sabato 5 gennaio 2013

Recensione di "L'ombra del sole" di Eva Fairwald



Editore Amazon
Euro 0,89
TRAMA
Dora è una ragazzina come tante, con una vita normale e un po' noiosa, divisa fra la scuola e il tempo libero. Un giorno la sua quotidianità viene sconvolta: un demone la attacca mentre aspetta l'autobus per tornare a casa. Un ragazzo la salva e la costringe a seguirlo alla Biblioteca Storica, quartier generale dell'Unione Segreta.
In una dimensione parallela l'Impero del Sole ha sottomesso tutti gli altri popoli, molti sono costretti alla schiavitù, ma alcuni si sono organizzati e pianificano da anni un modo per liberarsi dell'Imperatore Heliodoro. L'Unione Segreta è ormai pronta ad agire e combattere per la libertà.
Perché l'Impero ha inviato dei sicari sulle tracce di Dora? Chi è quel ragazzo che l'ha salvata e che cosa si aspetta da lei l'Unione Segreta?

Siete pronti per un’altra recensione a 4 gufi?? Allora è il momento di parlarvi del romanzo d’esordio di una scrittrice italiana, Eva Fairwald, dal titolo “L’ombra del sole”.
Superati ormai i pregiudizi per gli autori nostrani, mi sono tuffata in questo libro dalla trama interessante… per non riuscire più a staccarmene fino alla fine! Ogni minuto di tempo che avevo, cercavo di macinarmi un capitolo, quindi non ho bisogno di dirvi che ne sono stata conquistata.
Sono sempre un pochino timorosa quando si parla di fantasy, magia e mondi paralleli perché ne è stato scritto talmente tanto, da rischiare sempre di incappare in un lavoro mediocre, noioso e banale: bhè, L’ombra del sole non è niente di tutto ciò.
Fin dalle prime righe mi sono “innamorata” di Dora, la protagonista, che con il suo zaino rosa, i riccioli biondi e gli auricolari bianchi, i viaggi su un pullman arancione (come quello che prendevo io) per andare a scuola, le levatacce alle 6.30 del mattino con scarse capacità di ripresa, mi sembrava descrivere l’adolescente che sono stata anni fa… sì, ok, io non ho mai avuto ricci biondi e ai miei tempi l’ipod non era ancora stato inventato e quindi avevamo i “tecnologicissimi” walkman a cassette, ma a parte i piccoli dettagli, Dora mi ha riportata indietro nel tempo: la sua noia per una vita sempre uguale e il desiderio di novità e cambiamenti sono sentimenti diffusi a 17 anni, in ogni epoca, solo che i suoi hanno origini ben diversi dalla ribellione adolescenziale.  Infatti Dora non appartiene a questo mondo, ma ad uno parallelo dove la magia è di casa, ed è una degli unici due superstiti della strage del suo popolo: il popolo delle stelle, in grado di manipolare e trasformare la pericolosa polvere di stelle senza conseguenze.
Questo è anche il motivo per cui arriva il bel Connor nella sua vita: i tempi sono maturi per combattere l’Imperatore del Sole che aveva sterminato i consanguinei di Dora, e lei e Riccardo (l’unico altro superstite) devono creare le sole armi in grado di ucciderlo.
Detto così può sembrare un gran casino, ma fidatevi che non c’è niente di confuso nello svolgimento della storia: malgrado molti personaggi intreccino le loro strade non si fa nessuna fatica a proseguire nella lettura.
Ma torniamo a Connor, bello e presuntuoso, ha il compito di proteggere Dora dai sicari inviati dall’Impero e di svelarle la sua vera natura: la nostra eroina capisce subito che questa è la svolta che aspettava  con trepidazione e invece di farsi venire un attacco di panico, non fa che cercare di soddisfare la sua curiosità sommergendo di domande il povero Connor. Anche lui come Dora, mi è piaciuto fin dalla prima apparizione e, malgrado in alcuni momenti del romanzo, sia stato irritante e antipatico, mai per un solo momento ho dubitato delle sue buone intenzioni.
Questo non si può dire dell’altro vertice del triangolo amoroso (poteva mancare?!), l’angelo caduto Daemon, che con la sua perfetta bellezza, la sua voce soave e i suoi modi irresistibili mette a dura prova il tenero cuore di Dora… e anch’io ho rischiato di cedere, ma Connor mi piaceva troppo per cambiare tifoseria. Infatti il personaggio di Daemon è molto ambiguo, a volte si pensa che nasconda qualcosa di terribile e intenti egoistici e letali, altre volte si arriva a ricredersi vedendo solo un animo tormentato dagli sbagli del passato e che vuole redimersi: quale sarà il suo vero volto? Io lo so, ma non ve lo dico di certo perché cercare di capirlo è una delle parti importanti di questo romanzo!
Ovviamente loro tre non sono gli unici personaggi, ma sono sicuramente quelli intorno a cui ruota lo svolgimento dei fatti. Accanto a loro si muovono anche lo sgradevole vampiro Antonio Dalgrado (capo di Connor  nell’Unione dei ribelli), la di lui figlia Maira (che è quel genere di personaggio che purtroppo non manca mai, la str…la putt… l’arpia perfida e antipatica), Riccardo (il co-superstite di Dora che per quanto poco approfondito è un bellissimo personaggio), e altri la cui partecipazione all’azione li rende più marginali ma non per questo meno importanti. Tutto il “cast” del libro è stato ben pensato e a ciascuno è stato riservato un ruolo ben preciso che ha influenzato in qualche modo lo svolgersi degli eventi.
Anche il mondo parallelo in cui si svolge parte della storia è molto originale, una città su più livelli sospesi che mi piacerebbe esistesse davvero, in cui la magia e le tecnologie più moderne convivono in un curioso connubio: computer, magie e pozioni si intrecciano nella vita di questo mondo… l’innovazione che più mi ha stupita sono dei demoni manovrabili da un portatile, troppo forti, non è che sono in vendita da qualche parte?
Ma passiamo allo stile di scrittura di Eva Fairwald, prima di spoilerare qualche dettaglio importante (ci sono dettagli che vorrei troppo raccontarvi per lo stupore, la gioia o la rabbia che mi hanno suscitato… ma vi rovinerei parte della sorpresa!) e a due peculiarità che hanno contraddistinto questo suo primo romanzo. Spesso tra la fine di un capitolo e l’inizio del successivo c’è un netto salto spazio-temporale che mi ha fatto tornare indietro di una pagina più di una volta convinta di aver saltato qualcosa… invece non mi sono mai persa una parola, ma questo sistema che all’inizio mi ha leggermente confusa nel tentativo di seguire il filo della narrazione, non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità e ha mantenuto costantemente viva la mia attenzione.
L’altra peculiarità è la narrazione in terza persona (“wow, che innovazione!” Direte voi… lasciatemi spiegare XD): detto così non sembra niente di nuovo, spesso abbiamo letto storie narrate in terza persona e a volte questo sistema ha reso la narrazione più impersonale di una dal pov del protagonista. In questo caso la Fairwald ha sfruttato la terza persona per narrarci le emozioni, i pensieri e i sentimenti di tutti i personaggi sulla scena, facendo zapping da uno all’altro nel giro di poche righe. Inizialmente mi ritrovavo spiazzata perché mi sembrava di guardare la scena attraverso gli occhi ad esempio di Dora, e dopo due righe i pensieri erano quelli di Connor e non coglievo subito il cambiamento. Dopo pochi capitoli ho iniziato ad abituarmi a questo “punto di vista globale” che mi ha regalato una visuale più ampia e dinamica: per capire quello che succedeva non mi dovevo basare solo sulle azioni dei personaggi perché potevo sapere anche quello che non dicevano! Non so se sono riuscita a spiegarmi come vorrei, ma di sicuro questo sistema di narrazione mi è piaciuto un sacco.
E per finire, giustamente, poche parole sull’epilogo: bello e aperto… bello non ha bisogno di spiegazioni; aperto perché concede spazio ad un eventuale seguito, senza però lasciare niente di incompiuto. Tutte le domande troveranno risposte esaustive e tutte le faccende in sospeso avranno una conclusione soddisfacente anche se mi piacerebbe approfondire il “dopo”… io, paladina a spada tratta dell’autoconclusivo, mi ritrovo a sperare di rincontrare Dora, Connor e anche Riccardo di cui vorrei sapere di più.
Visto che ormai non avrete più dubbi sul fatto che io abbia adorato questo libro, cos’altro mi resta da dire? Soltanto “Brava Eva, un esordio coi fiocchi, continua così”.
Ma prima di concludere ho voluto sfacciatamente porre due domande che mi stavano a cuore all’autrice ed Eva Fairwald mi ha gentilmente risposto. Eccole qui:
1- Possiamo aspettarci un seguito delle vicende di Dora e co.?
“Sì, sto lavorando a un prequel per raccontare bene che cosa è successo a Daemon, spiegherò bene il mistero che avvolge il suo passato. Vorrei anche scrivere almeno un seguito, ho già qualche idea, ma per ora ho scritto solo qualche appunto. Se tutto va bene il prequel potrebbe essere pronto per inverno 2013.”
2 – Visto che da lettrice mi piace molto sapere qualcosa in più sulle persone che scrivono le storie che mi appassionano… chi è davvero Eva Fairwald?
“Preferisco mantenere l'anonimato per tenere separata la mia carriera lavorativa dal percorso creativo, sperando che un giorno le due cose possano convergere. Ho 25 anni, quando sono in Italia vivo in un paese di campagna nell'Italia settentrionale con un bel paesaggio ma con una vita davvero limitante... infatti appena ho potuto sono andata a studiare all'università in Germania; sono laureata in lingue straniere e adesso lavoro all'estero, imbarcata per 6 mesi alla volta sulle navi da crociera. È molto faticoso, ma quando riesco a scendere mi trovo quasi sempre in posti magnifici. Sto proprio per partire per un nuovo contratto. A bordo sono la responsabile di tutto il materiale stampato: traduzione dei menu per i ristoranti e dei programmi del giorno, flyer ecc.

E ora vi lascio conon questo piccolo ritratto dell’autrice e l’attesa del suo prossimo romanzo.
Paso e chiudo J
VOTO:

QUESTA RECENSIONE PARTECIPA
AL 4° GIRONE DELLA HOGWARTS READING CHALLENGE DEL BLOG READING IS BELIEVING
 E ALLA READING CHALLENGE 2013 DEL BLOG LIBRI DA FAVOLA


4 commenti:

  1. Io anche lo devo iniziare e spero di riuscire a farlo al più pesto ^^

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    1. Dai dai, inizialo... sono curiosa di sapere cosa e penserai :)

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  2. Molto molto carina..non conoscevo questo libro..cerco di recuperarlo!!

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