giovedì 18 aprile 2013

Recensione “Oltre l’esilio -Diario di un sopravvissuto agli zombie 2” di J. L. Bourne



Editore  Multiplayer.it
Pagine 310
Euro 14,90
TRAMA:
Negli Stati Uniti e nel resto del pianeta eserciti di non morti si sono levati, non esiste alcun rifugio sicuro dai cadaveri malati affamati di carne umana. Tuttavia, al centro di una zona desolata del Texas, un piccolo gruppo di sopravvissuti cerca di contrastare le migliaia di creature che li stanno accerchiando da ogni parte. Giorno dopo giorno, il diario di un sopravvissuto – un uomo rimasto imprigionato in un cataclisma planetario – ci racconta la sua disperazione e la sua volontà di sopravvivere: unirà le sue forze a quelle di un gruppetto di profughi per combattere i molti nemici senz’anima … Ma nel mondo dei non morti, basta davvero sopravvivere?



VOTO:


Ho atteso con trepidazione il romanzo di cui sto per parlarvi, un po’ perché ero in astinenza di letture zombie in piena regola, un po’ perché il primo della serie mi era piaciuto assai.
Devo dire di essere un po’ delusa da questo secondo capitolo. Il primo (QUI la mia recensione), mi aveva coinvolta tantissimo e si era lasciato leggere alla velocità della luce. Questo invece è andato avanti a rilento, perché la lettura mi era così difficoltosa in alcuni momenti da doverlo accantonare per passare ad altro.
La storia riprende esattamente da dove si era interrotta, dando quel senso di continuità che ci si aspetta da un “diario”.
Per quanto possa sembrare insolito continuare a scrivere gli eventi mentre rischi di morire ad ogni passo (cosa che più volte viene chiesta al protagonista), il nostro eroe tiene informato il lettore di ciò che succede più o meno con regolarità, in base anche alle condizioni in cui si trova.
“Ho pensato sia opportuno continuare a scrivere il diario. So che per il momento dovrei smettere visto che sono troppo occupato a provare a tornare indietro, e scrivere in questa situazione potrebbe rivelarsi pericoloso (per non dire fatale). Ho provato, ma non è durata molto. Scrivo quando posso e mi fa stare meglio. Potrà essere discontinuo o riflettere la mia noia a volte, ma buttare giù qualcosa su un foglio mi mantiene sano.”
Al nostro manipolo di superstiti “civili” si andranno ad aggiungere una grintosa signora sessantenne (una vera donna con gli attributi che avrei voluto conoscere più a fondo) e il giovane nipote di lei.
Ma poteva un militare (qual è l’autore) non salvare anche una parte dell’esercito dall’apocalisse? Ovviamente no. Con l’arrivo dei militari nella storia, l’organizzazione del rifugio post apocalittico e delle missioni ricognitive diventa molto più meticoloso e professionale: aumenta il senso di sicurezza, i mezzi per proteggersi si fanno più efficaci … ma con questi cresce anche un po’ la monotonia, perché arrivati i soldati, il nostro eroe, ancora senza nome (per quanto sia sempre convinta che si chiami J.L.) omette quasi completamente di parlare dei personaggi che tanto mi erano piaciuti nel primo libro, dedicandosi principalmente ai soldati, che sono velocemente diventati ai miei occhi “fantocci” fatti in serie, che non distinguevo tra loro neanche per i nomi, quasi come se fossero solo parti di un’unità più importante che era l’esercito stesso.
Finalmente quando la noia iniziava a pungere fastidiosamente per la prima volta – ATTENZIONE PICCOLO SPOILER -  un incidente di volo riporta il protagonista solo e ferito, lontano dall’Hotel23 e da qualsiasi possibile soccorso, in mezzo all’apocalisse, con zombie che ad ogni passo falso sono pronti a mordergli il sedere (beh, in realtà qualsiasi parte per loro va bene, ma si fa per dire XD). Devo ammettere di aver esultato per la sua disgrazia, convinta che la storia finalmente si scrollasse la monotonia di dosso e per un po’ è stato così.
Una chicca che mi è piaciuta è che le pagine in concomitanza dell’incidente sono tutte sporche e schizzate di sangue (peccato sia grigio e non rosso, come nella pagina del titolo, ma il risultato era lo stesso efficace). – FINE SPOILER
Una volta ritrovatosi in difficoltà … che stress che non abbia un nome, non so mai come chiamarlo … beh, lui comincia a cedere alle fobie e al terrore di fare sbagli che gli costerebbero la vita e diventa a tratti addirittura ossessivo, tornando ad essere molto più umano agli occhi di chi legge …
“Ogni giorno, penso di aver appena scoperto cosa sia la paura. Lo scrivo perché credo sempre di aver afferrato cosa sia, e ogni giorno scopro che non lo sapevo affatto, che si può aver paura in modo molto più intenso”
… anche un militare rodato torna ad essere solo un uomo nei momenti più duri, e questo rafforza il feeling e l’empatia che si erano affievoliti nella precedente parte.
In questo secondo libro della saga viene dato più peso ai famosi zombie radioattivi, che si erano già intravisti nel primo capitolo e che sono molto più temibili dei fratelli “solo morti”. Ora se ne incontrano molti  di più e, oltre a velocità e capacità inusuali per i comuni non-morti, sono  anche più duri a morire e molto meglio conservati: insomma la nuova frontiera dell’orrore! C’è anche l’arrivo di un nuovo personaggio (Saien) che, se non è pure lui un soldato, è militarmente molto preparato, ma non è abbastanza approfondito da potervi dire se mi piace o no, diciamo solo che è indispensabile ai fini della storia.
Non vi dico altri dettagli della trama perché lascio a voi scoprire le sorprese più importanti. Purtroppo devo dire che la noia è presto tornata e mi ha accompagnata fino alla fine e vi spiego subito il motivo. L’autore come sappiamo è un militare, ma quando scrivi per un pubblico molto vasto … non potresti dare più spazio al tuo “IO” di semplice scrittore ?!? Pagine e pagine di dettagli tecnici di armi, dispositivi e mezzi militari di cui non ho capito una beata cippa (e ammetto di averci anche rinunciato dopo un po’, facendo scorrere gli occhi su quelle parole senza soffermarmici più del dovuto!)… ecco questo è stato il difetto più grande che ho riscontrato nel romanzo. E poi posso capire che in modalità “survivor” bisogna staccare la spina e concentrarsi solo sul presente… ma ho notato una totale mancanza di sentimenti umani: il protagonista ammette di non potersi permettere di pensare ad altro che alla sua salvezza, ma gli affetti di solito sono quelli che danno la forza di andare avanti!
Comunque, la storia, gli eventi  e le situazioni che il protagonista si trova ad affrontare, nonché i mostri (che presi da soli meriterebbero 5 gufi!) sono stati tutti ingredienti interessanti e di certo in linea con le zombie stories che amo leggere, peccato siano stati oscurati dal difetto di cui sopra … se armi e soldati vi appassionano troverete in questo libro un’ottima compagnia!
Vengono anche buttate le basi per il terzo ed ultimo capitolo della trilogia: l’azione si sposterà presumibilmente un bel po’ lontano e forse prima dell’epilogo, ci sarà dato sapere dove e come l’apocalisse ha avuto inizio … qualche sospetto viene già suscitato proprio nelle ultime pagine e questo è un bene, almeno ho chiuso il libro con una voglia matta di sapere di più! Quindi ora non mi resta che sperare che l’ultimo titolo della serie (previsto per fine maggio e dal titolo La clessidra infranta) si concentri più sulle azioni in sé, tralasciando i particolari che appesantiscono soltanto la narrazione ai “profani” come me.
Sono stata indecisa fino alla fine se assegnargli 3 gufi o meno … ma ho trovato alcuni punti davvero troppo pesanti per definire piacevole la lettura e quindi ½ gufo ha deciso di volare via. Peccato!! Le aspettative erano alte, forse troppo. Ora attendo il capitolo finale con un misto di curiosità e timore.
Per concludere spendo due parole sulla cover, visto che avevo criticato la prima piuttosto aspramente. Questa volta non è stata scelta tramite concorso, perché ovviamente lo stesso disegnatore si occupa dell’intera trilogia (se capiti qui, ciao Marco :D). La tipologia quindi resta quella schematica ed essenziale della precedente (un cuore, filo spinato, un omino stilizzato …) quindi i due libri si appaiano bene in libreria, ma continua a non essere il mio genere … per fortuna questa volta il colore dominante è il rosso, che mi piace un sacco, e in più non amo nemmeno la cover originale!
E con questo è davvero tutto, quindi passo e chiudo :)

7 commenti:

  1. M'incuriosiva tanto ma non credo sarà tra le mie letture. Bella recensione ^^

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    1. Se ti piace il genere ci sono alcuni titoli interessanti in giro!
      Grazie per il complimento :)

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  2. ciao! sul mio blog c'è un premio per te:
    http://locandalibri.blogspot.it/2013/04/premio-blogger-simpatico.html

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  3. Non appena mi arriva questo, mi fiondo sul primo. Sono curioso e voglio averli entrambi a portata di mano ;)

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    1. E io sono proprio curiosa di leggere le tue opinioni su entrambi ^_^

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  4. Li voglio anch'ioooo!!! :D Ho una teoria, comunque: di solito, in nove casi su dieci e tenendo fuori le dovute e rilevanti eccezioni, il secondo libro è sempre "l'anello debole" della trilogia! XD Il perché non è neanche un mistero (sta parlando del resto una pseudo-scrittrice alle prese da due anni con la stesura definitiva del suo secondo libro, fra parentesi... ci tengo a tirare fuori dal cilindro qualcosa di umanamente leggibile e ad essere una di quelle eccezioni ahaha! XD), e spesso le cose si ripigliano un po' nel libro conclusivo... speriamo sia questo il caso! :D

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    1. Hai proprio ragione... I capitoli centrale di una trilogia generalmente nn mantengono il livelli degli altri, forse perché sono "di transizione" infatti non ho intenzione di fermarmi qui e mi auguro che l'ultimo libro sappia stupirmi! E a te faccio un grande in bocca al lupo per il tuo 2°... Devo decidermi a leggere il primo ;-)

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