Ed eccomi di nuovo a partecipare attivamente ad un blogtour… ci sto prendendo gusto :D
Quella di oggi è l’ottava tappa del BLOGTOUR dedicato a REBORN di Miriam Mastrovito, romanzo si cui vi ho recentemente parlato in un’entusiastica recensione a 4 gufi che potete leggere QUI.
Prima di partire con la tappa vera e propria vi rispolvero la memoria sul libro imperdibile che ne è protagonista:
REBORN di Miriam Mastrovito
Editore Selfpublished
Pagine 302
Euro 16,90 (cartaceo) - 2,99 (ebook)
TRAMA: Da quando ha perso il marito Andrea e la figlia Martina in un incidente stradale, Elga non è più la stessa. Si è isolata dal mondo e vive di ricordi. Il suo unico diversivo è rappresentato dalle bambole reborn che crea per mestiere.
Il 9 settembre 2013, giorno in cui Martina avrebbe compiuto dieci anni, Elga realizza per lei una bambola, come avrebbe fatto se fosse stata ancora viva. A sera, la sistema nella cameretta, che ha lasciato intatta dal giorno della sua morte, celebrando così quella ricorrenza speciale.
La mattina dopo viene accolta da una strana sorpresa: una bambina che non conosce si è intrufolata in casa. Sembra avere la stessa età di sua figlia ma non le somiglia per niente.
Rea − questo il suo nome − sostiene, invece, che Elga sia proprio la sua mamma ed è la stessa cosa che affermano tutti in paese.
Quale la verità?
Per scoprirla la donna potrà contare solo su Iuri, giovane impiegato delle Onoranze funebri nonché stalker che da tempo la tormenta.
Sarà l’inizio di uno strano viaggio che la condurrà al confine tra i mondi, lì dove regna il mistero e la Morte non è che l’inizio di una vita oltre.
L’AUTRICE: Miriam Mastrovito (Gioia del Colle, 1973).
Laureata in filosofia. È titolare di un negozio interamente dedicato al fantasy. Da sempre coltiva una forte passione per la scrittura e i mondi fantastici. Ha vinto svariati premi, ha collaborato con diversi siti dedicati ai libri e web magazine ed è stata giurata in vari concorsi letterari. Attualmente gestisce i lit-blog Il flauto di Pan e Leggere è magia.
Il suo ultimo romanzo in ordine cronologico è “Il mistero dei libri perduti” (Zero91 Edizioni).
“Il Mendicante di sogni” è stato pubblicato per la prima volta nel 2009 da La penna blu edizioni nella sola versione cartacea. Oggi, dopo un’accurata revisione e la realizzazione di una nuova veste grafica, è disponibile sul mercato in versione Ebook.
Ma torniamo a noi.
Il blogtour è composto da 10 tappe e potete recuperare tutti i post pubblicati finora (nonché quelli che seguiranno il mio!) cliccando QUI. Vi consiglio caldamente di dare un’occhiata alle varie tappe per scoprire contenuti extra e altri dettagli interessanti su questo originale romanzo.
Inoltre commentando ogni tappa del blogtour avrete la possibilità di partecipare all’estrazione finale del GIVEAWAY: i premi in palio sono 1 copia cartacea di Reborn e 2 copie digitali.
Ed ora l’argomento di questa tappa, di cui vi parlerà direttamente l’autrice del romanzo:
LA TRADIZIONE DEI FUNERALI IN PUGLIA
La vestizione di una salma, così come l’intero rito funebre, era un atto d’amore a esclusivo appannaggio dei vivi. Ed era proprio in questo modo che Iuri interpretava il suo lavoro, come un atto d’amore nei confronti di quelli che restavano. (Reborn)
Questo breve passo tratto dal romanzo esprime il pensiero di Iuri, ma credo contenga una verità universalmente condivisibile. Il rito funebre, sin dalle sue origini, assume un significato sociale e assolve alcune funzioni anch’esse di carattere sociale: ufficializza e rende nota alla comunità la dipartita, crea le condizioni affinché venga espressa solidarietà alla famiglia, dà luogo alla celebrazione religiosa o etica dell’evento.
Comunque si svolga, il rito funebre segna quel delicatissimo momento di passaggio che prelude all’elaborazione del lutto.
Variegate sono le usanze che lo accompagnano a seconda delle culture e delle aree geografiche di riferimento ma anche in relazione al tempo poiché le tradizioni si evolvono o subiscono mutamenti per adattarsi al progresso.
Nel breve passo che segue fornirò una descrizione − basata essenzialmente sulla mia esperienza diretta − di come si svolgono i riti funebri in Puglia (più nello specifico nelle piccole comunità della provincia di Bari). È questo il modello a cui mi ispiro in Reborn.
Oggi, molte delle vecchie tradizioni si stanno perdendo per far fronte a esigenze di carattere pratico, tuttavia nei piccoli paesi tendono a perdurare più che nelle grandi città.
Immaginate dunque di essere in un paese pugliese come Gioia del Colle e di prendere parte a un funerale. Il rito si svolge così:
Solitamente la camera ardente viene allestita in casa del defunto. Viene scelta allo scopo la stanza più grande, sgomberata e bardata a lutto. Lungo le pareti vengono sistemati dei fondali di colore scuro e vengono disposte delle sedie in circolo per ospitare coloro che parteciperanno alla veglia, mentre al centro dell’ambiente viene posizionata la bara, illuminata da ceri votivi posti a capo e a piedi.
Contemporaneamente viene apposto un simbolo di lutto all’esterno dell’abitazione, in corrispondenza della porta d’ingresso. Oggi si utilizzano delle coccarde in stoffa nere o viola, ma fino a non molti anni fa vigeva l’usanza di appendere sull’uscio un pesante drappo scuro. Accanto all’ingresso viene posizionato anche un tavolino con un registro affinché tutti coloro che vengono a visitare il morto possano firmarlo lasciando un segno del loro passaggio.
Per l’occasione la porta di casa rimane aperta e qualsiasi membro della comunità può entrare liberamente a porgere il suo saluto.
La salma viene così vegliata per un’intera notte. Di solito sono i cari più intimi coloro che rimangono a fare la veglia fino all’alba, i parenti e gli amici che si accomiatano prima o che non possono garantire la loro presenza, si premurano di inviare a chi resta bevande o piccoli spuntini per alleviare la fatica della nottata insonne.
Il giorno seguente, poco prima dell’orario stabilito per il funerale, arriva il prete (ovviamente solo se è previsto il rito religioso) a dare la sua ultima benedizione. Segue un addetto delle Pompe funebri per la chiusura della bara.
Il feretro viene condotto in spalla fuori dall’abitazione, ove possibile da persone care al defunto, e da lì trasportato in auto in chiesa o direttamente al cimitero. Una piccola banda cittadina lo accompagna durante il breve tragitto a piedi.
Oggi i trasporti vengono tutti effettuati con le automobili ma fino a non molti anni fa esisteva la possibilità di optare per una carrozza trainata dai cavalli. Generalmente era il mezzo più ambito poiché simboleggiava ricchezza o rispettabilità sociale.
Nel mio paese fino a una decina circa di anni fa erano ancora in voga i funerali con le carrozze e vigeva ancora l’usanza di accompagnare il defunto al cimitero in corteo.
Quattro cordoni erano posti ai lati del carro funebre, ciascuna estremità veniva stretta da un parente prossimo dello stesso sesso del defunto.
Subito dietro il carro seguivano gli altri parenti intimi e a seguire quelli più lontani, fino ad arrivare agli amici e ai conoscenti.
Il corteo attraversava l’intero paese. Al suo passaggio, annunciato dalla banda che lo accompagnava lungo tutto il tragitto, le finestre si spalancavano e i passanti si fermavano per calarsi il cappello o farsi il segno di croce in segno di saluto.
A conclusione del rito i parenti si riuniscono tutt’oggi per il “banchetto consolatorio”, un pasto che viene consumato in onore del caro estinto ma il cui significato simbolico è quello di riavvicinare coloro che restano al piacere della vita che continua.
Anche questa tappa è giunta al termine e mi auguro che sia stata interessante per voi, quanto lo è stata per me.
Passo e chiudo :)
X me è sempre più interessante questo libro spero di poterlo leggere presto...sono curiosa
RispondiEliminauna tappa più interessante dell'altra! mi auguro di poterlo leggere! :)
RispondiEliminaseguendo questo blog tour riesco anche a capire cose che magari non avrei mai saputo, non conoscevo la tradizione pugliese dei funerali per me, mi ha colpito anche sapere che fino a pochi anni fa si usavano ancora le carozze, interessante come sempre più interessante si fa il romanzo spero proprio di vincerlo, altrimenti compra con un click di sicuro .....
RispondiEliminacondiviso su fb, google+ e twitter
buona fortuna a tutte
Mandi Miriam... :):):)
RispondiEliminaBuon tutto e oltre.
Qualche tratto di queste usanze funerarie sono diciamo in voga nella mia regione e alcune con piccole varianti. Ad esempio, dalle mie parti non si usa accompagnare il defunto in cimitero con la banda musicale, si accompagna la salma chiusi nel silenzio (i parenti più prossimi al defunto stanno davanti al corteo e dietro la macchina funeraria) e si cammina a passo d'uomo (corteo e macchina), però è davvero curioso scoprire queste varianti. Si impara sempre dal web...
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