martedì 31 dicembre 2013

TBR 2014... Si riparte con nuovi propositi!

Il 2014 ormai è alle porte quindi è ora di dare il via ai nuovi propositi per l’anno che inizia.
Quindi non c’è momento migliore per dare il via alla nuova TBR, sperando di averla resa abbastanza gestibile da non finire un altro anno senza aver concluso un piffero XD
Nel 2013 mi ero preparata tutta la lunga lista dei libri (cartacei soltanto – perché se ci metto pure gli ebook devo aprire un blog apposta!) che prendevano polvere aspettando di essere letti: il risultato alla fine dell’anno è stato che la lista era altrettanto lunga se non di più, anche se i titoli al suo interno erano cambiati!!
Quest’anno voglio seriamente tentare di ridurre il numero – non fosse altro per liberare il ripiano dell’armadio in cui non riesco a infilare altro che libri da leggere – quindi ho deciso di cambiare metodo.
Praticamente la TBR 2014 consisterà in una serie di obiettivi da raggiungere per poter aggiungere nuovi titoli alla mia collezione.

Inizierò con il primo obiettivo (che potete trovare nella pagina dedicata alla TBR nelle linguette in alto sotto il titolo) che è costituito da 5 titoli da leggere.

Ecco i libri che ho scelto per la TBR n. 1-2014:
Il confine del piacere di Maya Banks
La lista dei desideri dimenticati di Robin Gold
La risposta è nelle stelle di Nicholas Sparks
I dodici di Justin Cronin
The Gemini Virus di Wil Mara
Generi e consistenze diverse (anche se la sfida maggiore è rappresentata dalle quasi 700 pagine del mattoncino zombie di Cronin!) per il primo obiettivo da raggiungere.

Di volta in volta aggiornerò l’avanzamento dei progressi mettendo una X rossa sul titolo che ho eliminato dalla TBR.
Una volta raggiunto l’obiettivo ho il mio permesso di fare acquisti librosi, ma con un limite di 3 soli titoli (altrimenti finirei ogni volta con l’azzerare i progressi): quindi se tutto va come deve e se ogni 5 libri letti ne acquisto al massimo 3, alla fine del 2014 dovrei aver dato una bella sfoltita alla mia pila di libri da leggere… voi ne siete convinti?!? Io mi auguro di riuscirci almeno sta volta!

Ovviamente per gli acquisti devo tenere conto anche di eventuali libri ricevuti dalle CE (che ridurranno il numero di titoli che posso autoregalarmi) e gli ordini trimestrali all’Euroclub.
So già che ci saranno mesi in cui non farò nessuna fatica (anzi magari mi troverò anche a credito di acquisti), ma so anche che altri mesi (vedi Maggio, mese del Salone di Torino) fallirò miseramente nel seguire le regole che io stessa mi sono data. Quello che conta sarà il risultato finale e per quello c’è tutto l’anno davanti ^^
Ad ogni obiettivo raggiunto, aggiungerò alla pagina TBR 2014 il nuovo obiettivo e i regali che mi sono fatta per il raggiungimento del precedente: sarebbe carino se riuscissi a raggiungere un obiettivo al mese per un totale di 12, ma aspiro almeno almeno a una decina. Staremo a vedere.
E voi cosa mi dite? Tenterete anche voi di smaltire un po’ di arretrati come proposito per il nuovo anno?

Il secondo proposito libresco riguarda le RILETTURE: anche quest’anno vorrei riuscire a rileggere un titolo al mese ma sono convinta che per un motivo o per un altro non ci riuscirò… conosco i miei limiti ^^
Fatto sta che comunque mi sono già prefissa i titoli che voglio rispolverare in questo 2014 e quelli a cui darò la priorità sono sicuramente i sette libri della saga di Harry Potter a cui mi piacerebbe aggiungere Il signore degli anelli di Tolkien e IT di Stephen King (due libricini che sfiorano il quintale di peso!!!).
Parto già convinta che è un’impresa impossibile da realizzare, ma tentare non nuoce.

I vostri propositi per il nuovo anno invece quali sono?

Passo e chiudo… per l’ultima volta in questo 2013.
Ci rileggiamo il prossimo anno :)

Top Ten Best Books 2013

Ciao a tutti miei cari follower!
Ma lo sapete che è già passato un altro anno?? A me sembra ieri che ero qui a preparare la classifica delle letture del 2012 e mi ritrovo di nuovo allo stesso punto.
Quest’anno, come vi avevo anticipato in uno dei miei post chiacchierosi, oltre alla tipica Top Ten nominerò anche dei titoli in categorie a parte.
Verso fine luglio avevo stilato una prima classifica parziale di questo anno libroso, ma ovviamente ho letto un numero spropositato di romanzi nel frattempo quindi ci saranno un po’ di cambiamenti rispetto alla scorsa Top Ten (se volete dargli un’occhiata per sapere che titoli hanno perso il loro posto in classifica, la trovate QUI).
Come la scorsa volta ho deciso di considerare soltanto i romanzi letti per la prima volta nel corso di quest’anno, tralasciando le riletture che ovviamente partirebbero avvantaggiate (se ho riletto dei titoli è perché avevano già lasciato un’impronta importante nella memoria!) e per stilare la classifica definitiva sono partita da quella fatta a luglio, facendo scalare verso il basso i titoli, mano a mano che uno nuovo ne prendeva il posto.

Rispetto allo scorso anno avevo alzato l’obiettivo di Goodreads, (che nel 2012 era stato di 80 libri) e con piacere vi dico che ho raggiunto l’obiettivo di 100 libri letti (che potrebbe arrivare addirittura ai 102 se finisco il libro che ho in lettura entro la giornata di domani… anzi di oggi vista l’ora): ancora più dell’anno scorso che mi ero fermata a 92.

Tra questi praticamente la metà erano ebook, il che significa che per quanto il cartaceo rimanga il mio primo amore, ho sfruttato al meglio il mio fedele ereader, anche grazie al metodo usato per la maggior parte del tempo di leggere un cartaceo e un digitale in contemporanea o di alternarli.

Inoltre ho migliorato anche nelle riletture: mi ero prefissa di rileggere almeno un vecchio titolo al mese – per un totale che avrebbe dovuto essere di 12 -  invece ne ho letti esattamente la metà, ma sono molto soddisfatta di quelli che ho riscoperto (peccato per Discesa all’inferno di Jeff Long che si è inspiegabilmente arenato a metà, quando la prima volta che l’ho letto dieci anni fa si era preso un voto altissimo… non sono proprio riuscita a proseguire dopo un certo punto ed è anche il motivo principale per cui non sono riuscita a rileggere 12 titoli: solo su questo ho passato quattro mesi!!).

TOP TEN BEST BOOKS 2013
- Trovate tutte le recensioni cliccando sulla linguetta Recensioni nella barra in alto -

1. AEGYPTIACA di Dean Lucas:
non c’è verso di spostare questo romanzo dal primo posto… ho letto un sacco di libri dopo questo, ma il podio rimane ancora suo.

2. ONISLAYER di Barbara Schaer:
nella precedente classifica trovavate questa autrice al 10° posto con il suo romanzo d’esordio (Alis Grave Nil), ma con la sua seconda opera ha talmente superato se stessa e tutte le mie aspettative da essere schizzata addirittura sul podio.

3. DELIRIUM di Lauren Oliver:
direi che questo non ha bisogno di presentazioni… che voi l’abbiate letto oppure no, sono certa che ne avrete sentito parlare a profusione!

4. DALLA PARTE DI BAILEY di William Bruce:
il libro che mi ha fatto piangere di più in assoluto nell’ultimo anno e anche quello che mi ha regalato le emozioni più forti.

5. L’AMORE è UN DIFETTO MERAVIGLIOSO DI Graeme Simsion:
non avrei mai creduto di trovare un libro da classifica in questo romanzo, tanto meno a pochi giorni dalla fine del 2013… ma le sorprese librose sono sempre dietro l’angolo e questo è stato una di quelle.

6. THE RETURNED di Jason Mott:
un romanzo talmente particolare da essere difficile addirittura farlo rientrare in un genere preciso… un libro così originale non poteva non entrare in classifica e viste tutte le sensazioni e riflessioni che mi ha portato si merita anche una buona posizione.

7. THE PREY di Andrew Fukuda:
secondo volume della trilogia distopica vampirica iniziata con The Hunt è incredibilmente uno dei libri migliori che ho letto quest’anno… non riuscivo a staccarmi dalle sue pagine.

8. JOYLAND di Stephen King:
considerando l’autore era quasi scontato che questo titolo entrasse nella TTBB2013, ma a volte King ha sfornato anche romanzi mediocri… Ovviamente non è il caso di Joyland che ho adorato dalla prima all’ultima parola!

9. GIORNI DI ZUCCHERO, FRAGOLE E NEVE di Sarah Addison Allen
che malgrado le numerose new entry che l’hanno sorpassato rimane comunque in classifica, nonché uno dei titoli più dolci di questo anno libroso.

10. THE SELECTION di Kiera Cass
è l’ultimo titolo che è riuscito a salvarsi (praticamente ne sono rimasti soltanto quattro dalla precedente stesura!) e aspetto ancora con ansia di poter leggere il seguito e vedere se riuscirà a farmi sognare un’altra volta.

Devo dire che è stato con estremo rammarico che ho dovuto lasciare fuori altri titoli che avevo inserito in Top Ten la scorsa volta, anche perché varrebbero davvero la pena di essere letti. Quindi i tre titoli che seguono prendeteli come un consiglio aggiuntivo da parte mia, perché mi hanno fatto sognare ed emozionare tantissimo:
LA TRILOGIA DEL PECCATO di Liliana Marchesi
NEVER SKY di Veronica Rossi
LA RICETTA SEGRETA DELL’AMORE di Beth Ciotta

E ora cambiamo categoria.
TOP ZOMBIE BEST BOOKS 2013:
questa volta ho deciso di fare una classifica a parte per le zombie stories perché ne ho letti un discreto numero in questo anno e i primi 4 di questa classifica “di genere” sarebbero andati nella classifica ufficiale de I Libri di Lo, a discapito di altri titoli che meritano comunque di essere ricordati e che hanno segnato i momenti più piacevoli di questi mesi appena trascorsi. Inoltre ho considerato il fatto che – sarò io maniacale – la narrativa zombie è per me quasi un mondo a parte e mi trovo davvero in difficoltà a giudicare un romanzo sui morti viventi a paragone con ad esempio un urban fantasy… diciamo che a parità di voto avrei passato ore a fare ambarabàciccìcoccò, quindi alla fine ho deciso di separare il tutto. Non si tratta di 10 titoli perché non li ho raggiunti per poco, ma quella che segue è la classifica ufficiale delle letture zombesche dal  migliore al peggiore (quindi non fermatevi ai titoli, perché non di tutti ne consiglio la lettura!)

1. EPIDEMIA ZOMBIE di Z. A. Recht
È in assoluto il titolo migliore di questo genere che ho letto nel 2013… imperdibile per gli amanti dei morti viventi!

2. DIARIO DI GUERRA CONTRO GLI ZOMBIE di Nicola Furia
Si colloca al secondo posto, ma davvero di poco, un’opera tutta italiana che si è degnamente distinta tra i titoli stranieri per originalità e realismo.

3. LA NOTTE DEGLI ZOMBIE di Jonathan Maberry
Al terzo meritato posto il grande Maberry che riesce sempre a conquistarmi con il suo stile e di cui non vedo l’ora di leggere qualcos’altro

4. L’IRA DEI GIUSTI di Manel Loureiro
Il finale della trilogia spagnola atteso per lungo tempo in Italia è riuscito a non deludere le mie aspettative e come i tre titoli precedenti, si sarebbe guadagnato comodamente un posto nella TTBB generale.

5. THIS IS NOT A TEST di Courtney Summers
Questo è l’unico titolo zombie che ho letto in lingua originale e malgrado la scarsa famigliarità con la lettura in inglese – che in alcuni momenti ha stemperato la tensione – è sicuramente un romanzo che merita attenzione… se uscisse in italiano lo rileggerei di sicuro.

6. ALICE IN ZOMBIELAND di Gena Showalter
Questo titolo, malgrado si sia guadagnato soltanto il 6° posto, è sicuramente il più originale in tema non morti… la Showalter da una versione totalmente diversa degli zombie rispetto a tutti gli altri titoli in lista. In effetti, mi rendo conto di preferire la versione più classica dei tipici morti viventi, ma il suo romanzo è sicuramente appassionante e consigliato.

7.HORIZON di Sophie Littlefield
Cominciano a questo punto le note dolenti, perché questo romanzo – terzo di una trilogia – non è riuscito a conquistarmi malgrado lo avessi sperato con tutte le mie forze.

8. DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO AGLI ZOMBIE 2 di J.L. Bourne
Qui invece arriva la prima vera delusione dell’anno… solitamente mi basta leggere “zombie” per farmi venire gli occhi a cuoricino, ma la passione in questo caso non è stata sufficiente.

9. DIARIO DI UN SOPRAVVISSUTO AGLI ZOMBIE 3 di J.L. Bourne
E all’ultimissima posizione si colloca il seguito del titolo appena sopra… come vi dissi già in occasione della recensione: una saga che si può tranquillamente tralasciare di leggere.

Per finire il bilancio del 2013 ci sono due  titoli in particolare che si sono meritati una nomina speciale – in negativo!!

WORST BOOK
Ossia il libro più brutto letto nel 2013… rullo di tamburi (scommetto che chi di voi mi segue spesso sa già quale titolo arriva ora XD)… the winner is:
LE STREGHE DI SALEM di Rob Zombie… non c’è proprio stato verso di trovarne uno più brutto, e aggiungo anche “per fortuna”!!

MOST BORING BOOK:
LA CLESSIDRA INFRANTA di J.L. Bourne, terzo e ultimo capitolo della trilogia Diario di un sopravvissuto agli zombie è stata la lettura più noiosa, tanto da essere soporifera… una delusione totale! Capita raramente che gli zombie mi annoino, ma questi ci sono riusciti, quindi meritavano una nomination speciale (infatti se avete notato sono gli ultimi in classifica nella categoria zombie!)

Mi rimane soltanto un’ultima considerazione da fare: questo anno più di tutto mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti di lettrice, includendo anche tantissimi autori italiani – esordienti e non – nei titoli che ho scelto. Se notate i primi due posti della Top Ten sono occupati proprio da due di loro, perciò posso finalmente dichiarare pubblicamente che NON SARÒ MAI PIÙ PREVENUTA VERSO GLI SCRITTORI ITALIANI, perché sono all’altezza dei colleghi di oltreoceano…  anzi a volte sono addirittura migliori.
Direi che per quest’anno mi sono dilungata abbastanza sulle mie letture belle e
brutte… ora sono curiosa di scoprire le vostre!
C’è un libro che vi ha lasciato un ricordo indelebile? Se vi va di condividerlo con me, sarò ben lieta di aggiungerne il titolo in WL… tanto ormai è così lunga che qualche aggiunta non si nota neppure XD

E con questo direi che per il 2013 è tutto!
Quindi non mi resta che augurarvi e augurarmi splendide letture per il nuovo anno che ci aspetta.

BUON 2014
A TUTTI I LETTORI
DE I LIBRI DI LO!!!

Recensione "Red Carpet" di Giorgia Penzo

Editore Edizioni GDS
Pagine 290
Euro 2,49 (epub) – 16,90 (cartaceo)
TRAMA: In un presente alternativo, il vampirismo non è più un morbo da debellare ma una risorsa sulla quale investire. Lo sa bene Elizabeth “Lise” Scott, giovane e arrivista responsabile delle negoziazioni alla Immortality Awaits Corporation, l’unica società al mondo in grado di rendere reale il più grande sogno dell’uomo: vivere per sempre.
Elizabeth è un brillante avvocato specializzato nella difesa dei vampiri e il legale personale del presidente dell’Immortality Awaits, Ryan J. Constant, uno dei pochissimi pluricentenari in grado di trasmettere il virus dell’immortalità attraverso il proprio sangue.
L’arrivo di Adam Reese, arrogante immortale del Vecchio Mondo con un conto in sospeso con il passato, costringerà Elizabeth ad affrontare la sfida più importante della sua carriera. Obbligata dalle circostanze e dal suo orgoglio, si ritroverà al cospetto di un misterioso tribunale segreto – la Corte di Erebo – in un processo che affonda le sue radici ai tempi della Rivoluzione francese.
VOTO:
 

INCIPIT:
Dopo dodici interminabili ore di sonno aprii svogliatamente gli occhi, ma mi ritrovai con una stanchezza addosso tipica di chi ne aveva dormito a malapena un paio.
Come sarebbe mai potuta finire bene una giornata iniziata così? Inutile precisare che mi svegliai più scoglionata del solito. Pardon, nervosa.
Forse perché mancava poco meno di un mese a Natale, forse perché la nuova collezione primavera estate Chanel si prospettava tutt’altro che sobria o molto probabilmente perché sapevo che, ben presto, avrei avuto parecchie rogne al lavoro.
RECENSIONE:

Ed eccomi di nuovo qui con una nuova recensione tutta per voi.
Il genere di oggi è l’urban fantasty e più precisamente parliamo di vampiri. Questa volta si tratta di vampiri made in Italy, creati da un’autrice al suo ottimo esordio. Come dico sempre è vero che questo argomento zannuto è stato trattato in tutte le salse, quindi riesco ancora a stupirmi ogni volta che mi rendo conto che c’è ancora chi riesce a trarne idee originali.
Giorgia Penzo ha creato un mondo uguale al nostro in ogni dettaglio – compresi quelli storici – con la sola differenza che i vampiri sono sempre stati tra di noi: questi esseri immortali tra persecuzioni e adorazioni, con tutte le vie di mezzo che potete immaginare, ci hanno accompagnato nel corso della storia dell’uomo per secoli, senza mai doversi nascondere nell’ombra, quindi senza diventare nemmeno esseri leggendari di cui la maggior parte della popolazione non conosce l’esistenza.
Ai giorni nostri il vampirismo non solo è un male riconosciuto, ma è anche diventato oggetto di business per quei pochi che possono permetterselo: ci sono individui facoltosi che sono disposti a sborsare milioni di dollari pur di comprarsi la vita eterna, rinunciando alla luce del sole.
La protagonista del romanzo, Elizabeth per gli amici Lise, è un avvocatessa con attributi e contro-attributi che si occupa proprio di questo genere di transazioni per il suo capo Ryan, un vampiro ultra centenario che può creare nuovi vampiri con il proprio sangue (solo i più anziani sono in grado di farlo) e che elargisce il rosso fluido solo a quelli che passano ispezioni mediche e fiscali molto approfondite.
Ovviamente doveva essere introdotto anche un fattore di disturbo nel perfetto tran tran di Lise e Ryan e tale fattore risponde al nome di Adam, un altro vampiro bello come il peccato e altrettanto tentatore che è disposto ad infrangere una lunga serie di regole e leggi per raggiungere i suoi scopi.
I vampiri della Penzo sono belli e dannati, freddi tanto di temperatura corporea quanto di emozioni e con un’aurea di pericolosità che li circonda malgrado si mostrino civilizzati come e più di noi umani. Quello che è certo è che irradiano decisamente un gran fascino e tutti i personaggi dotati di lunghi canini presenti nel romanzo sono molto interessanti.
La protagonista è la migliore di tutte. Pur essendo ancora dotata di un battito cardiaco e di sangue caldo in circolazione, è tosta come i vampiri con cui lavora: calcolatrice la maggior parte del tempo, mostra comunque una vasta gamma di emozioni umane che, per quanto cerchi di combatterle, la rendono più raggiungibile di tutti gli altri personaggi che interagiscono con lei. Arrogante, sfacciata, talvolta addirittura snob sembrerebbe il genere di protagonista femminile che proprio non riesce a ingraziarsi la mia simpatia, Elizabeth invece è stata dotata dall’autrice da “quel certo non so che” che me l’ha resa piacevole fin dal principio.
Lo stile di questa autrice emergente mi è piaciuto tantissimo, scorrevole e spigliato. Con una cura fin troppo dettagliata all’abbigliamento di ogni personaggio incontrato, anche se per poco – quasi come se i vestiti potessero rivelare qualcosa in più del carattere – non si perde però in lunghe e pesanti descrizioni di ogni luogo o contesto che si trova ad affrontare, senza quindi distrarre l’attenzione del lettore da quello che sta accadendo.
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo è che Giorgia Penzo – che so per certo avere una passione le per biografie di personaggi storici femminili – mette le sue passioni in quello che scrive, quindi c’è una ricchezza di dettagli storici che creano un fondamento ancora più credibile al mondo da lei creato: e fidatevi, detto da una lettrice come me - che in storia al liceo ha sempre avuto la media del 5 perché proprio non mi piaceva – significa che il lavoro è davvero ben fatto! Certo se avessi studiato i fatti storici in questo modo, forse a scuola avrei avuto meno difficoltà con la materia :D
Ma dopo tutti gli elogi ovviamente arriviamo alle note dolenti, perché immagino che vi starete chiedendo come mai con tutti questi pregi Red Carpet si è portato via solo 3 gufi – non che il voto sia negativo, assolutamente, ma poteva certamente averne uno in più!
Obiettivamente?? Non mi viene in mente nessun difetto degno di nota. L’unica fonte del voto è il mio gusto personale perché come dico sempre, per quanto lettrice onnivora o quasi, non può piacermi ogni storia indiscriminatamente e quella di Red Carpet non mi ha conquistata particolarmente.
La trama è ben articolata, ci sono un buon numero di momenti di tensione, altri di passione accennata, colpi di scena e intrecci interessanti da svelare, ma non è una storia completamente nelle mie corde. Mi sono sentita poco coinvolta nelle vicende, con il risultato di non aver provato quella smania di leggere senza smettere che per me è un indice di misurazione migliore di tanti altri. La parte romance è decisamente latitante e per quanto l’assenza del solito triangolo amoroso sia sicuramente un punto a favore, l’attrazione tra Lise e Adam scalda l’ambiente senza a giungere a nulla di definitivo.
In più ero convinta che il romanzo fosse un autoconclusivo – non è la prima volta che faccio questo sbaglio – mentre la fine mi ha dato l’impressione che non sia così, che ci siano ancora altre cose da leggere in futuro… infatti una volta buttatami in internet ho scoperto che si tratta di una duologia, quindi i risvolti che sono mancati in questo primo libro probabilmente arriveranno con il seguito.
Resta il fatto che il romanzo di Giorgia Penzo è sicuramente ben scritto e originale e mi sento di consigliarlo a tutti gli appassionati di vampiri (quelli civili ma non vegetariani, ma non quelli che fanno venire gli incubi di notte!) e urban fantasy… anche se io non l’ho apprezzato fino in fondo, nulla non mi impedisce di dire che è un romanzo molto ben fatto.
E ora a voi la parola: conoscevate già questo romanzo? Lo avete letto? Dai, lo sapete che sono sempre curiosa di sentire il vostro parere, non fatevi pregare ^^
E con questo anche per sta’ volta è tutto.
Passo e chiudo :)

sabato 28 dicembre 2013

Recensione "Innamorarsi a Central Park" di Nicola Doherty

Editore Newton Compton
Pagine 410
Euro 9,90
TRAMA: Zoë ha sbagliato proprio tutto con David. Eppure lui era perfetto: un uomo affascinante e generoso, nonché stimato cardiochirurgo con una brillante carriera davanti. Lei però non è riuscita a tenerselo stretto: non si è dimostrata adulta e comprensiva e l’ha costretto a scegliere tra la loro storia d’amore e il suo lavoro.
E così David l’ha mollata e ha accettato un prestigioso incarico a New York. Zoë si ritrova perciò a passare da sola le feste natalizie, disperata e piena di rimorsi. Fino a quando un piccolo miracolo – di quelli che succedono solamente a Natale – non le offre una magica opportunità: una mattina si sveglia e scopre di essere tornata indietro nel tempo. È un’occasione d’oro: sta ancora insieme a David e stavolta è pronta a tutto pur di non farselo scappare… Ma il destino è beffardo e presto le complicherà la vita più di quanto Zoë si aspetti!

VOTO:
 

INCIPIT:
Oops. L’ho fatto di nuovo.
Doveva essere un tranquillo brindisi natalizio (uno solo, non vari) con Rachel. E invece… mi copro gli occhi e mi giro sull’altro fianco, cercando di capire cosa è successo.
Me lo sto immaginando, o quel buttafuori è venuto davvero con noi all’altro night club? Sul serio abbiamo preso un risciò? Ho un ricordo confuso di Kira che canta Jingle Bells e del tipo alla guida che fa finta di essere una renna. Ma c’è di peggio: non la smettevo più di parlare di David. Me lo ero ripromessa dopo l’ultima volta: basta sbronze e basta parlare di David.

RECENSIONE:
Ma ciao miei adorati followers! Come state? State ancora smaltendo le abbuffate di Natale?
Io sto approfittando di queste solitarie vacanze per leggere, leggere e leggere, ma dubito che ne siate particolarmente stupiti :D
Pochi giorni fa, in una mattina in cui mi sentivo particolarmente giù di corda mi sono recata nell’unico posto al mondo che venda un po’ di “magia” – la libreria -  e mi sono tuffata a pesce sui due romanzi natalizi editi dalla Newton, praticamente senza nemmeno leggere le trame: volevo due storie romantiche e li ho presi a scatola chiusa!
Questo è il primo dei due che ho letto e da solo vi assicuro che vale quella minuscola follia fatta seguendo l’istinto.

Innamorarsi a Central Park è il titolo italiano dato al romanzo che in origine si chiamava If I could turn back time, decisamente più azzeccato e inerente alla storia che si svolge per il 90% del tempo a Londra! Già Central Park non c’entra molto con gli eventi narrati, ma ammetto che la logica delle CE italiane – che mi sfugge da sempre – deve avere un suo perché, visto che ho comprato il libro proprio attratta dal titolo (che nella versione originale probabilmente in quel momento mi avrebbe lasciata indifferente!).
Questa piccola divagazione è per introdurvi nella storia di Zoë, la protagonista di questo romanzo, che ci racconta la sua avventura in prima persona. All’inizio del libro Zoë è ancora disperata per aver perso l’uomo dei suoi sogni – tale David – e l’unica cosa che desidera è riaverlo con sé e poter riparare ai propri errori. Sarà proprio la magia del Natale a darle questa possibilità, perché la triste protagonista si sveglia un mattino e scopre che il tempo si è riavvolto all’indietro riportandola a Luglio, quando ancora stava con David, quando aveva ancora dei sogni da realizzare… ma soprattutto quando ancora ha la possibilità di non ripetere gli stessi sbagli del passato.
Dopo il disorientamento iniziale – e chi non lo avrebbe?!? – la situazione può solo volgere a suo vantaggio: Zoë ha già vissuto quei giorni e sa perfettamente cosa accadrà e quando, quindi deve solo modificare gli eventi per evitare di essere lasciata nuovamente da David ai primi di settembre! Avete presente la pubblicità “Ti piace vincere facile?”… ecco una cosa di questo tipo. Oppure no?!

A chi non piacerebbe avere una simile opportunità? Quando stavo leggendo del suo risveglio nel passato non avete idea di quanto l’ho invidiata: anch’io ho desiderato di avere la sua fortuna e di poter tornare in vari momenti del mio passato a fare le cose in modo diverso.
Ma non è tutto oro quello che luccica e questo ormai si sa. Forse più che per riparare gli errori, un salto nel passato può diventare utile per vedere le cose sotto un’altra prospettiva, per dare nuova luce a ciò che è successo e soprattutto alle persone coinvolte. Un salto nel passato può magari dare un valore diverso al presente che a volte ci sembra così opprimente e disastroso… o semplicemente darci nuovi mezzi per affrontarlo con lo spirito giusto.
Non ci state capendo niente? Poco male, il mio proposito è di non svelarvi davvero nulla della storia perché è tutta da scoprire pagina per pagina: vedere come Zoë riaffronta le situazioni col senno di poi; vederla fare scelte oculate sapendo dove ha sbagliato in passato; vederla ricordare il prima e scoprire come modifica le proprie azioni… e chiedersi se sia davvero la cosa giusta da fare. Guardare questo indimenticabile uomo dei sogni per cui si disperava nel primo capitolo e chiedersi se non avrebbe dovuto osservarlo con più attenzione perché non è così perfetto come lo ricorda lei… ma si sa, quando si perde qualcosa o qualcuno non facciamo tutti così? Alcuni ricordi non sembrano diventare più dorati ogni volta che li riviviamo anche se in realtà non erano così perfetti come la nostra mente – o il nostro cuore – decide di mostrarceli? Ecco un tuffo nel passato può servire anche a togliere quell’aura di perfezione che in realtà non esisteva e che abbiamo solo aggiunto in seguito.

Innamorarsi a Central Park non diventerà una pietra miliare della letteratura, ma è uno di quei romanzi che ti riempiono la testa di domande e il cuore di emozioni.
Zoë è imperfetta proprio come lo è ciascuno di noi; ha dei sogni e dei desideri che vuole realizzare, ma non sempre questo è possibile, proprio come accade nella vita reale; la sua è una storia come tante e proprio per questo non si può non accompagnarla nel suo viaggio all’indietro nel tempo con trepidazione e con la speranza di vivere attraverso lei l’utopica “seconda possibilità”. E sapete una cosa? È stato davvero un viaggio affascinante e divertente: mi sono ritrovata completamente calata nella sua parte e mi sono resa conto che forse anch’io avrei fatto tante delle sue scelte. È stata quindi una gioia stare con lei fino all’epilogo e scoprire cosa l’autrice avesse in serbo per questa amica di carta e inchiostro.
Stamattina ho aperto gli occhi che erano le 5.30 (decisamente prestino per essere in vacanza!!!) e, mentre guardavo l’ora solo con mezzo occhio, il mio pensiero è corso da Zoë e prima che me ne rendessi conto a livello cosciente, ho allungato la mano di fianco al cuscino per afferrare il libro. Come ho avuto davanti le pagine aperte di Innamorarsi a Central Park il sonno è sparito completamente e io non sono più riemersa dalla storia finché non sono arrivata alla fine… so che molti di voi possono capire queste stranezze da lettori maniacali, ma quello che cerco di comunicarvi è che non tutti i romanzi hanno il potere di tenerci svegli ad orari impropri, mentre questo ci è riuscito. E non solo ho perso il sonno per finirlo, ma una volta appoggiato il libro sono andata a fare colazione con il sorriso sulle labbra e quando poi sono uscita con il mio pelosetto per la passeggiata mi sono accorta che ripensavo a Zoe e canticchiavo – fidatevi non sono state molte le occasioni in cui ho avuto voglia di canticchiare ultimamente – e questo perché in un semplice romanzo, in un personaggio fittizio che ho sentito tanto vicino a me, ho trovato tanti buoni propositi per il nuovo giorno e il nuovo anno in arrivo.
Magari è uno di quei titoli che vanno letti nel momento giusto, ma sono convinta che la magia di questa storia avrebbe attecchito anche se l’avessi letta lo scorso anno… forse in modo diverso, ma sempre efficace. Alla fine si sa che ciascuno di noi legge i libri in base anche alle proprie esperienze presenti e passate e che le emozioni suscitate sono il più delle volte estremamente soggettive.
Ma mi rendo conto che inizio a divagare, quindi prima che vi mettiate a sbadigliare sfacciatamente vediamo di arrivare ad una conclusione.
Innamorarsi a Central Park è una storia di amore, di amicizia e di seconde occasioni che consiglio davvero a tutti, soprattutto ai cuori romantici: a chi crede nella magia del Natale; a chi si sente realizzato e soddisfatto del proprio presente e a chi cerca ancora la propria strada; a chi è ancorato al passato pensando che sia migliore di oggi e a chi è proiettato verso il futuro. Ciascuno di voi troverà nel suo cuore un posticino per questa storia e se ne rimarrete delusi insultatemi pure… voglio rischiare, perché per me è stato bellissimo: esattamente il libro che avrei voluto trovare l’altra mattina in libreria e che – forse grazie alla magia del Natale – ho trovato davvero!
Passo e chiudo :)

giovedì 26 dicembre 2013

Recensione "L'amore è un difetto meraviglioso" di Graeme Simsion

Editore Longanesi
Pagine 303
Euro 14,90
TRAMA: "Mi chiamo Don Tillman, ho trentanove anni e sono un professore di genetica presso l'Università di Melbourne. Ho una posizione ben retribuita, seguo un'alimentazione strutturata e regolare, ho molta cura del mio fisico. Nel regno animale, non avrei alcuna difficoltà a trovare una compagna e a riprodurmi. Perciò, il motivo per cui sono ancora scapolo mi è oscuro. Tuttavia ho fatto una scoperta incredibile: statisticamente, gli uomini sposati sono in media più felici... e vivono più a lungo! Per questo ho dato vita a un progetto: il Progetto Moglie. Ho elaborato un algoritmo perfetto che mi consentirà di escludere le candidate inadatte - le fumatrici, le ritardatarie, le schizzinose, quelle troppo attente al loro aspetto... e tutte quelle che non rispondono agli altri criteri che ho incluso nelle sedici pagine del mio questionario. Questo è il resoconto scientifico - anche se mi hanno spiegato che si definisce romanzo - degli esiti del mio progetto. Leggendolo, incontrerete una persona che si chiama Rosie ed è la più inadatta delle candidate al mio Progetto Moglie. Ma troverete forse anche la risposta a una domanda fondamentale: l'amore può davvero cambiare un uomo? Anche un uomo come me?"
VOTO:
 

