Editore Il Castoro
Pagine 365
Euro 15,90
TRAMA: Gene è in fuga. Tutto il suo mondo è crollato. Con lui ci sono gli ultimi umani che ha salvato dalla Caccia, dietro di lui, un’orda famelica di predatori. Ashley June è prigioniera nel covo del nemico, forse persa per sempre. Al suo fianco ora c’è Sissy: coraggiosa, determinata, una vera leader. Quando la fuga li porta in un rifugio di umani sulle montagne, tirano un sospiro di sollievo. Ma sono davvero in salvo? O in quel mondo pacifico si annida un male molto più sottile, ma altrettanto feroce di quello che si sono lasciati alle spalle? E soprattutto: il nemico è davvero lontano? A poco a poco, si fa strada una sola certezza: Gene e Sissy dovranno contare solo su se stessi... se vorranno sopravvivere.
VOTO:
INCIPIT:
Pensavamo di esserci finalmente liberati di Loro, ma ci sbagliavamo. Quella stessa notte, ci attaccano.
Sentiamo il branco dei cacciatori appena qualche istante prima che raggiunga la sponda del fiume: grida roche si scagliano nel cielo notturno, stridule e taglienti come schegge di vetro frantumate sotto i piedi. Il cavallo, le narici allargate e gli occhi rovesciati, alza il muso di scatto. I muscoli fusi in un unico fascio, parte al galoppo con le orecchie appiattite all’indietro gli occhi come due folli lune bianche che splendono nella buia immensità in cui si addentra.
RECENSIONE:
Ho provato ad andare indietro il più possibile con la mia memoria di lettrice… ma proprio non mi è venuto in mente nessun secondo libro di una trilogia che si sia meritato un voto più alto del primo volume!! E invece The Prey ci è proprio riuscito: decisamente un gradino più in alto del titolo che lo ha preceduto!
Andrew Fukuda mi aveva già completamente conquistata con il suo The Hunt (QUI la recensione, se ve la siete persa) e questa nuova trilogia distopica dedicata ai vampiri: appassionante ed originale come non mai, presentava comunque qualche piccolo difettuccio, come ad esempio la lentezza di alcuni momenti narrativi e la mancanza di una spiegazione valida per la quasi totale estinzione del genere umano a favore di mostri assetati di sangue.
Nel secondo capitolo della saga l’autore ripara completamente a queste mancanze o imperfezioni che dir si voglia. Momenti morti non ce ne sono, anzi in realtà quasi quasi ne ho sentito la mancanza, perché ho avuto ben poco tempo per tirare il fiato. E finalmente viene spiegato come è nato il mondo in cui il protagonista è cresciuto e vissuto fino al momento in cui la sua natura umana viene brutalmente smascherata.
Il primo volume della serie |
La caccia che dava il nome al primo libro è aperta e più spietata che mai! Gli eminidi (per chi ancora non lo sapesse è il termine con cui i vampiri definiscono gli umani) sono in fuga lungo il fiume, rincorrendo il sogno di una terra libera da pericoli da poter chiamare casa.
Il secondo romanzo riprende la narrazione poche ore dopo rispetto al momento in cui era terminato il primo, quindi non c’è nemmeno da far fatica a riorientarsi perché si ritrovano i personaggi ancora in fuga, all’oscuro di quanto lungo e pericoloso possa essere il viaggio che li attende. In più scopriranno ben presto che i cacciatori sono talmente affamati da rischiare di lasciarci le penne a causa della luce del sole pur di guadagnarsi un po’ di succulenta carne umana, ormai così rara.
E questo è solo l’inizio del libro: già al cardiopalma in poche pagine!
Se possibile Fukuda ha reso i suoi vampiri ancora più terrificanti, ancora più animaleschi e addirittura disgustosi in alcuni momenti. Certe immagini che l’autore ha creato sono davvero raccapriccianti, ma sicuramente efficaci al massimo e quasi quasi potrebbero far venire gli incubi a chi è deboluccio di stomaco.
Ma il bello arriva quando la narrazione entra nel vivo, ossia quando si cambia scenario e si arriva insieme al nostro manipolo di giovani eroi in un villaggio arroccato tra le montagne e abitato da soli esseri umani, che sembrano immuni all’apocalisse da cui arrivano Gene e compagnia bella. Un paradiso al centro dell’inferno? O un inferno camuffato da paradiso? Eheheh, questo ve lo lascio scoprire leggendo il romanzo, ma i colpi di scena non mancano di sicuro.
