venerdì 24 maggio 2013

Recensione "Come un batter d'ali" di Mew Notice

Editore Sesat Edizioni
Euro 12,00 (cartaceo) – 0,99 (ebook)
TRAMA: Se solo si potessero evitare certe scelte disperate, forse una giovane donna innamorata non avrebbe preferito la morte come forma di ricongiungimento con la propria anima gemella, allontanata brutalmente. Ma Melody è pronta a seguire il suo Tobias ovunque lui sia, tanto da diventare un Angelo Nero, con l’unica certezza di tentare gli altri esseri umani per ottenere il suo scopo: rivedere, anche solo per attimi, quell’angelo che lei ha sempre amato… Tobias. Più di 150 anni dopo, Mia e Noir si incontrano. Provengono da mondi e realtà differenti ma, nonostante i loro diciotto anni, non ci mettono molto a capire quel che provano l’uno per l’altra. Una forza travolgente guiderà i loro cuori e li spingerà a sormontare tutte le insidie che il destino, o forse Melody, porrà sul loro cammino. In un turbinio avvolgente di emozioni, paure e segreti, Noir e Mia affronteranno pregiudizi e difficoltà, scoprendo insieme il gusto dolce e, allo stesso tempo, aspro della parola amore
VOTO:

Oh, che recensione difficile! Sapevo che prima o poi sarebbe successo, mi stupisce solo non sia accaduto prima: un autore/autrice ti invia il suo romanzo per una recensione e tu, quando l’hai finito, per una serie di motivi, ti rendi conto che non ti ha entusiasmato come ti aspettavi… che fai? Indori la pillola o mantieni la promessa con te stessa di essere sempre sincera nei tuoi giudizi?
Se poi ci aggiungiamo che su Goodreads i pareri sono tutti entusiasticamente positivi, significa ritrovarsi anche a fare la voce fuori dal coro… tapina me!! Non è che sarà un massacro, come potete vedere dai tre gufetti sorridenti qui sopra, ma il fatto di dover fare delle critiche mi mette un pochino in imbarazzo… è la mia timidezza che emerge!
Prima di iniziare voglio invitare chiunque di voi abbia questo titolo in WL (o che sia anche solo incuriosito dalla trama) a leggere anche altre recensioni oltre la mia. Non mi importa se qualcuno penserà che sto cercando di blandire l’autrice… ma essendo per me la prima volta che accade, mi sento troppo in colpa per non aver apprezzato la sua opera, come hanno fatto altri lettori :(
Pronti, partenza… via!
Appena ho preso in mano Come un batter d’ali sono stata conquistata dal prologo, che in poche righe mi ha entusiasmata. Lo condivido con voi per mostrarvi di cosa parlo:
Virginia, 1849
Mi appariva tutto meraviglioso, invece non era affatto così…
Ero considerata bellissima e fortunatissima, con i miei lunghi capelli color dell’oro e gli occhi chiari e splendenti come due gemme di cristallo. Ma la mia vita non era affatto bella o fortunata.
Ogni giorno assistevo a gesti feroci e crudeli contro uomini, donne e bambini solo perché la loro pelle era diversa dalla mia. Solo perché la mia era chiara come quel cotone che li rendeva schiavi e la loro scura come il fumo creato dalle foglie di tabacco di mio padre.
I giorni scivolavano via come l’acqua sopra le foglie. Mio padre mi ricordava di sorridere a John con fare maliardo. Sarebbe diventato il mio futuro marito e le nostre piantagioni, cotone la sua e tabacco la mia,
si sarebbero unite per sempre. Ma ciò che mio padre ignorava era che io mi ero innamorata di Tobias, il suo schiavo, la sua compravendita più riuscita, il suo nuovo giocattolo da usare per raccogliere e lavare le fo-glie di tabacco.
Tobias non era nessuno, mio padre decideva per la sua vita, per la sua morte…
La notte lo cercavo e come l’oscurità lui appariva sempre a rincuorarmi. Ignoravamo le leggi e ci amavamo incondizionatamente… fino a quando…
Il mio nome l’aveva scelto mia madre, ed era l’unica cosa piacevole da udire…
Ma quando lo urlò Tobias, capii che era giunta la nostra fine…
…non sarebbe più stato così piacevole sentirlo pronunciare da un altro essere umano.
Tutto sarebbe cambiato.
La vita di Melody Brawn sarebbe cambiata.