INCIPIT:
Forse avevo trovato una soluzione al Problema moglie. A ripensarci adesso, come è accaduto per tante scoperte scientifiche sensazionali, la risposta era ovvia. Ma se non fosse stato per una serie di eventi imprevisti, è altamente improbabile che l’avrei trovata.
RECENSIONE:
Preparatevi: io farò del mio meglio per trattenermi da una delle mie solite sbrodolate piene di entusiasmo, ma non vi assicuro di riuscirci!
Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi è una  di quelle rare sorprese in cui capita di incappare casualmente. Avevo sentito molto parlare di questo titolo appena era uscito e malgrado mi incuriosisse un po’, non era mai entrato a far parte della mia collezione, surclassato da altri titoli che ritenevo più interessanti e più compatibili con i miei gusti. Poi nell’ultimo catalogo trimestrale dell’Euroclub c’era un’offerta interessante: se ordinavi un libro – cosa che puntualmente ho fatto – ti davano L’amore è un difetto meraviglioso a soli 4,70 euro… non avevo più scuse per rinviare l’acquisto.
Qui ci inserirei un grosso sospiro di sollievo, perché se mi fossi ostinata ad ignorare questo titolo, mi sarei persa uno dei libri più belli e appassionanti del 2013 (infatti lo troverete nella classifica annuale!).
Ho iniziato la lettura pochi giorni prima di Natale, più che altro perché non aveva una mole eccessiva e mi mancavano soltanto due titoli per l’obiettivo di Goodreads.. non certo il motivo più nobile per scegliere il libro da leggere! Ieri mattina mi mancavano soltanto 60 pagine alla fine e sprofondata in una coperta pesante, circondata dal silenzio innaturale delle prime ore del giorno di Natale, l’ho preso in mano trepidante decisa a finirlo prima di buttarmi nei festeggiamenti perché non sopportavo l’idea di rimandare di ore la scoperta dell’epilogo… normale io?! Mai detto di esserlo ^^
L’amore è un difetto meraviglioso parla di Don, un uomo bizzarro e completamente al di fuori dagli schemi di comportamento definiti normali che decide un giorno di ideare il sistema perfetto per individuare la compagna giusta con cui dividere la vita, senza margine di errore. Don conduce un’esistenza totalmente schematizzata: tutte le sue attività sono programmate al minuto, calcolate in base all’ottimizzazione totale dei tempi, tenendo conto delle necessità più importanti per mantenersi in buona salute, compensate da “trasgressioni” a loro volta misurate maniacalmente – come il consumo di alcool ; Don ha una lavagna su cui sono segnati i menu di ogni giorno della settimana, menu che ovviamente ogni settimana si ripetono uguali alla precedente da sempre, in modo da risparmiare il tempo e l’impegno mentale richiesti sia nella spesa che nella preparazione stessa dei pasti; Don detesta qualsiasi contrattempo che lo costringa a variare le sue rigide tabelle esistenziali e non capisce perché gli altri esseri umani con cui si relaziona non diano sufficiente importanza al tempo; Don è inguaribilmente incapace di socializzare ed è nato così; la sua malattia ha un nome, non si tratta di semplice ordinaria follia o di sindrome ossessivo compulsiva: Don ha la sindrome di Asperger, solo che non sa di averla.
Ma Don non ha fatto i conti con la vita reale, con gli imprevisti che ti presenta il destino per farsi beffe dei tuoi progetti meticolosamente programmati e soprattutto non ha fatto i conti con l’uragano Rosie.
Rosie sempre in ritardo, che fuma a danno della propria salute e di quella di chi gli sta accanto e che presenta una lista infinita di difetti che la rendono inadatta oltre ogni dire ad essere la “Moglie perfetta” ricercata da Don, sarà proprio quella che gli mostrerà cosa significa vivere davvero e che darà un bello scossone alle abitudini di lui, infischiandosene dei suoi schemi di programmazione.
In questo libro ho trovato uno dei protagonisti più affascinanti mai incontrati in un romanzo: Don – nel caso non l’aveste capito è lui personaggio chiave – è anche la voce narrante della storia, quindi il lettore può vivere tutti gli eventi attraverso i suoi occhi e soprattutto da dentro la sua mente, così diversa da quella delle altre persone.
Con le sue stranezze e la sua apparentemente completa mancanza di emozioni, questo insolito personaggio mi ha conquistata fin dalle prime pagine. Scoprire il suo modo di vivere, ma soprattutto quello di ragionare era una continua sorpresa e vedere gli uomini e le donne “normali” dal suo punto di vista è stato tanto interessante quanto esilarante.
Un personaggio a cui non si può non affezionarsi con tutto il cuore, in quanto da persona senza eccessive stranezze comportamentali quale sono – almeno credo!! – non potevo non rendermi conto delle sue limitazioni e della fatica che gli costava affrontare la vita di un uomo adulto, con situazioni che per noi sono all’ordine del giorno, mentre per lui erano fonte continua di stress.
Il personaggio è talmente ben rappresentato, approfondito e analizzato da saltare fuori dalle pagine, prendendo forma davanti agli occhi di chi legge, tanto da desiderare incrociare il suo percorso per poter interagire con una persona così insolitamente speciale… ecco questo è il termine giusto: Don crede di essere strano perché tutti lo considerano così, ma non si rende conto di quanto la sua stranezza lo renda speciale!
E poi vogliamo parlare della sua controparte femminile? Rosie è perfetta nella sua evidente e totalmente umana imperfezione. Una donna come potreste incontrarne ogni giorno, con pregi, difetti e un bagaglio emotivo che l’ha portata ad essere così com’è. Non poteva esistere un personaggio migliore per dare un deciso colpo di spugna alla lavagna di Don.
Don e Rosie sono la coppia più improbabile di cui si possa leggere, ma proprio per questo è anche la più tenera e toccante.
Ma il termine coppia può trarvi in inganno: L’amore è un difetto meraviglioso è sì un libro che parla d’amore, ma non aspettatevi la classica storia romantica, con i tipici passaggi stereotipati del caso. Non c’è proprio niente di stereotipato in questa storia: tutto è al di fuori da ogni schema prevedibile, esattamente come il protagonista che la narra.
Il romanticismo e la tenerezza di questo romanzo stanno nel punto di vista del lettore, capace di cogliere sentimenti ed emozioni che sfuggono a Don,  in quanto non è capace di processarle e individuarle. Vedere il suo piccolo mondo preciso iniziare ad andare a gambe all’aria dopo l’arrivo di Rosie nella sua vita – e questo malgrado i tentativi di lui di evitarlo – fa divorare una pagina dopo l’altra con il desiderio di non doversi mai fermare fino alla fine: Rosie riesce a fare quello che al lettore sembra inizialmente impossibile, ossia mostrare a Don come si vive davvero la vita e cosa sia il divertimento.
Ma in tutto questo non ci sono scene romantiche per eccellenza, solo quel profondo sentimento di tenerezza suscitato dall’affetto per il protagonista e il desiderio di fare un tifo da stadio per Rosie e per la sua pazienza, per poi alzarsi in piedi esultando e saltellando per ogni schema spezzato!
Il romanzo di Simsion però non è soltanto una storia d’amore, anzi è soprattutto una storia di vita: anche se non sei strano come il protagonista del libro, la vita se ne infischia dei tuoi progetti e dei tuoi piani per il futuro! Il destino si fa beffe di quello che credi di volere e ti porta su strade completamente inattese, ti stravolge l’esistenza senza avvisare… ma a volte ti conduce esattamente dove è giusto che tu sia. Quest’opera racconta una storia che sottolinea quanto la scelta di un singolo individuo possa influenzare in maniera radicale le esistenze di tanti altri, a volte in modo positivo e altre in negativo, influenzandone anche le scelte e le decisioni che a loro volta si rifletteranno su altre persone in una catena infinita che non si può chiamare in altro modo se non destino…
L’amore è un difetto meraviglioso, attraverso il suo improbabile eroe, impartisce importanti lezioni, che possono diventare preziosi consigli per ciascuno di noi.
L’ho detto all’inizio e lo ripeto: questo libro è uno dei libri più appassionanti che ho letto quest’anno; talmente coinvolgente da costringermi a fare le ore piccole, ma al contempo dolce e delicato come pochi altri.
Se cercate un romanzo capace di sconvolgere tutti i vostri schemi mentali, imprevedibile, emozionante e unico nel suo genere, tanto tenero quanto divertente, sicuramente è una lettura che fa per voi.
Io da parte mia non posso che consigliarlo a tutti indistintamente perché vale davvero la pena entrare nella mente di Don e guardare il mondo con occhi diversi… per scoprire che l’amore, da qualunque punto di vista lo guardi, alla fine è sempre amore.
Volete sapere dell’epilogo? Bellissimo, come tutto il resto d’altronde, ma se vi chiedete se sarà lieto o dolce-amaro non avrete da me la risposta… vi tocca leggere il libro per scoprirlo ;P
E ora, sperando di non essermi dilungata oltre ogni dire, non mi resta che chiedervi la vostra opinione: vi ispira? L’avete letto? Sono sempre curiosa di sapere cosa ne pensate.
Passo e chiudo :)