venerdì 31 maggio 2013

Recensione "Corner's Church" di Matteo Zapparelli

Editore Narcissus Self Publishing
Euro 2,49
TRAMA: Alex Snyder, detto il Biondo, è un agente federale la cui unica ossessione è quella di trovare e ammazzare con le proprie mani un pericoloso serial killer, soprannominato Serpe, che ha ucciso il suo più caro amico e collega Bob. Il Biondo è un uomo malato, al quale un grave tumore al cervello ha concesso al massimo un paio d'anni. La sua vita non ha più alcun valore. Pur di trovare Serpe è disposto a tutto, scendendo a qualsiasi compromesso.
Seguendo le tracce dell'assassino il Biondo giunge a Corner's Church, una minuscola cittadina del Colorado, dove stringe un patto con il vicesceriffo Benson, un uomo arrivista e svogliato, il cui unico interesse è concludere la carriera in bellezza. Tenendo nascosto il caso all'FBI, Benson spera di prendersi tutti i meriti, lasciando al Biondo la sua personale vendetta.
E' un gioco perverso, quello di Serpe, ma è un gioco nel quale solo il Biondo è protagonista...

INCIPIT:
“Notte da lupi, questa.
La pioggia scende gelida e impietosa da un cielo più nero della pece. Non c’è luna a rischiarare l’infinita striscia d’asfalto dell’interstatale 25, si cui lati svettano alti pini, stretti gli uni agli altri come bambini spaventati dal baluginare dei lampi e dal rombo veloce dei tuoni. Stanotte nessuno osa avventurarsi sotto questa tempesta. Nessuna macchina illumina la strada con la luce biancastra dei fanali.
Tranne una.”

VOTO:


Mentre inizio a scrivere, ho appena chiuso il file di questo thriller made in Italy, gentilmente inviatomi dall’autore e mi tocca con gioia assegnare un ulteriore punto di merito agli scrittori italiani… sanno scrivere anche quei bei thrilleroni american style che mi piacciono tanto. Lo so che ormai, dopo tutti gli autori nostrani che ho avuto occasione di leggere e apprezzare negli ultimi mesi, dovrei smetterla di partire prevenuta, ma le vecchie abitudini, si sa, sono dure a morire! È comunque con soddisfazione che ho dovuto ricredermi anche questa volta ^^
Il romanzo di Matteo Zapparelli (che vi avevo presentato QUI, dove potete trovare anche link utili per saperne di più) è una caccia al serial killer. L’omicida è il tipico psicopatico che sceglie le sue vittime a caso, assicurando loro una morte tanto orrenda quanto certa; mentre il suo inseguitore è un non altrettanto tipico agente federale, che risponde al nome di Alex Snyder, detto il Biondo. Questo freddo e spietato “cacciatore” fa inizialmente rabbrividire più del killer: insensibile nei confronti delle vittime, ha fatto come unico scopo della sua esistenza la cattura del killer e, conscio di avere un cancro al cervello che porrà fine alla sua vita in pochi mesi, se ne frega di usare mezzi non proprio legali e convenzionali per raggiungere il suo obiettivo! Tutto ciò che conta è riuscire ad acciuffare Serpe, che non contento delle solite vittime ha privato il protagonista anche dell’unico vero amico che avesse, Bob.
Quello tra Serpe e il Biondo (soprannomi che per qualche motivo su cui non mi sono soffermata mi suonavano veramente male all’inizio della lettura e che presto sono diventati parte integrante della narrazione senza più infastidire la mia pignoleria maniacale ^^) è un gioco del gatto con il topo in cui i ruoli di preda a cacciatore spesso si confondono e si invertono. Il Biondo è spinto dal desiderio di vendetta, totale e assoluto tipico di chi non ha più niente da perdere, ma anche il killer ha i suoi validi motivi per trascinare questa partita a rimpiattino, anche lui ha uno scopo da raggiungere che è meno campato in aria di quanto si sia portati a pensare inizialmente.
L’ambientazione scelta da Zapparelli è un tranquillo paesino americano (che dà il titolo al romanzo) e devo dire di aver particolarmente apprezzato questa scelta, perché malgrado la mia stima verso le opere italiane, decenni di letture straniere (condite da infinite stagioni di CSI e similari) mi hanno reso le location americane particolarmente gradite… se l’autore avesse scelto un paesino italiano, sono convinta che non sarebbe riuscito a coinvolgermi allo stesso modo (badate: questo è un limite solo mio, ma è comunque un particolare che ha influenzato positivamente il mio voto e il mio indice di gradimento!). Gli abitanti (e soprattutto il grasso e pigro vicesceriffo) di Corner’s Church non sono abituati alla violenza gratuita che Serpe porterà tra loro, e tanto mento al panico che susciterà in loro la sensazione di non essere più protetti nemmeno nelle loro case: nessun luogo sarà più un rifugio sicuro, perché la follia trova sempre il modo di entrare. Questo annullamento del senso di sicurezza, con la tentazione di guardarsi alle spalle ad ogni rumorino sospetto è una sensazione rappresentata perfettamente dall’autore… e anche un pochino contagiosa! Le scene che rappresentano le gesta del killer le ho trovate molto ben fatte: pochi fronzoli e fiato sospeso assicurato. Le immagini portate sulla carta dall’autore sono cariche di suspance e di tensione, prive di quello splatter volto solo ad impressionare: non è la quantità di sangue versato a rendere efficace una scena di questo genere, ma le sensazioni che riesce a trasmettere, e questo aspetto del romanzo mi ha davvero soddisfatta!
Come dicevo all’inizio della recensione, ho incominciato la lettura con qualche riserva, ma una volta partita non riuscivo più a staccare gli occhi dalle pagine… arrivata a 30 pagine dalla fine, mi sono fatta venire la pancia lunga dalla fame perché non volevo distogliere l’attenzione dal Biondo finché non avessi letto l’ultima parola!
Ho trovato la storia narrata coinvolgente e avvincente. Man mano che si avvicina l’epilogo le azioni si fanno più concitate trasmettendo lo stesso senso di urgenza provato dal protagonista, ma la narrazione mantiene un buon ritmo fin dall’inizio, senza inutili punti morti.
Ammetto di aver intuito dove la storia volesse portarmi più o meno a metà romanzo, ma questo può anche essere dovuto alle decine e decine di thriller letti nel corso degli anni che mi hanno abituata a fare attenzione a tutti i dettagli per ricavarne indizi… l’autore ne lascia parecchi nel corso della storia e a me è sempre piaciuto fare congetture sul chi e il perché, quindi anche su questo punto nessuna critica! Anzi, essendomi già creata la mia teoria, più i miei sospetti trovavano conferme, più mi auguravo di non sbagliarmi perché mi sarebbe piaciuta tantissimo questa scelta da parte dell’autore… non è forse un’idea innovativa quella di Matteo Zapparelli, ma ci vuole anche il giusto acume per adattare situazioni già lette o viste alla propria opera (curiosi?!? Tanto non vi dico niente!). Il finale rimane comunque scioccante e d’effetto.
Lo stile di questo autore mi è decisamente piaciuto: conciso ed essenziale, mantiene la concentrazione del lettore sugli eventi e sui personaggi senza divagare inutilmente, rischiando un calo di tensione. Che ci crediate o meno, trova spazio nelle pagine di Corner’s Church anche una parte romance, che per un attimo mi ha stupita perché sembrava essere un pochino una ciliegia tra le olive (non so se mi spiego)… ma fidatevi che anche lei ha il suo bel perché.
Quindi vediamo di trarre le conclusioni. Consiglio sicuramente questa lettura agli amanti del thriller e se a quest
o punto vi ho fatto venire voglia di leggere Corner’s Church ho per voi anche una bella notizia: sul blog di Lucrezia (Il libro che pulsa) avete tempo fino al 14 Giugno per provare a vincere uno dei 3 ebook di questo romanzo, messi a disposizione dall’autore. È un’ottima occasione. Cosa aspettate? Siete ancora qui?!? Via via XD
Io intanto passo e chiudo :)

4 commenti:

  1. Ti ringrazio di cuore, Lorenza, per l'ottima recensione, che mi ha davvero colpito! Spero di poterti dare presto notizie circa il nuovo romanzo in arrivo per l'autunno, Wolf Lineage Rebirth!

    A presto,

    Matteo

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    1. Grazie a te ^^
      Per Wolf LR ti sto già tenendo d'occhio su fb ;-)

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  2. ti è piaciuto anche a te ^^ bene :)
    Grazie per la segnalazione del giftaway, bacione

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    1. Mi è proprio piaciuto, avevo bisogno di un bel thriller ^^

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