martedì 21 maggio 2013

Recensione "L'incantesimo delle fate" di Jenna Black

Editore Newton & Compton
Pagine 288
Euro 12,90
TRAMA:
La terra di Avalon, dove il mondo umano e quello incantato si incontrano magicamente, sta per essere attaccata dall’Erlking e dalla temibile Caccia Selvaggia. Ormai Dana Hathaway è costretta a passare il proprio tempo in una casa-bunker e qualsiasi suo incontro è sorvegliato da una guardia del corpo. L’Erlking e il suo branco di servi assassini sono discesi su Avalon. La sua brama di sangue e i suoi poteri immortali sono stati a lungo l’incubo del mondo di Faerie. Un fragile patto con le Regine delle Fate, sigillato con un misterioso incantesimo, è il solo ostacolo a impedirgli la caccia incontrollata su Avalon, l’unico luogo della Terra in cui umani e fae possono vivere insieme. Ma questo significa che Dana è in pericolo, perché tutti sanno che le Regine delle Fate vogliono impossessarsi dei suoi rari poteri e vederla morta. L’Erlking ha messo i suoi occhi bramosi su Dana. Ma il suo scopo è quello di ucciderla o ha in mente qualcosa di molto più inquietante? E i poteri di Dana riusciranno a scongiurare questo terribile pericolo?
VOTO:

Ecco un titolo che mi ha causato un inspiegabile blocco del blogger. È ormai da una decina di giorni che ne ho finito la lettura e ogni volta che mi accingevo a scriverne, passavo ad altro per mancanza di argomentazioni.
Ma oggi resto qui finché non ve ne parlo, anche perché non voglio passi troppo tempo dalla lettura, essendo questo uno di quei libri che tendono ad offuscarsi velocemente nella mia memoria.
“Quindi” - direte - “non ti è piaciuto?”. Invece mi è piaciuto eccome, tanto da averlo macinato in poco più di due pomeriggi.
L’incantesimo delle fate” è il secondo volume della trilogia Faeriewalker di Jenna Black, iniziata con “Lo specchio delle fate” (QUI la recensione) a cui manca ancora un volume per l’epilogo.
Come molti volumi centrali, anche questo si può dire di transizione perché il filo conduttore, la macrostoria, non ha avuto grandi spostamenti in avanti, malgrado abbia aggiunto alla situazione in corso non pochi elementi di ulteriore complicazione.
In questo secondo volume, l’azione riprende da dove si era interrotta, con la protagonista costretta dagli eventi a restare ad Avalon, terra di passaggio tra mondo umano e mondo fatato, col padre, in quanto bisognosa di misure estreme di protezione… non capita tutti i giorni che le due regine di Faerie vadano d’accordo su qualcosa e tantomeno che vogliano la morte della stessa persona, anche se per motivi diversi: questa persona è ovviamente Dana, che con la sua rarissima natura di faeriewalker può portare la tecnologia nel mondo fatato e la magia in quello umano. Ma questo aspetto della vicenda resta solo un’affermazione, perché le due regine non fanno ancora reali tentativi per raggiungere i loro obiettivi.
I pericoli però non potevano certo mancare: due minacce di morte erano insufficienti, quindi mettiamoci i propositi di vendetta della folle e perfida zia boicottata nel primo libro e anche l’arrivo della caccia selvaggia, il cui capo pare nutrire un curioso interesse per la giovane mezzosangue e possiamo star sicuri che la vita di Dana sarà tutto fuorché noiosa.
La protagonista non ha avuto grandi evoluzioni nel corso del secondo libro e, a parte scoprire capacità che non credeva di avere, rimane l’ironica, spavalda, incosciente, ribelle Dana che tanto mi aveva conquistata ne Lo specchio delle fate. E mettiamoci pure che è terribilmente sfigata perché ogni volta che si muove o si azzarda a uscire dal suo rifugio, qualcosa va storto. In più, malgrado le sue intenzioni altruistiche e i tentativi di ragionare come fanno gli esseri fatati (che, si sa, non possono mentire, ma quando propongono accordi basta una virgola per cambiarne la sostanza!), riesce sempre a peggiorare la sua situazione.
Il nuovo cattivone di questo capitolo (che poi tanto cattivo non è!) è molto molto affascinante e mi è piaciuto un sacco: mi auguro di rivederlo ancora nei prossimi eventi, visto che le premesse parrebbero favorevoli. Anche l’intricato rapporto “d’affari” (più eufemismo di così!!) che lo lega a Dana mi ha incuriosita fin dall’inizio, ma la vera verità (gioco di parole voluto) è venuta fuori solo più avanti, scioccando sia me che lei… e tutti i fraintendimenti e gli errori che sono nati dal non sapere tutto fin dal principio, sono stati causati da qualcosa che suona molto realistico: un genitore che non vuole dire come stanno davvero le cose, nel tentativo di proteggere la figlia adolescente… ottenendo il risultato opposto.
Ma ora basta! Anche se sono certa di non avervi detto nulla di preciso, mi sto addentrando troppo nella trama, quindi cambiamo direzione.
Le vicende si svolgono sempre ad Avalon, ambientazione che continua ad affascinarmi anche se molto – troppo - tempo la “telecamera” è puntata nei tunnel sotterranei e nel rifugio segreto di Dana. I rapporti tra i personaggi, che nel primo libro erano rimasti in fase embrionale, in questo nuovo capitolo subiscono un’evoluzione e un approfondimento che ho molto apprezzato (sia l’amicizia con Kimber, che la non-relazione con Ethan).
Non mi è ben chiara la figura del suo “personal trainer”, Keane, o quanto meno il suo scopo nella storia: ho avuto l’impressione che Jenna Black tentennasse sul solito ritrito triangolo amoroso, che sembra nascere ma poi perde velocemente peso… è indecisa o è tutto calcolato? Mah! Mi auguro che nel prossimo faccia un po’ di chiarezza.
Ritornano anche in questo romanzo il padre di Dana (che ancora non riesce del tutto a piacermi), la madre che non riesco a mandare giù (più preoccupata dell’impossibilità di bere, che dei pericoli mortali che minacciano la figlia) e Finn, la guardia del corpo assegnatale dal padre (un figo da paura).
Al romanzo non manca nulla rispetto al primo, sono interessanti gli eventi e gli sviluppi relazionali; la protagonista è sempre simpaticamente irritante; continuano a mancare pesantezze narrative tipiche di libri sulle fate, (vedi recensione del primo libro), in più c’è una spettacolare rappresentazione della caccia selvaggia in stile di banda di harleisti infernali… e quando mai si è vista? Perciò la Black riconferma la sua saga nella Top3 delle mie saghe fae preferite con Wing (Aprilynne Pike) e Switched (Amanda Hocking)… speriamo mantenga lo stesso livello fino all’epilogo.
Se vi è piaciuto Lo specchio delle fate dovete proprio leggere anche questo e se ancora non conoscete la saga, prendete seriamente in considerazione di darle una possibilità.
E con questo direi che posso terminare questa recensione, che di certo non è tra le migliori che ho scritto, quindi passo e chiudo :)
 
La cover originale
(questa volta stranamente preferisco la cover italiana)
FAERIEWALKER TRILOGY
- Lo specchio delle fate
- L’incantesimo delle fate
- Sirensong


4 commenti:

  1. Ciao Lo!! Questa serie sulle fate è proprio bella! Anche a me mi piace moltissimo...mi ha conquistata da subito! ;-) Contenta che piaccia anche a te! Baci!

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    1. Cuao carissima! Io solitamente sono un osso duro da conquistare quando si parla di fae.. ma la Black ci è riuscita senza difficoltà ^^
      Un besito

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  2. Non ho ancora iniziato questa serie, solitamente non mi fanno impazzire le storie con faerie e simili ma chissà... magari prima o poi ci faccio seriamente un pensiero.
    Ciao

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    1. Generalmente anch'io non sono una fan sfegatata del genere, ma questa saga è decisamente carina soprattutto perchè, malgrado la vicinanza di Faery, l'azione per ora non si è mai spostata nel mondo fatato ^^

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