L’autore dissemina dubbi e sospetti fin da subito; tutto quello che luccica sembra quasi avere una luce fasulla; tutti i sorrisi sembrano un po’ troppo “sorridenti” e ci sono forse troppe regole astruse a guidare questa bizzarra comunità, costituita soltanto da giovani ragazze e uomini non proprio nel fiore degli anni, con pance prominenti e uno spiccato maschilismo, condito con abbondante misoginia. La domanda che sorge subito è “cosa nasconde questa ridente località?”.
Non sarà facile portare a galla tutta la verità, ci vorrà quasi tutto il libro per capire davvero la realtà perché in più riprese si viene portati su false piste… ma vi assicuro che quando tutti i nodi sono venuti al pettine, malgrado le mie ipotesi me le fossi già ideata strada facendo, sono rimasta con tanto d’occhi spalancati: Andrew Fukuda non ha fatto che stupirmi di più ogni pagina! Tutto è curato nel dettaglio, quasi in modo maniacale, perché l’autore ha pensato a ogni più piccolo dettaglio: nulla di quello che inserisce nella sua storia ci finisce in modo casuale per poi essere dimenticato! Anzi in realtà è a me che è capitato di tralasciare qualche dettaglio, scoprendo poi che aveva un suo perché e che era pure importante.
Gli eventi sono molto più incalzanti del volume precedente e anche nei momenti di calma apparente, si prova quella leggera inquietudine dovuta alla sensazione che qualcosa non torna: tutto è scritto in modo che l’attenzione del lettore non venga mai meno, nemmeno per un istante! Ovviamente si viene poi ripagati con fiumi di adrenalina e fiato sospeso: più si avvicinava la fine più rischiavo di diventare blu per ipossia! Avevo l’impressione di essere nel romanzo con Gene e Sissy, con la sola differenza che io probabilmente sarei morta già nel primo libro!! E anche quando la situazione precipita in modo imprevedibile – ebbene sì, ammetto che sono stata presa in contro piede perché troppo presa dalla smania di scoprire tutte le risposte alle mille domande che mi si erano formate in testa – l’autore riesce a sparare a raffica colpi di scena uno dietro l’altro, tanto che ti viene voglia di dirgli “basta! Dammi tregua un attimo”. Ma non sperateci, perché l’ultimissimo shock arriva nell’ultima riga e insieme all’espressione vitrea che mi si è dipinta in volto, avrei voluto urlare per la frustrazione di non avere tra le mani il capitolo finale della trilogia.
Mi rendo conto che del romanzo in sé vi ho detto poco o nulla, ma non posso rischiare di svelare indizi troppo importanti. Sappiate solo che la storia è molto ben studiata e tutto quanto si riallaccia a quello che è stato raccontato nel libro precedente: molto ben pensato anche il fatto di aver inserito alcuni ricordi di Gene relativi al padre e alla propria infanzia, a testimonianza che c’è un lungo filo conduttore che lega ogni dettaglio, dal passato lontano fino al presente… e sarà lo stesso filo che probabilmente traccerà la strada verso ciò che ancora non ho letto.
Se ancora avevate dei dubbi su questa saga io ve la consiglio caldamente perché Andrew Fukuda è davvero geniale! E da parte mia sono proprio curiosa di scoprire se con il terzo libro riuscirà a superare se stesso e guadagnarsi un raro voto massimo.
Vi state chiedendo perché manca mezzo gufo malgrado il mio entusiasmo – che mi auguro essere contagioso? Perché, anche se l’ho trovato eccezionale, il libro rimane sempre un capitolo centrale di tre, quindi la storia non inizia e non finisce in queste pagine… ecco questo è l’unico motivo!
Appassionante, elettrizzante, imprevedibile e ancora più originale di The Hunt, in The Prey ho trovato un gioiellino del suo genere. Poi magari a voi non piacerà per niente e verrete ad insultarmi, ma non posso non raccomandarvelo!
Passo e chiudo :)
non leggo la recensione perché devo ancora iniziare la trilogia, ma sono molto curiosa!
RispondiEliminaE io sono curiosa di sapere cosa ne penserai ^^
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