Editore Amazon
Euro 0,89
Pagine 114
Formato ebook
TRAMA:
“A scuola con portamento” è un romanzo per ragazze che narra le vicende di un’adolescente, Cristina, alle prese con un momento alquanto delicato della sua vita. I suoi genitori sono separati e lei vive con la madre.
Cri è una mixed race, nata da madre italiana e padre haitiano; il colore della sua pelle è scuro e non sa come valorizzarsi, essendo tanto diversa dalla madre. Non solo, le ragazze più popolari della scuola la prendono in giro e Cri non sa come ribellarsi. Ha soltanto un’amica, Gio, ma non le basta.
Per caso, nota che un’agenzia di moda della sua città è alla ricerca di nuovi volti e decide, accompagnata dalla madre, di partecipare. Superata la selezione, Cri frequenta un corso di portamento, trucco, posa fotografica e bon ton che rappresenta l’inizio del suo cambiamento. Da ragazza insicura e timida riesce ad esternare il suo mondo interiore.
Nel libro diversi capitoli sono dedicati a delle sessioni formative sulle quattro materie del corso; in questo modo la lettrice può imparare tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento e cimentarsi insieme alla protagonista nei vari esercizi. Per tanto, questo ebook è rivolto non solo a coloro che sognano di diventare indossatrici ma soprattutto a chiunque desideri sentirsi meglio con se stessa.
Un romanzo-manuale dedicato al mondo della moda e degli adolescenti, con i loro problemi e la difficoltà nell’aprirsi anche con chi li ama.
VOTO:
Anche oggi ho preparato per voi la recensione di un romanzo italiano di un’autrice esordiente, accompagnata da una piccola intervista alla simpaticissima e gentilissima autrice Antonella Sgueglia. Ma prima di parlare di lei, parliamo del suo romanzo.
A scuola con portamento è una lettura dedicata alle ragazze più giovani ed è un insolito mix tra romanzo e manuale. Il libro parla di Cristina, 14 anni, una ragazzina di razza mista che non ha un bel rapporto con sé stessa: non si piace, si vede brutta e goffa anche a causa degli sberleffi delle famigerate oche bionde e belle che non mancano mai in questo genere di racconto, e mal convive con il colore della sua pelle non proprio bianca e i suoi capelli crespi, eredità del padre haitiano.
La vicenda narra del suo difficile percorso per conquistare la fiducia in se stessi necessaria ad affrontare la vita di ogni giorno, smettendo di paragonarsi a persone che si ritengono erroneamente esempi da imitare (e che nel novanta per cento dei casi sono peggiori degli altri!), imparando a valorizzare le proprie qualità.
Praticamente è la favola del brutto anatroccolo che un giorno finalmente si accorge di essere un bel cigno ed è narrata con toni leggeri ed un linguaggio semplice e diretto che ben si confanno alla fascia di età a cui è dedicato questo titolo.
Il romanzo è infarcito di svariati consigli per chi si affaccia incerto al burrascoso mondo degli adolescenti… alla fine si sa, crescere non è mai un lavoro facile, non lo è mai stato e mai lo sarà, quindi l’autrice ha deciso di inserire qui e là suggerimenti importanti per non farsi sopraffare dalle insicurezze. Ma non è tutto: la parte del romanzo che più assomiglia ad un manuale (senza però diventare noiosa o professionale, ma rimanendo perfettamente amalgamata nella narrazione) è quella dedicata al corso che Cristina vince all’agenzia di moda You Fashion. Il lettore segue con la protagonista lezioni di portamento, di sfilate, di pose fotografiche e di trucco e se alcune cose le ho trovate interessanti persino io che ho passato i 30 anni da un po’, non posso che pensare a quanto piaceranno a delle giovani future donne. Infine la zia di Cristina che ha un salone da parrucchiera sarà un’utile fonte di notizie sulla cura di pelle e capelli.
Questo romanzo mi ha fatto sorridere, ripensando a quando anch’io ero una ragazzina goffa e insicura e sono certa che mi sarebbe piaciuto moltissimo leggere un libro come questo. È una lettura scorrevole e simpatica che, camuffandola tra le regole per valorizzare il proprio aspetto esteriore (che ha la sua importanza perché è il primo che mostri alle persone con cui ti relazioni), sottolinea un verità da non dimenticare: essere belli fuori, non significa essere belli anche dentro ed è quest’ultimo l’aspetto che ti rende una persona migliore… per usare un paragone libresco, un libro con una bella copertina e scarabocchi inutili all’interno, rimane giusto bello da guardare, ma si dimentica anche in fretta.
L’unico appunto che posso fare su questo titolo è che l’autrice me lo ha segnalato per ragazze dai 10 ai 16 anni ma io ridurrei di un anno o due la fascia d’età (anche la minima, perché no)… le sedicenni di oggi sono forse troppo avanti per apprezzare a pieno questo romanzo e poi quella è una fase in cui non sempre si accettano volentieri consigli.
Quindi ora, prima di lasciarvi in compagnia di Antonella, non mi resta che consigliare questo romanzo ad un pubblico principalmente femminile: se siete giovani è perfetto per voi, se lo siete un po’ meno ma avete una sorellina o una figlia perché non lo leggete insieme, potete sempre aggiungere anche qualche consiglio vostro, e se non siete giovani ma vi ho incuriosito comunque passerete comunque qualche ora piacevole.
INTERVISTA AD ANTONELLA SGUEGLIA
È giunto il momento di passare la parola all’autrice. Ciao Antonella. Benvenuta a “I Libri di Lo”.
Grazie a te Lo di ospitarmi, per me è un onore.
Prima di tutto volevo ringraziarti per avermi fatto leggere questa tua opera e ora volevo farti qualche domanda.
La prima che mi viene sempre in mente è “chi è Antonella Sgueglia?”
Antonella è una ragazza solare, di 27 anni, sposata con un uomo eccezionale. Lavora da 8 anni come traduttrice di lingua inglese conservando una passione per la scrittura che soltanto da un anno ha deciso di esternare al mondo. Mi piace leggere, adoro cucinare, sono abbastanza brava soprattutto in dolci e pizze e amo la musica pop. La mia autrice preferita è Susanna Tamaro perché possiede uno stile talmente incisivo che non permette di dimenticare un suo lavoro, mai, nemmeno dopo anni. Antonella è una donna vulnerabile, generosa ma determinata e se qualcuno intende ferirla o attaccare i propri cari, riesce a tirar fuori un’energia sorprendente.
Hai sempre saputo di voler diventare scrittrice?
Ho sempre desiderato diventare una scrittrice. Sin da bambina mi divertivo a creare storie, scrivere poesie e testi di canzoni che tenevo per me perché rappresentava il mio rifugio. Ho sempre letto, soprattutto romanzi di narrativa femminile e storie autobiografiche. Mi sorprende come un libro possa trasportarti in un mondo lontano dal tuo ma allo stesso tempo trarre una morale che ti accompagna per il resto della tua vita. È questo ciò che provo a realizzare attraverso i miei lavori, quello che altri autori hanno fatto per me ossia liberare me stessa dalle ansie e dalle preoccupazioni quotidiane, ascoltando un’altra voce e seguire il suo cammino. Un bel modo di viaggiare con l’anima e col cuore, pur restando comodamente seduti sul divano o a letto.
L’idea di un libro dedicato alle giovanissime come ti è venuta?
Ho scritto un romanzo per le giovanissime per avvicinarmi al loro mondo. Sentivo la necessità di comunicare un messaggio positivo ad una fascia d’età in cui le insicurezze prevalgono sulle certezze e si ha paura di aprirsi, di confidarsi anche alla propria madre perché considerata un insieme di regole e costrizioni. Ecco, nel mio libro provo a spiegare, attraverso la voce dei personaggi, che confidarsi fa bene ed è importante per credere in se stessi e, di conseguenza, vivere con maggior serenità. Provengo da una famiglia in cui l’affetto reciproco è stata la forza per combattere le catastrofi e non riesco ad immaginare come avrei fatto senza il loro sostegno costante. La famiglia è importante come le vere amiche, che si contano sulle dita di una mano perché non ti giudicheranno mai e ti seguiranno sempre qualsiasi cosa tu faccia, non conta se sei bella e importante, importa ciò che sei in realtà, senza maschere fasulle.
Il personaggio di Cristina è ispirato a qualcuno che conosci nella realtà?
In un certo senso sì perché Cristina incarna l’adolescente comune con le sue perplessità. Nel libro ho provato a sfumare diverse personalità in modo da arrivare a tutte le ragazze, altrimenti sarebbe stato un messaggio per poche giovani. Di certo, vi sono elementi in comune tra Antonella adolescente e Cristina, come la timidezza, la moda e l’affetto della madre ma devo ammettere di riconoscermi maggiormente in Gio, la migliore amica di Cristina, ribelle e dolce al contempo, capace di amare appassionatamente e in un attimo allontanarti per sempre dal suo mondo per non soffrire. Sono costantemente circondata da ragazze e bambine e mi rendo conto che anche se la tecnologia e la moda avanzano sempre più – e quindi le vediamo con ipad e trucco a 11 anni – i sentimenti e le emozioni restano sempre delicate in questa fascia d’età.
Tutte le nozioni contenute nel libro provengono da una tua passione per il mondo delle sfilate o le hai cercate apposta per il romanzo?
Sono felice di poter asserire che le nozioni contenute nel libro sono frutto di anni di studio e partecipazione al mondo della moda. Io stessa a sedici anni mi diplomai all’agenzia di moda della mia città, la Free Models Agency di Napoli e fu estremamente importante per rendermi maggiormente sicura in un ambente in cui muovevo da poco i miei primi passi e applicavo quei consigli anche nella vita quotidiana. Avere un buon portamento, sapersi truccare e gli altri suggerimenti sono costruttivi e utili per ogni ragazza. Tuttavia, il messaggio che cerco di infondere alla ragazze è di assorbire questi suggerimenti solo per vivere meglio con se stesse ed affrontare a testa alta e con maggior punteggio le cosiddette “arpie”, ossia le ragazze più popolari. Credere nelle proprie potenzialità è fondamentale per non lasciarci abbattere dalle cattiverie gratuite e dalle difficoltà quotidiane. Ognuna di noi deve trovare in sé la forza per farcela e combattere.
So che in primavera è prevista la pubblicazione di un tuo nuovo romanzo “Dove osano le farfalle”, il titolo è molto bello. Puoi anticiparci di cosa parlerà questo libro?
Certamente, Lo. È un romanzo di narrativa femminile, quindi rivolto ad un pubblico di età maggiore. È una storia d’amore che affronta un tema molto delicato, che non posso svelare, raccontato con leggerezza e humour per far sorridere il lettore o la lettrice. In ogni mio libro cerco di non appesantire il racconto e aspiro all’immedesimazione del lettore nel protagonista o nei personaggi secondari. Ecco perché nei miei lavori delineo identità varie tra loro per far sì che le persone si abbandonino ad una storia che può sembrare reale, tanto vera da confrontarsi in prima persona. Mi piacerebbe avere il tuo parere anche su quest’altra opera appena mi daranno il consenso di poterla diffondere, se sei d’accordo.
Wow! Sarà un grande piacere per me! Hai già qualcos’altro in cantiere?
Sì, c’è un altro lavoro di cui non posso accennare il titolo che è attualmente in valutazione da diverse case editrici. È un’opera a cui ho lavorato di più ed è diversa da tutte le altre per impostazione. È un romanzo di narrativa femminile e la protagonista è una dolce e sensibile ragazza che dovrà affrontare dolori molto forti per la sua età e proverà a rialzarsi con forza e determinazione.
C’è un genere letterario in particolare con cui ti piacerebbe cimentarti in futuro come autrice?
Sì, il genere fantasy. È un po’ che ci rifletto ma reputo sia ancora presto. Ho molto da regalare alla narrativa ma, di certo, non appena la mia mente farà scattare lo stesso “via” che ha guidato la mia mano per gli altri romanzi, mi impegnerò a pieno. È un genere per me nuovo ma con molte potenzialità e sfaccettature da approfondire.
Propositi per il futuro?
Continuerò il mio lavoro di traduttrice di lingua inglese che fa parte della mia vita da 8 anni ed è stata la mia prima passione concretizzata. Proseguo nella promozione dei miei lavori e tenterò di ritagliarmi uno spazio per isolarmi e scrivere una nuova storia, perché fin quando parli dei tuoi personaggi realizzati risulta estremamente arduo crearne di nuovi ed io non amo la ripetizione, i cosiddetti “copia e incolla”. Voglio distinguermi plasmando opere di valore. E per riuscirci ho bisogno di estrema concentrazione.
E con questo siamo pronte a salutarci, ti ringrazio tantissimo per averci regalato un po’ del tuo tempo e ti faccio un grande in bocca al lupo.
Crepi, carissima Lo. Mi auguro di risentirci e di ricevere nuovamente l’onore di essere tua ospite. Un bacio a tutti i tuoi lettori.
E con questo anche per oggi è tutto.
Passo e chiudo
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