Editore Mutliplayer.it
Pagine 367
Euro 14,90
TRAMA: Il mondo è in rovina. Dell’umanità non restano che alcuni superstiti: i morti viventi hanno preso il dominio sui vivi, e sono la nuova specie dominante. Diario di un sopravvissuto agli zombie: La Clessidra Infranta è il nuovo episodio della saga survival horror ampiamente acclamata dalla critica. In esso si alternano le pagine del diario che riporta la personale lotta per la sopravvivenza di un militare, e la storia dei sopravvissuti incontrati sulla sua strada, l’ultima speranza dell’umanità nella sua ora più oscura. Prigionieri nel disastro, i personaggi si troveranno da soli e in gruppo a dover affrontare atroci decisioni che potrebbero significare sopravvivere per un giorno ancora, o vagare nell’eterna dannazione di un cammino senza fine in un’orda di zombie…
VOTO:
INCIPIT:
1 novembre
Panama – Task Force Clessidra
Caos. Puro e completo. Lo scenario sottostante assomigliava a quello lasciato dal passaggio di un uragano di forza cinque o di un bombardamento aereo. I canali artificiali rimasti in piedi erano in balia degli elementi e mostravano segni di decadenza e incuria. La giungla sembrava già reclamare la regione del canale, tentando di cancellare le prove della presenza distruttrice dell’uomo, che aveva separato in due il continente un secolo prima.
Alcune creature senz’anima si stavano avvicinando, in cerca di qualcosa, reagendo alle scariche delle loro sinapsi morte.
RECENSIONE:
E con questo titolo si chiude un’altra serie… menomale!!
Vi sembro sconsolata?!? Ebbene sì, lo sono eccome! Questa trilogia edita da Multiplayer è partita con un primo capitolo che si è guadagnato 3 gufi e mezzo e che mi aveva coinvolta fin dall’inizio. Il secondo si era arenato su una valanga di particolari superflui e tediosi relativi agli armamenti e alle tecnologie militari che comparivano nella narrazione, perdendo per strada un intero gufo. Fiduciosamente avevo sperato in una ripresa con i fiocchi per il capitolo conclusivo della saga, ma la delusione è stata ancora maggiore del precedente libro :(
Generalmente, nella maggior parte delle trilogie, il capitolo centrale è una sorta di ponte tra l’inizio e la fine della storia, quindi spesso non è all’altezza degli altri due… in questo caso è stata invece una trilogia in discesa libera… diciamo un precipizio da un esordio promettente ad un finale da “evviva! Finalmente è finito!”
Per chi ancora non conoscesse la saga, Diario di un sopravvissuto agli zombie narra l’apocalisse portata dalla tipica epidemia zombesca di ignota provenienza che contagia nel giro di pochi giorni il 90% della popolazione mondiale. La voce narrante è quella di un militare che decide di disertare quando la situazione inizia a precipitare, scelta che salverà la sua vita e quella del suo vicino di casa. Alla coppia di sopravvissuti in fuga, si aggiungeranno mano a mano altri personaggi che andranno ad arricchire il panorama umano, rendendo meno monotona la lotta per non soccombere ai famelici mangiatori di esseri umani vivi.
Nel secondo libro viene introdotto anche l’esercito – essendo un militare lo stesso autore era prevedibile che lo salvasse almeno in parte, per camminare su un terreno a lui famigliare – perdendo di umanità e guadagnando in noia.
Ma quest’ultimo capitolo… è tutto dedicato all’esercito sopravvissuto!! Non un solo contingente che la fa da protagonista, ma più missioni distaccate tra loro (abbiamo una portaerei, un sottomarino e una squadra che torna alla base militare che aveva dato rifugio ai protagonisti del primo volume, a cui si aggiungono anche i superstiti di una base di ricerca in Alaska e un’organizzazione militare segreta che si affida a computer quantistici per prendere decisioni per tutti quanti – scusate il gioco di parole del tutto casuale!). L’azione rimbalza da un luogo all’altro, da un gruppo all’altro e l’unica costante che accomuna queste parti sono gli zombie, sempre più cattivi e potenti a causa delle radiazioni.
Come già nel secondo volume, ai non-morti assegno 5 gufi pieni perché sono quelli che hanno dato un minimo di spessore al romanzo.
Io non lascio mai una lettura incompiuta se posso evitarlo, ma portare a termine La clessidra infranta è stata un’impresa: almeno una volta al giorno ho avuto la tentazione di lanciare il libro dalla finestra per la NOIA INCOMMENSURABILE che mi suscitava.
Prima di tutto è stata abbandonata – per ovvie ragioni visto che il primo protagonista non ha il dono dell’ubiquità – la forma del diario, cosa che già di per sé non mi ha entusiasmata (restano solo brevi estratti del diario alla fine di qualche capitolo, ma molto pochi!).
Poi il fatto di aver a che fare con diverse squadre militari, tutte con i loro membri e le loro missioni ha reso il coinvolgimento emotivo decisamente sterile… non ho nulla contro i soldati - che provano paura, shock ed emozioni di vario genere come qualsiasi altro essere umano - ma buttare nella narrazione così tante persone senza realmente concentrarsi su nessuna non mi ha fatto provare nessun genere di empatia. Le uniche scosse emozionali che ho provato sono state in occasione degli attacchi da parte delle orde di non morti che camminano praticamente in ogni angolo della terra, in attesa delle poche sporadiche prede che ancora gli capitano a tiro… Lì sì che arrivava la scossa di adrenalina.
Ecco le scene di zombie survival sono state decisamente ben scritte e ideate… ma tutto il resto non mi ha minimamente coinvolto.
In alcuni momenti mi rendevo conto di far scorrere le parole davanti agli occhi senza registrare del tutto quello che leggevo, in attesa che qualcosa attirasse la mia attenzione. Per fortuna non sono stati introdotti nuovi trattati specialistici su armi e similari, ma questa volta ci si ritrova coinvolti in problemi di comunicazioni ad onde corte e lunghe che onestamente non mi sono nemmeno preoccupata di tentare di capire e di pianificazioni e messe in atto di missioni di vario genere… Che palle! Scusate, ma quando ci vuole ci vuole!
Il nostro “caro” protagonista si trova separato da praticamente tutti i sopravvissuti con cui ha affrontato l’apocalisse – dotati tra l’altro di molto più potenziale di tutti i personaggi incontrati in quest’ultimo libro - che si ritrovano a fare da comparse nella maggior parte della storia.
Alla fine per fortuna l’autore dà una spiegazione di come si è arrivati quasi all’estinzione del genere umano, ma ormai ero talmente stufa del romanzo che non sono nemmeno riuscita ad entusiasmarmi. Anche perché dopo pagine e pagine e pagine di noia, l’epilogo è stato rapido come una fucilata… nel momento in cui l’emotività arriva ad avere finalmente spazio… il libro è finito! E tanto per cercare il pelo nell’uovo – ormai critica più, critica meno! – ma un cavolo di nome a questo benedetto protagonista non lo poteva dare l’autore? Ancora adesso non so il suo vero nome, ma soltanto il soprannome che gli è stato affibbiato da uno degli altri personaggi e che resta l’unico nome con cui tutti lo chiamano… faceva schifo sceglierne uno per dargli una personalità??
Va bè, quello che conta è che sono arrivata alla fine di questa deludente trilogia e anche della recensione – quasi!
La cover originale non è il massimo, ma la preferisco a quella italiana ^^ |
L’ultimo dettagli di cui vi voglio parlare, visto che l’ho fatto anche per i due precedenti volumi, è la cover: sempre non mi piace, come le precedenti due, ma alla luce della lettura capisco anche l’essenzialismo e la sterilità che le caratterizza tutte e tre. Certo il marrone di quest’ultima è tra i colori che meno mi piacciono al mondo, ma quanto meno hanno mantenuto lo stesso stile per tutta la saga.
E ora passiamo ai consigli: se già vi siete avventurati in questa saga e volete per forza delle risposte, questo libro non può mancare tra le vostre letture perché porta al pettine tutti i nodi, sciogliendoli. Ma se ancora non avete deciso se iniziare o meno la trilogia… mi spiace dirvi che ci sono in giro zombie stories di gran lunga migliori di questa (cliccate sull’icona Passione Zombies per trovare le mie recensioni dei romanzi letti!) e – cosa che faccio raramente – vi consiglio di spostare il mirino della vostra attenzione altrove.
Poi per carità c’è anche chi ha apprezzato quest’opera (come sempre Goodreads è la mia fonte ufficiale di informazioni in merito) tanto da dargli 4 o 5 stelline… ma si vedono anche tantissimi 2 e 1 (tra cui il mio!!).
Io da parte mia ho trovato il romanzo che vincerà il titolo di Most Boring nella classifica del 2013… potrei sbagliarmi, ma visto che in 11 mesi non ne ho trovati di più noiosi, dubito di trovarne in dicembre.
E con questo passo e chiudo :)
LA TRILOGIA DI J.L. BOURNE
(se cliccate sui titoli, aprite le mie recensioni)
LA CLESSIDRA INFRANTA #3
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