando che l’autrice era alla sua prima esperienza creativa, ma che comunque mi rendeva difficile appassionarmi!
Poi all’improvviso, non so bene in quale momento della storia, ma di certo non troppo avanti, mi sono ritrovata a pensare alla protagonista anche quando il libro era lontano da me, con la mente invasa da immagini di Sakomar che mi portavano a riprendere la lettura non appena trovavo dieci minuti di tempo. Di colpo l’età non era più un problema e lo stile dell’autrice mi ha dato l’impressione di acquistare sicurezza pagina dopo pagina.
Mi rendo conto di non avervi ancora detto di cosa parla il libro, anche se la trama in alto è più che sufficiente per farvi un’idea.
Praticamente mi sono ritrovata alle prese con questi quattro ragazzi (tre sorelle e un fratello) assolutamente normali, fino al giorno in cui si rendono conto di stare sviluppando doti fuori dal comune: quando due esseri delle favole annunciano loro di essere i prescelti per regnare sui quattro regni di Sakomar, i giovani ancora storditi dalla notizia si ritrovano in un mondo che mai avrebbero creduto potesse esistere, dove tutte le loro fantasie si rivelano reali e dove dovranno prepararsi per affrontare una guerra di cui non sanno nulla.
Inizialmente ho creduto che avrei visto il percorso di tutti e quattro i personaggi, mentre una volta giunti nella realtà fantastica di Sakomar, l’attenzione si concentra sulla sorella maggiore, Christine (ecco forse è proprio quando lei si separa dai fratelli che ho iniziato a entrare davvero nella storia): con lei ho scoperto tutto ciò che c’era da sapere su questo mondo così magico e diverso dal nostro; con lei mi sono allenata a combattere e a imparare la magia e il controllo del suo elemento, l’acqua; con lei sono stata nel regno di sirene e tritoni sul fondo del mare e ho solcato i cieli a cavallo di un ippogrifo; con lei mi sono preparata ad affrontare le responsabilità di una principessa alle prime armi e la guerra che minaccia tutti i popoli del regno; con lei ho pianto e riso; mi sono arrabbiata e innamorata… insomma mi sono ritrovata completamente calata nel suo personaggio, provando spesso una sorta di sana invidia nei suoi confronti.
Provate a pensare a tutti i fantasy che avete letto (se ne avete letti!)… ecco, qualunque cosa vi venga in mente pensando a questo genere la troverete nel mondo di Sakomar: ci sono draghi e fate; elfi e nani; gnomi, folletti, ninfe e satiri; unicorni, leogrifi, ippogrifi; e tutti i personaggi fantastici che possano venirvi in mente. In più ci sono anche quelli che hanno ispirato i miti che conosciamo oggi solo come frutto dell’invenzione umana: il mostro di Lockness, il minotauro, Apollo, Poseidone e chi più ne ha più ne metta.
Più di una volta ho pensato che l’autrice avesse voluto mettere troppi ingredienti nella sua ricetta… ma in qualche modo che non so spiegarmi è sempre riuscita a infondere così tanta magia nelle scene che ha creato che alla fine probabilmente non mi sarei più stupita nemmeno se avessi incontrato il grande Puffo e Memole!!!
Sakomar sembra essere nato dalla fantasia fervida di un bambino che sogna mondi fantastici in cui vivere avventure incredibili… anzi dalla fantasia di mille bambini, di tutti i bambini messi insieme. Invece è stata solo la testolina di Cristina Cumbo a dare vita a tutto questo marasma di personaggi e situazioni, con un risultato caleidoscopico pieno di sorprese.
Più di una volta ho avuto l’impressione di trovare elementi che si rifacessero ad altre opere più famose: potrei citare Le Cronache di Narnia, Eragon e addirittura Il Signore degli Anelli, senza tralasciare Harry Potter.
Ma I quattro principi di Sakomar – anche ammettendo che abbia attinto ad altri libri come fonte di ispirazione – vive di una sua originalità: tutti quegli elementi che non avevo ancora incontrato in altri romanzi del genere, vanno a creare un qualcosa di unico e nuovo. Giusto per farvi un piccolo esempio, avete mai letto di una protagonista capace di trasformarsi in acqua? Io onestamente no e che ci crediate o meno, a Sakomar anche questa abilità bizzarra è diventata credibile.
Ogni volta che l’autrice aggiungeva un nuovo elemento a un mondo che diventava sempre più grande ad ogni pagina nella mia mente, temevo che il calderone finisse col traboccare… ma non è successo e mi sono ritrovata a dover salutare Christine alla fine del primo capitolo di questa trilogia, sentendo già nostalgia di Sakomar.
Non manca nemmeno la parte romantica che, per quanto bella e importante, non occupa la maggior parte dello spazio… ci sono troppe cose da scoprire e da fare per la nostra eroina e ogni capitolo nasconde una sorpresa. Così come non mancano i colpi di scena. La storia che si rivela è bella e intricata: il lettore arriva a Sakomar completamente sprovvisto di qualsiasi informazione e scoprirà storie, segreti e intrighi insieme alla protagonista, poco alla volta. Ammetto che non lo avevo creduto possibile, ma l’autrice è riuscita a barcamenarsi con tutto quello che ha creato senza finire in contraddizione e senza confondere le idee a chi legge.
E l’epilogo? C’è e non c’è ovviamente. Quello vero arriverà nel terzo libro. Questo primo capitolo si può dire che finisca sul più bello, ma nel frattempo si sono vissute talmente tante avventure e si sono trovate le risposte a talmente tante domande che non si resta per niente indispettiti dall’interruzione della storia. Rimane solo il desiderio di leggere il seguito e quel sentimento di gioia malinconica che si prova quando bisogna partire per tornare a casa dopo una bella vacanza.
Il romanzo resta sicuramente indirizzato ad un pubblico giovane, ma anch’io sono tornata ragazzina per un po’ leggendolo, quindi non posso che consigliarlo. La lettura è piacevole, mai noiosa e molto fantasiosa… e se c’è qualche imperfezione chi se ne importa? L’importante sono le emozioni che si vivono e che restano quando si volta l’ultima pagina. Sapete qual è stato il mio ultimo pensiero? “Vorrei proprio che Sakomar esistesse davvero”. Quindi brava Cristina Cumbo… e vedi di non farci aspettare troppo per il seguito XD
Quanto a voi follower cosa ne pensate? Avevate già sentito parlare di questo romanzo?
Direi che adesso è l’ora della buona notte, quindi passo e chiudo :)

1 commento: