venerdì 14 settembre 2012

Recensione di Memento - I sopravvissuti di Julianna Baggott

Editore Giano
Pagine 448
Euro 18,00
TRAMA:
Pressia ricorda soltanto vagamente le Detonazioni o la sua vita di prima. Nel suo armadio, sul retro di un vecchio negozio di barbiere distrutto, dove vive con il nonno, pensa alla sua esistenza perduta, al mondo dei parchi divertimento, dei cinema, delle feste di compleanno, delle madri e dei padri… ridotto ormai a cenere e polvere, ferite, bruciature e corpi fusi, danneggiati. E ora che ha raggiunto l’età in cui deve consegnarsi alla milizia, per cominciare l’addestramento da soldato oppure per essere usata come bersaglio se giudicata troppo danneggiata, non può più fare finta di essere bambina. Pressia ora è in fuga. Ci sono anche quelli che sono scampati all’apocalisse senza ferite. I Puri. Vivono al sicuro all’interno della Sfera, che protegge i loro corpi sani. Eppure Partridge, figlio di uno degli uomini più influenti della Sfera, si sente isolato. Solo. Diverso. Anche lui pensa a ciò che ha perso. La sua è una famiglia distrutta. Il padre è emotivamente distante, il fratello si è suicidato, la madre non è riuscita a mettersi in salvo. L’ordine rigido all’interno della Sfera gli sta stretto e quando crede di intuire, da una frase sussurrata, che la madre potrebbe ancora essere viva, rischia la vita per fuggire.

Difficile, difficile, difficile!
Non il libro, ma la recensione, soprattutto per il fatto che mi sono trovata tra le mani un libro molto più complesso di quanto pensassi.
Siamo ovviamente in pieno genere distopico, quindi si parla di qualcosa che mi piace molto più che un po’!
In testa i pensieri su questo romanzo si rincorrono senza nessuno schema logico, quindi mi riesce più difficoltoso del solito stendere un post sensato.
La protagonista è Pressia, sedici anni appena compiuti (età standard per quasi tutti i distopici: forse perché si trova a metà strada tra l’infanzia e l’età adulta), è nata prima delle Detonazioni che hanno portato il genere umano sull’orlo dell’estinzione e serba ben pochi ricordi di quell’epoca, anche perché allora era solo una bambina: l’unica certezza assoluta che ha è che possedeva una bambola… perché la testa di quest’ultima si è fusa con la sua mano, prendendone il posto irreversibilmente!
Già, perché questi sono gli effetti dell’apocalisse descritta in questo romanzo: le persone che sono riuscite a sopravvivere, oltre alle gravi ustioni riportate, si sono fuse con gli oggetti, gli animali o le persone con cui erano a contatto nel momento delle esplosioni: attraversando le pagine scritte dalla Baggott, ci si imbatte in ogni genere di delirio. Bradwell, uno dei personaggi più belli che avranno un ruolo molto importante nel percorso di Pressia, ha degli uccelli fusi sulla schiena. El Capitan (altro compagno del viaggio di Pressia, che nasce come cattivo, ma che poi cosi cattivo non è) porta fuso sulle spalle suo fratello minore Hedmund. Si incontrano persino delle donne fuse per sempre con i loro figli, che regalano una delle immagini più strazianti del post apocalittico e le Groupie, gruppi di donne fuse tra loro nei modi più bizzarri. Ma questi sono solo alcuni esempi, perché c’è molto di più sulle strade di questo mondo distrutto, compresi esseri che di umano hanno conservato ben poco e che sono molto pericolosi, se non letali, per chi incrocia il loro cammino.
Julianna Baggot ha creato un mondo terribile, cupo, sinistro: un’ambientazione distopica tra le più inquietanti dell’ultimo periodo.
In altri romanzi distopici (tipo Beauty di Westerfeld o Matched della Condie) vediamo una vita del dopo apocalisse completamente gestita da un’autorità superiore che decide per tutti, con l’intento di creare un mondo perfetto, senza più guerre o malattie o dissapori: le realtà in cui si viene catapultati solitamente mi fanno pensare ai colori troppo brillanti e ad una luce talmente forte da essere abbagliante; uno scenario che distrae con una superficie luminosa dai segreti più bui che nasconde al di sotto.
In questo libro invece ho avuto una sensazione di monocromatico e di luce crepuscolare (non so se riesco a spiegare quello che cerco di comunicarvi): non solo per il fatto che tutto è coperto dalle ceneri delle Detonazioni, ma proprio per la mancanza di speranza che si respira… i sopravvissuti hanno imparato a convivere con le loro impensabili menomazioni, vivendo gli uni accanto agli altri, ma mancano quella complicità e quella coalizione necessarie a risollevare le sorti del genere umano: i reduci vivono con l’unica vana speranza di essere salvati dalla Sfera, malgrado odino i loro abitanti per le loro fortune!
La Sfera è l’unico punto luminoso in questo deserto grigio (l’immagine che mi si è creata in testa è di un microcosmo luminoso come i distopici di cui parlavo prima, ma assolutamente privo di colori… solo un fastidioso bianco totale): i pochi eletti che erano nella Sfera al momento delle Detonazioni sono rimasti Puri, protetti dagli effetti dell’apocalisse da un ambiente controllato rigorosamente e gestito in modo che qualsiasi malattia o imperfezione comportamentale vengano curate con alterazioni genetiche e nanotecnologie e, nel caso non sia possibile, eliminate senza pietà! Fin da subito è chiaro che nella sfera niente è rose e fiori: più che l’oasi nel deserto che vedono i Sopravvissuti, sembra una prigione senza via di uscita dove le femmine sane sono destinate alla riproduzione per il ripopolamento, mentre i maschi seguono un percorso di alterazioni comportamentali e mentali per renderli i migliori possibili.
Ma come ogni prigione che si rispetti, anche questa ha il suo punto debole da cui è possibile evadere e sarà proprio da lì che fuggirà Partridge, niente meno che il figlio dell’uomo che dirige la Sfera e che ha contribuito a costruirla.
Come prevedibile, le strade di Partridge e Pressia si incontrano e da qui nulla sarà più prevedibile. Presto tutti i personaggi dovranno venire a patti con una realtà che non è mai come pensavano che fosse: tutto quello che credevano di sapere evapora come acqua sul fuoco, sostituito da verità ancora peggiori.
Julianna Baggott guida magistralmente i lettori in un viaggio in compagnia dei protagonisti in questo mondo desolato e morto, viaggio non solo fisico, ma emozionale: i segreti ci vengono svelati goccia a goccia, indizi sparsi sul percorso come briciole di pane fino alle rivelazioni più grandi che risalgono al tempo precedente le Detonazioni. Il presente acquista un suo perché, per quanto crudele possa essere.
Verso le ultime pagine si ha già intuito parte della storia, ma la rivelazione sui due protagonisti principali (che avviene molto prima) mi ha fatto letteralmente cadere la mascella per lo stupore: in questo ho trovato un gran talento dell’autrice nel non essere mai prevedibile o scontata.
Anche il gran finale riserva dei colpi di scena che non mi aspettavo, preparando il terreno per il prossimo capitolo che sicuramente leggerò.
I personaggi sono tutti molto belli e la storia non lascia molto spazio per tirare il fiato.
MA… lo aspettavate dopo tutta quest’analisi positiva, vero?!
Ma è stata una lettura faticosa. Forse proprio perché non c’è respiro, forse per la difficoltà di visualizzare un’immagine mentale concreta della maggior parte delle innumerevoli menomazioni incontrate o forse per la complessità della storia, fatto sta che arrivata alla fine ero sollevata di poter lasciare quel mondo. Contrariamente a quei romanzi in cui mi perdo, da cui faccio fatica a riemergere interrompendo la lettura e a cui non vedo l’ora di tornare appena ho due minuti… Memento mi ha dato una sensazione di pesantezza psicologica e dopo un po’ avevo bisogno di chiudere il libro per rilassarmi! Sinceramente è la prima volta che mi succede: di solito un libro o mi piace e vorrei leggerlo tutto in una volta, o non mi entusiasma e lo leggo senza correre… questo è il primo caso di un libro che mi è piaciuto, ma che non riuscivo a leggere per tempi troppo lunghi!
Originalità, complessità, cura dei dettagli e dei dialoghi, situazioni e sentimenti narrati, insomma tutto l’insieme, mi fanno dare un voto alto a questo titolo, ma non il massimo: 4 gufetti se li merita, ma il quinto non sono riuscita ad assegnarglielo perché un Matched (distopico bellino, ma mediocre per lo sviluppo dell’idea di base) mi ha lasciata con una gran voglia di leggere il seguito, per cui fortunatamente manca poco… mentre il romanzo della Baggott, per quanto ben fatto, non ci è riuscito. Non fraintendetemi, il seguito lo leggerò sicuramente, ma anche se ci fosse da aspettare un po’ di tempo non ho fretta di averlo.
Ovviamente lo consiglio agli appassionati del genere distopico, ma preparatevi a una lettura che richiede molta concentrazione.
E con questo mi sembra di avervi detto tutto.
A presto J

VOTO:

19 commenti:

  1. *_* questo libro mi ispira come non mai...

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    1. Come ti capisco! Gli ho fatto il filo per tutta l'estate malgrado il proposito di non comprare libri in agosto...finchè il mio paziente marito me lo ha regalato per premiarmi del fioretto estivo (o per non vedermi un giorno sì e uno no con quel libro in mano in libreria XD)

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  2. Complimenti per la bellissima recensione... nonostante la difficoltà dell'argomento ti è venuta benissimo!...Adoro il distopico ma ho paura che questo mi risulti un po' indigesto. ^_^ E' tanto che gli giro davanti in libreria... ma esco sempre a mani vuote! Non so... troppo inquietante! Ma almeno c'è un lieto fine?
    Baci

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    1. Grazie per i complimenti :) Lieto fine?! magari nel prossimo volume... questo lascia intendere che la strada verso l'epilogo è ancora moooolto lunga!!

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  3. Probabilmente alla fine del libro elaborerò un pensiero simile al tuo. Lo sto leggendo a piccoli sorsi, e non posso assolutamente dire che non mi piaccia, anzi. Mi ritrovo spesso a riflettere sulla storia, ma dopo un po' che sto leggendo devo chiuderlo e passare ad altro. Non so, forse è un libro che va metabolizzato, devo ancora capirlo.

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    1. Meno male che anche tu hai bisogno di prenderti delle pause da questa lettura... credevo di essere impazzita: io che perderei le ore di sonno x leggere prendermi una pausa?!? Ora so che sono ancora normale XD

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  4. Ottima recensione! :)
    Io l'ho ordinato proprio questa mattina perché in questo periodo il distopico mi attrae come non mai e le atmosfere cupe e strane di "Memento" mi incuriosiscono ancora di più!

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    1. Allora ti auguro buona lettura... e aspetto di sapere cosa ne pensi ^__^

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  5. Davvero bellissimo :)
    Peccato che abbia trovato troppo brusco il finale, ma il resto è favoloso. Originalissimo, coraggioso e ben scritto!

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    1. Ecco un aggettivo azzeccatissimo che non mi era venuto in mente: CORAGGIOSO ;)

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  6. Bella recensione!!
    Avevo immaginato ci volesse tempo e concentrazione per leggerlo, infatti pur avendolo in libreria sto aspettando il momento adatto (probabilmente dopo la sessione universitaria di settembre). Però la curiosità e le aspettative sono tante... vedremo :)

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    1. In effetti mi sa che fai bene ad aspettare il momento giusto, altrimenti rischi di non apprezzarlo a dovere... ma sono proprio curiosa di sapere cosa ne penserai :)

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  7. bella recensione!!
    lo leggerò sicuramente!mi piace il genere dispotico!!
    poi sono curiosa di scoprire questa storia!!

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    1. Questo libro non può mancare nella libreria di una fan del distopico: malgrado la difficoltà, sono molto contenta di averlo letto... quindi, per quando lo inizierai, buona lettura :)

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  8. Sei riuscita ad esprimerti molto chiaramente, mi è proprio piaciuta questa tua recensione :)

    Io punto "Pure" da quando è uscito in lingua originale e non vedo l'ora di stringerlo tra le mie manine u.u

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    1. Grazie! A volte temo che mettere i pensieri sulla "carta" li renda confusi... ma sta volta pare che sia riuscita a farmi capire XD

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  9. Ciao, ho finito di leggere questo romanzo da una manciata di minuti e mi sono subito catapultato su Internet alla ricerca di possibili spiegazioni sul finale e sono finito su questo blog.

    La recensione è ottima, mi trovi d'accordo. Anche se io non ho provato quella necessità di staccare la spina ogni tanto.

    In conclusione, non vedo l'ora che esce il seguito per vedere come proseguirà la storia, visto che il finale mi ha lasciato un pò con l'amaro in bocca.

    Vincenzo.

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    1. Ciao a te! Il libro lascia proprio con l'amaro in bocca... ma mi sa che dovremmo pazientare mooolto: su goodreads segnalano l'uscita in inglese del secondo volume (Fuse) nel febbraio 2013 o_O
      Speriamo di non dimenticarci tutto nel frattempo :)

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    2. Ah, io avevo letto che Fuse arrivava a fine settembre 2012... Vabbè aspetteremo sperando, come hai detto giustamente tu, di non dimenticarci la storia nel frattempo!

      Ciao!

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