Feci la scelta che mi sembrò più giusta: rinunciai alla mia esistenza per inseguire, oltre l’immaginabile, l’unica ragione della mia vita.
Ma il mio gesto, il mio ultimo disperato atto verso la felicità, mi fece precipitare nelle tenebre.
Diventai un Angelo Nero.
Destinata a tentare gli esseri umani ea lottare contro colui che amavo più di ogni altra cosa: Tobias Queen.”
Bello vero?
In più, per quanto gli angeli siano (come le fate) tra gli esseri sovrannaturali che meno mi ispirano in un libro, ero certa che qui lo svolgimento dei fatti non riguardasse cherubini o arcangeli cacciati dal paradiso dopo le diatribe con Lucifero e in questo le mie aspettative non sono state deluse. L’angelo nero che compare nella trama è solo una ragazza che, privata brutalmente della sua anima gemella, decide di suicidarsi, condannandosi ad un’eternità priva di sentimenti.
E qui arriva il primo punto dolente… questo angelo nero che influenza gli eventi si vede molto poco, rare e brevi apparizioni, e (a parte le sue origini) dei suoi scopi o del perché si intrometta proprio nella vita della protagonista ho scoperto poco o nulla: la scelta è casuale o c’è qualche relazione tra loro che il lettore ancora non conosce? Ai posteri l’ardua sentenza.
Dopo il prologo (che avviene ben 150 anni prima del romanzo vero e proprio), l’azione si sposta ai giorni d’oggi dove ho avuto la possibilità di conoscere i due personaggi principali: Noir, diciottenne bello e intelligente, ricco, che viene presentato ai lettori dalla madre, durante le vacanze estive dove tutta la famiglia è felicemente riunita; e Mia, adolescente cresciuta in un Hotel di Parigi con una madre “inutile” ed egoista, che in vista di una relazione più stabile del solito, la costringe a trasferirsi in Italia dal padre. Nei primi capitoli ho iniziato a farmi un’idea dei personaggi e quello che leggevo mi piaceva molto.  Ho adorato i capitoli che si svolgono in Sicilia e a Parigi, mentre i due futuri innamorati ancora non si conoscono: le ambientazioni e le atmosfere erano molto belle e coinvolgenti. Ma sarà il piccolo paesino piemontese di Saluzzo lo scenario del primo casuale incontro/scontro dei due ragazzi, nonché di tutta la narrazione. … fin qui tutto bene.
Per Noir è amore a prima vista (lui che non si è mai innamorato), mentre Mia inizialmente di lui non ricorda nemmeno il viso. Ovviamente in un paesino di provincia la scuola superiore è una sola e il loro incontrarsi nuovamente è inevitabile. In una frazione di secondo Mia sprofonda negli occhi di Noir e se ne innamora perdutamente. Quello che mi sono chiesta è: non è un pochino eccessivo? Ok che nell’adolescenza le emozioni e soprattutto l’amore ti travolgono come una fucilata… ma questa improvvisa esplosione di sentimenti non mi ha convinta, soprattutto senza una giustificazione plausibile, che so, un destino scritto per loro secoli prima! Un momento Mia non sa nemmeno chi sia Noir; il momento dopo piange disperata sulla spalla di un amico conosciuto 5 minuti prima perché ha visto l’amore della sua vita con un'altra O_o : mi è sembrato un po’ troppo azzardato anche per degli adolescenti.
Purtroppo da quel momento il mio entusiasmo iniziale per il romanzo è andato mano a mano scemando.
Mi sono trovata davanti ad una protagonista che è partita da Parigi corazzata contro le brutture della vita, quasi cinica per la sua età, forte dei sacrifici che l’hanno accompagnata nella crescita… e che all’improvviso diventa una frignona di prima categoria. Per ogni cosa che succede non fa che piangere, anche per eventi troppo superflui per meritare lacrime, come se tutto fosse all’improvviso diventato questione di vita o di morte! Versa fiumi di lacrime nel corso della narrazione, tanto da diventare irritante. E non è l’unica che piange facilmente, quasi che le adolescenti, preda della rivoluzione ormonale, abbiano sempre le lacrime in tasca.
In più l’amore di Mia e Noir non è l’unico sentimento che sboccia come un petardo: anche le amicizie più profonde e sincere nascono in poche ore; quella che al mattino era una perfetta estranea, prima di sera diventa la “sorella che non hai mai avuto”, quella per cui faresti qualsiasi cosa. Ecco, questa fretta di creare affetti mi è suonata troppo superficiale, rendendomi i rapporti tra i vari personaggi poco credibili e tanto meno coinvolgenti a livello emotivo.
Tanti dialoghi mi hanno lasciata tentennante… dichiarazioni e affermazioni un po’ eccessive per chi si conosce da una settimana soltanto! Va bene che il romanzo è etichettato come fantasy, ma tolte le brevi incursioni degli angeli, gli eventi narrati non hanno nulla di sovrannaturale, quindi mi sarei aspettata qualcosa di più verosimile.
Infine, scordata la simpatia iniziale, l’irritazione nei confronti di Mia è andata crescendo: ci sarà anche lo zampino dell’angelo nero, ma lei ci mette del suo per complicarsi la vita con bugie assurde, recriminazioni inutili e l’autoflagellazione continua del tipo “una come me non potrà mai cambiare la sua vita”, ecc. ecc. ecc.
Gli altri tre personaggi che ruotano intorno a Mia (Noir e i suoi due amici, Frederick e Maria) sono i tre adolescenti più buoni e perfetti che si possano immaginare, inutile dirvi che mi è sembrato anche questo inverosimile… però devo ammettere che questo trio si è conquistato tutte le mie simpatie, perché credibile o meno avrei dato qualsiasi cosa per avere tre amici così a 18 anni!
Insomma l’idea di partenza era sicuramente buona, anzi ottima, e pure originale, ma lo sviluppo che l’autrice ne ha fatto, personalmente non mi ha convinta.
Lo stile di Mew Notice è scorrevole e fluido, non eccessivamente pomposo o descrittivo, e dà vita ad una lettura leggera, mai faticosa, ma questo purtroppo non è stato sufficiente a coinvolgermi. Quello che più mi ha bloccato è proprio il costante senso di “irreale” che mi trasmetteva la narrazione ed è stato anche il motivo principale per cui non sono riuscita ad emozionarmi: un romanzo d’amore che non mi fa palpitare il cuore, ha mancato il bersaglio.
Con sollievo e una punta di rammarico ho poi scoperto di essermi probabilmente approcciata io al romanzo in maniera errata. Con un dubbio dell’ultimo minuto ho chiesto all’autrice delucidazioni sul pubblico a cui è destinato il libro e Mew Notice mi ha spiegato che Come un batter d’ali è indirizzato ad un pubblico di “young” dai 13 ai 18 anni (anche se credo che abbasserei di un pochino la soglia) e che lei, essendo una professoressa, si ispira ai suoi studenti. Io, non so perché, malgrado l’età dei protagonisti, ero convinta di trovarmi tra le mani un romanzo più maturo e questo ha sicuramente influenzato il mio occhio critico… anche perché ho superato l’adolescenza da un pezzo! Certo nei miei ricordi non ho trovato comunque memoria di sentimenti e dialoghi simili a quelli che ho incontrato nel romanzo, ma probabilmente gli adolescenti di oggi non sono più come quelli di vent’anni fa.
L’ultimo dettaglio che mi ha lasciata perplessa è stato l’epilogo, perché ho avuto l’impressione che non portasse da nessuna parte, lasciando mille porte aperte e mille domande senza risposta. Ma il problema non si pone perché a breve arriverà un seguito. Sicuramente la curiosità mi porterà a leggerlo, per vedere se, sapendolo un romanzo giovane, riuscirò a lasciarmi trascinare maggiormente nella storia.
Mi  auguro che Mew Notice non se la prenda troppo per le mie critiche! È buffo: sparare a zero su autori d’oltreoceano è facile come bere un bicchier d’acqua, ma il “made in Italy” mi mette più in difficoltà, anche se so che è normale che un romanzo possa non piacere a tutti i lettori nello stesso modo! Ci farò l’abitudine…
E ora vi rinnovo il consiglio di dare una possibilità a questo romanzo, apprezzato dai più… io da parte mia sono contenta di essere riuscita a scrivere una recensione (dopo averla cancellata e corretta mille volte!) che rispecchia le mie reali opinioni, per quanto soggettive, perché voi che mi leggete meritate la mia sincerità.
Anche se avrei voluto mi emozionasse molto di più, Come un batter d’ali è stato una lettura piacevole, soprattutto nella prima metà, quindi dopo lunghe diatribe interiori ho deciso di assegnargli i 3 gufi che vedete in alto.
E con questo passo e chiudo :)

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