Editore Plesio Editore
Pagine 290
Euro 2,49
Formato Ebook
TRAMA: Angeli e demoni combattono da millenni sul nostro piano esistenziale e gli esseri umani svolgono per loro la funzione di pedine preziose. Non possono però essere manipolati direttamente, poiché protetti dal divino libero arbitrio. In questo scenario si muove Mayra, una delle poche persone a conoscenza del segreto a causa di un terribile presagio avuto da adolescente. È una ragazza sola, caparbia e cinica, votata alla caccia di quelle che vengono chiamate “ali bianche”. Al contempo troviamo tra le pagine di questa storia Alessio, all’oscuro di tutto e alle prese con la sua drammatica situazione familiare. Il ragazzo, impreparato a conoscere la realtà, non sa di reggere in mano la bilancia della guerra in atto.
VOTO:
INCIPIT:
La donna arrivò all’esterno della villa intorno alle venti. La pioggia continuava a scendere, ma non era una sensazione fastidiosa. Le era sempre piaciuta, soprattutto quando aiutava a coprire i suoi spostamenti.
Non aveva mangiato nulla tutto il giorno e il suo stomaco se ne lagnava, rumoreggiando di tanto in tanto, ma era meglio così. Non riusciva mai a mandare giù nulla quando sapeva di dover lavorare. Se tutto fosse andato per il verso giusto si sarebbe rimpinzata più tardi, subito prima di andare a riscuotere. Il suo committente non poteva immaginare quanto i soldi facessero solo da contorno rispetto alla soddisfazione che traeva dal suo lavoro.
RECENSIONE:
Ho rimandato questa recensione per troppi giorni e ancora non so bene cosa scrivervi. Come sempre accade quando una casa editrice (come in questo caso) o un autore mi affidano un romanzo da recensire, non posso fare a meno di sentirmi un pochino in colpa quando non riesco a scrivere delle parole di elogio… ma il fatto è che quest’opera non ha minimamente incontrato il mio gusto! Non si tratta di un romanzo terribile, solo che proprio non mi è piaciuto, come potete ben vedere dalla coppia di gufi sconsolati poco sopra.
Come ogni libro che non riesce a conquistarmi, la lettura sembrava non finire mai e anche la recensione sta tentennando a venire a galla.
Vediamo di partire da qualche parte, ad esempio dalla storia. Gli eventi narrati vedono come protagonista un uomo assolutamente comune, un semplice operaio in una fabbrica senza il minimo potere soprannaturale e che vive nella totale ignoranza di tutti gli esseri molto poco terreni che si aggirano in gran numero tra noi mortali sotto mentite spoglie. Alessio, questo il suo nome, ha soltanto un particolare che lo distingue da chi lo circonda: ha smesso di vivere la sua vita il giorno che la sua adorata ragazza è morta di leucemia infrangendo tutti i loro sogni; tutto ciò che Alessio sa fare è lasciarsi vivere, mentre affoga mente e cuore nell’alcol. Premetto che già a questo punto avevo la punta del naso che tendeva a storcersi, perché se c’è un genere di personaggio che detesto è quello che affronta i propri dolori nel peggiore e autodistruttivo modo che esista, cercando di uccidersi un bicchierino per volta, dopo aver fatto tabula rasa intorno a sé, respingendo tutte le persone che lo amano e ferendole gratuitamente, quasi fossa colpa loro di essere ancora vivi! Quindi potete ben immaginare che già il fatto che il protagonista appartenesse a questa categoria non abbia fatto partire avvantaggiato questo romanzo.
Qualche punto favorevole se lo è invece guadagnato la controparte femminile – che in realtà avrà ben poche interazioni con Alessio – una ragazza con le palle e un pessimo carattere che passa la propria vita a cacciare i demoni… pardon, gli angeli! E già! Avete capito bene. Perché nell’eterna lotta tra bene e male che Saracino si è immaginato non è proprio chiaro chi siano i buoni e i cattivi. Angeli e demoni non sono troppo diversi tra loro e ancora adesso non sono proprio sicura di quale fosse la “squadra” per cui fare il tifo.
I due avranno occasione di intrecciare i loro cammini, proprio in vista di una battaglia epocale tra le due fazioni soprannaturali in cui Alessio, senza saperlo, dovrà avere un ruolo fondamentale.
Ma prima di arrivare a questo il cammino non è breve. Il primo passo è il risveglio del protagonista dai fumi dell’alcol il giorno in cui scopre che la vita del fratello minore è minacciata da irrisolte questioni di spaccio di droga… ecco ci siamo! Altro punto dolente! Bande, spacciatori piccoli e grossi, rivalità e tutto ciò che può riguardare questo argomento non mi hanno mai minimamente appassionata e anche questa volta è stato così. Ho affrontato svariate pagine che ruotano intorno a questo “problema” da risolvere in cui ben poco di ultraterreno traspariva, tanto da aver quasi dimenticato che genere di libro tenevo tra le mani. Quando poi il “diavolo” ci ha messo lo zampino ero ormai abbastanza annoiata da non riuscire nemmeno a gioirne.
Come dicevo all’inizio non è un problema di incapacità dell’autore o di romanzo terribile, ma di scelte narrative che non stuzzicano il mio cuore di lettrice. Il risultato è stato una lettura sforzata, nel vano tentativo di appassionarmi prima della fine, che mi ha lasciato ben poco di sé.
I personaggi – a parte Alessio, che però non mi è risultato simpatico- non li ho trovati abbastanza approfonditi da riuscire a calarmi completamente nella storia. Mentre la trama avrebbe anche potuto essere intrigante, malgrado tante, forse troppe, domande restino senza risposta: se consideriamo che si tratta di un romanzo autoconclusivo, tanti dettagli non sono solo rimandati, ma decisamente omessi.
Dopo la prima parte “verosimile”, la narrazione spicca un po’ per volta il volo verso il soprannaturale, anzi paragonerei l’andamento degli eventi ad uno scivolo, uno di quelli ripidissimi e così pieni di svolte da farti perdere l’orientamento: dal mondo della droga – che è comunque molto legato a quello demoni/angeli – ci si ritrova a precipitare in uno scenario sempre più irreale e il cambio è stato così marcato che mi sono ritrovata a chiedermi “ma sto leggendo sempre lo stesso romanzo?!”.
La seconda parte è sicuramente più bellina e adrenalinica della prima, ma non ha fatto comunque presa su di me.
Insomma, lo sapete bene anche voi followers, un lettore non deve necessariamente essere onnivoro e sta volta sono incappata in un boccone indigesto. So per certo che ad altri il romanzo è piaciuto, quindi prendete la mia recensione con il beneficio del dubbio: dovete provare a capire se la storia può catturarvi oppure no; io da parte mia non mi sento di certo di consigliare la lettura, ma si sa il mondo è bello perché è vario.
A riprova del fatto che questo titolo incontra i gusti di altri lettori, se siete incuriositi dalla storia, vi suggerisco di andare a leggere la recensione che ne ha scritto una delle blogger che seguo con maggior piacere, Sophie di Laumes’ Journey: lei gli ha dato un voto positivo e potete scoprire perché cliccando QUI.
A questo punto, penso proprio di avervi detto tutto ciò che avevo in mente e non mi resta che passarvi la palla: cosa ne pensate? E soprattutto, tra voi c’è qualcuno che l’ha letto e che vuole dire la sua?
Passo e chiudo :)
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