Editore Edizioni GDS
Pagine 290
Euro 2,49 (epub) – 16,90 (cartaceo)
TRAMA: In un presente alternativo, il vampirismo non è più un morbo da debellare ma una risorsa sulla quale investire. Lo sa bene Elizabeth “Lise” Scott, giovane e arrivista responsabile delle negoziazioni alla Immortality Awaits Corporation, l’unica società al mondo in grado di rendere reale il più grande sogno dell’uomo: vivere per sempre.
Elizabeth è un brillante avvocato specializzato nella difesa dei vampiri e il legale personale del presidente dell’Immortality Awaits, Ryan J. Constant, uno dei pochissimi pluricentenari in grado di trasmettere il virus dell’immortalità attraverso il proprio sangue.
L’arrivo di Adam Reese, arrogante immortale del Vecchio Mondo con un conto in sospeso con il passato, costringerà Elizabeth ad affrontare la sfida più importante della sua carriera. Obbligata dalle circostanze e dal suo orgoglio, si ritroverà al cospetto di un misterioso tribunale segreto – la Corte di Erebo – in un processo che affonda le sue radici ai tempi della Rivoluzione francese.
VOTO:
INCIPIT:
Dopo dodici interminabili ore di sonno aprii svogliatamente gli occhi, ma mi ritrovai con una stanchezza addosso tipica di chi ne aveva dormito a malapena un paio.
Come sarebbe mai potuta finire bene una giornata iniziata così? Inutile precisare che mi svegliai più scoglionata del solito. Pardon, nervosa.
Forse perché mancava poco meno di un mese a Natale, forse perché la nuova collezione primavera estate Chanel si prospettava tutt’altro che sobria o molto probabilmente perché sapevo che, ben presto, avrei avuto parecchie rogne al lavoro.
RECENSIONE:
Ed eccomi di nuovo qui con una nuova recensione tutta per voi.
Il genere di oggi è l’urban fantasty e più precisamente parliamo di vampiri. Questa volta si tratta di vampiri made in Italy, creati da un’autrice al suo ottimo esordio. Come dico sempre è vero che questo argomento zannuto è stato trattato in tutte le salse, quindi riesco ancora a stupirmi ogni volta che mi rendo conto che c’è ancora chi riesce a trarne idee originali.
Giorgia Penzo ha creato un mondo uguale al nostro in ogni dettaglio – compresi quelli storici – con la sola differenza che i vampiri sono sempre stati tra di noi: questi esseri immortali tra persecuzioni e adorazioni, con tutte le vie di mezzo che potete immaginare, ci hanno accompagnato nel corso della storia dell’uomo per secoli, senza mai doversi nascondere nell’ombra, quindi senza diventare nemmeno esseri leggendari di cui la maggior parte della popolazione non conosce l’esistenza.
Ai giorni nostri il vampirismo non solo è un male riconosciuto, ma è anche diventato oggetto di business per quei pochi che possono permetterselo: ci sono individui facoltosi che sono disposti a sborsare milioni di dollari pur di comprarsi la vita eterna, rinunciando alla luce del sole.
La protagonista del romanzo, Elizabeth per gli amici Lise, è un avvocatessa con attributi e contro-attributi che si occupa proprio di questo genere di transazioni per il suo capo Ryan, un vampiro ultra centenario che può creare nuovi vampiri con il proprio sangue (solo i più anziani sono in grado di farlo) e che elargisce il rosso fluido solo a quelli che passano ispezioni mediche e fiscali molto approfondite.
Ovviamente doveva essere introdotto anche un fattore di disturbo nel perfetto tran tran di Lise e Ryan e tale fattore risponde al nome di Adam, un altro vampiro bello come il peccato e altrettanto tentatore che è disposto ad infrangere una lunga serie di regole e leggi per raggiungere i suoi scopi.
I vampiri della Penzo sono belli e dannati, freddi tanto di temperatura corporea quanto di emozioni e con un’aurea di pericolosità che li circonda malgrado si mostrino civilizzati come e più di noi umani. Quello che è certo è che irradiano decisamente un gran fascino e tutti i personaggi dotati di lunghi canini presenti nel romanzo sono molto interessanti.
La protagonista è la migliore di tutte. Pur essendo ancora dotata di un battito cardiaco e di sangue caldo in circolazione, è tosta come i vampiri con cui lavora: calcolatrice la maggior parte del tempo, mostra comunque una vasta gamma di emozioni umane che, per quanto cerchi di combatterle, la rendono più raggiungibile di tutti gli altri personaggi che interagiscono con lei. Arrogante, sfacciata, talvolta addirittura snob sembrerebbe il genere di protagonista femminile che proprio non riesce a ingraziarsi la mia simpatia, Elizabeth invece è stata dotata dall’autrice da “quel certo non so che” che me l’ha resa piacevole fin dal principio.
Lo stile di questa autrice emergente mi è piaciuto tantissimo, scorrevole e spigliato. Con una cura fin troppo dettagliata all’abbigliamento di ogni personaggio incontrato, anche se per poco – quasi come se i vestiti potessero rivelare qualcosa in più del carattere – non si perde però in lunghe e pesanti descrizioni di ogni luogo o contesto che si trova ad affrontare, senza quindi distrarre l’attenzione del lettore da quello che sta accadendo.
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo è che Giorgia Penzo – che so per certo avere una passione le per biografie di personaggi storici femminili – mette le sue passioni in quello che scrive, quindi c’è una ricchezza di dettagli storici che creano un fondamento ancora più credibile al mondo da lei creato: e fidatevi, detto da una lettrice come me - che in storia al liceo ha sempre avuto la media del 5 perché proprio non mi piaceva – significa che il lavoro è davvero ben fatto! Certo se avessi studiato i fatti storici in questo modo, forse a scuola avrei avuto meno difficoltà con la materia :D
Ma dopo tutti gli elogi ovviamente arriviamo alle note dolenti, perché immagino che vi starete chiedendo come mai con tutti questi pregi Red Carpet si è portato via solo 3 gufi – non che il voto sia negativo, assolutamente, ma poteva certamente averne uno in più!
Obiettivamente?? Non mi viene in mente nessun difetto degno di nota. L’unica fonte del voto è il mio gusto personale perché come dico sempre, per quanto lettrice onnivora o quasi, non può piacermi ogni storia indiscriminatamente e quella di Red Carpet non mi ha conquistata particolarmente.
La trama è ben articolata, ci sono un buon numero di momenti di tensione, altri di passione accennata, colpi di scena e intrecci interessanti da svelare, ma non è una storia completamente nelle mie corde. Mi sono sentita poco coinvolta nelle vicende, con il risultato di non aver provato quella smania di leggere senza smettere che per me è un indice di misurazione migliore di tanti altri. La parte romance è decisamente latitante e per quanto l’assenza del solito triangolo amoroso sia sicuramente un punto a favore, l’attrazione tra Lise e Adam scalda l’ambiente senza a giungere a nulla di definitivo.
In più ero convinta che il romanzo fosse un autoconclusivo – non è la prima volta che faccio questo sbaglio – mentre la fine mi ha dato l’impressione che non sia così, che ci siano ancora altre cose da leggere in futuro… infatti una volta buttatami in internet ho scoperto che si tratta di una duologia, quindi i risvolti che sono mancati in questo primo libro probabilmente arriveranno con il seguito.
Resta il fatto che il romanzo di Giorgia Penzo è sicuramente ben scritto e originale e mi sento di consigliarlo a tutti gli appassionati di vampiri (quelli civili ma non vegetariani, ma non quelli che fanno venire gli incubi di notte!) e urban fantasy… anche se io non l’ho apprezzato fino in fondo, nulla non mi impedisce di dire che è un romanzo molto ben fatto.
E ora a voi la parola: conoscevate già questo romanzo? Lo avete letto? Dai, lo sapete che sono sempre curiosa di sentire il vostro parere, non fatevi pregare ^^
E con questo anche per sta’ volta è tutto.
Passo e chiudo :)
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