Saga: Hex Hall #2
Editore Hyperion Books
Pagine 359
Euro 5,39
TRAMA TRADOTTA DA ME:
Sophie Mercer pensava di essere una strega. Per questo motivo è stata mandata a Hex Hall, una scuola “riformatorio” per Prodigi delinquenti (streghe, mutaforma, fate). Ma poi ha scoperto il segreto della sua famiglia, e il fatto che la sua cotta, Archer Cross, è un agente per l'Occhio, un gruppo deciso a cancellare i Prodigi dalla faccia della terra. Si scopre così che Sophie è un demone, uno dei due soli nel mondo, l'altro è il padre. Quel che è peggio è che ha poteri che mettono in pericolo la vita di tutti quelli che ama. Ed è proprio per questo che Sophie decide di voler andare a Londra per la Rimozione, una procedura pericolosa che può o distruggere i suoi poteri o ucciderla. Ma una volta arrivata, Sophie fa una scoperta scioccante. I suoi nuovi coinquilini? Sono anche loro dei demoni. Questo significa che qualcuno sta evocando demoni in segreto, con l’intento raccapricciante di utilizzare i loro poteri, e probabilmente non per fare del bene. Nel frattempo, l'Occhio è concentrato sulla caccia di Sophie per ucciderla e stanno utilizzando Archer per farlo. Ma lei non nutre più sentimenti per lui… o sì?
VOTO:
INCIPIT :
(anche qui si tratta della mia traduzione)
“Lo scorso semestre è stato intenso”, dissi a Papà.
“Intenso?” ripeté, prendendo il mio fascicolo. “Vediamo. Il tuo primo giorno a Hecate, sei stata attaccata da un lupo mannaro. Hai insultato un’insegnante, col risultato di aver ricevuto una punizione lunga un semestre nella cantina con tale Archer Cross. Secondo le note, voi due siete diventati “intimi”. Apparentemente intimi a sufficienza perché tu vedessi il marchio dell’Occhio di Dio sul suo petto.”
Io a questo punto arrossii, e sentii le braccia di mamma stringersi intorno a me. Negli ultimi sei mesi, l’avevo aggiornata su gran parte della storia con Archer, ma non su tutto.
In particolare, non sull’intera parte io-costretta-nella-cantina-con-uno-stregone-omicida-che-lavora-per-l’Occhio.
MA-CHE-BELLO-È-QUESTO-ROMANZO???
Demonglass è il secondo volume della trilogia dedicata a Hex Hall, scuola correttiva per esseri soprannaturali adolescenti e ribelli, e a Sophie Mercer. Il primo capitolo della serie mi aveva conquistata completamente per l’ambientazione e la storia intrigante, ma soprattutto per la protagonista, Sophie, dotata di poteri magici grandissimi - che lei non è assolutamente in grado di controllare, tranne in qualche raro caso – e di una inesauribile ironia che mi ha strappato numerose risate.
Nel secondo libro l’ambientazione si sposta da Hex Hall ad una dimora imponente nelle vicinanze di Londra, dove Sophie passerà la vacanze estive con suo padre. Temevo che l’assenza dell’ambientazione scolastica che tanto mi era piaciuta in Hex Hall, andasse a influire sull’intero romanzo, ma ho dovuto presto ricredermi.
In questo nuovo capitolo ho avuto la possibilità di approfondire la conoscenza con la stessa Sophie, che malgrado segnata dalle esperienze vissute nei mesi precedenti è rimasta sempre divertente e imprevedibile; nel frattempo ho avuto modo di scoprire qualcosa in più sulla personalità di Jenna - la vampira compagna di stanza della protagonista che la accompagna in vacanza – nonché di Cal, il fighissimo Malboro-man dotato di rari poteri di guarigione che nel primo libro aveva avuto solo una parte secondaria, mentre in questa nuova avventura è molto più presente e rivela un bel po’ di informazioni sulla sua storia e i suoi sentimenti. Ma credete forse sia finita qui?!? Naaaaah! C’è anche il caro paparino di Sophie che tanto avevo detestato “in contumacia” nel primo libro e che sta’ volta è molto più di una vaga presenza: gradualmente sono riuscita a scoprire quanto il suo ruolo a capo del consiglio lo porti a scelte e comportamenti precisi e prima della fine è riuscito a fare un’ascesa paurosa nella mia scala di gradimento, guadagnandosi il posto su uno dei gradini più alti… è un personaggio decisamente complesso, ma molto più positivo di quanto mi fossi convinta.
Ultimo, ma non per importanza, c’è Archer… ero certa che sarebbe ricomparso e avrei messo la mano sul fuoco che non mi sbagliavo su di lui, malgrado gli eventi raccontassero una verità ben diversa! Uuuuh, che fatica non rivelarvi niente!
Ma tutto questo, che già di per sé sarebbe stato molto interessante e coinvolgente, non è che la punta dell’iceberg che è Demonglass: demoni che non dovrebbero esistere, magie proibite, un antico e pericoloso grimorio, fantasmi fuori dal comune, doppi giochi, personaggi buoni che nascondono marciume e personaggi cattivi che forse non sono cattivi come si crede; ribaltamento di ruoli e certezze, scoperte scioccanti e colpi di scena a valanga… ho perso il conto delle volte che il mio mento è precipitato verso il basso, lasciandomi con la bocca aperta per lo stupore.
E poi c'è un sacco di magia e ho scoperto insieme a Sophie quanto vasto sia il suo potere, assistendo con ilarità ai suoi disastri e con stupore ai suoi progressi.
Sono così entusiasta per tutto quello che la Hawkins è riuscita a infilare in un solo romanzo che vorrei raccontarvi ogni piccolo dettaglio, ma vi rovinerei la lettura.
Quello che posso dirvi è che la storia narrata in Demonglass non annoia nemmeno per un secondo, perchè la curiosità rimane sempre viva e malgrado le tante risposte che troveranno risposte, nuove sorgeranno dalla lettura e lasceranno in attesa del seguito. Ci sono appassionanti scene d'azione e c'è posto anche per un po' di romance: la parte romantica non è assolutamente predominante, perchè troppo spazio era necessario per sviluppare tutto il resto della storia, ma è comunque molto bella ed emozionante.
Solitamente il libro centrale di una trilogia è una sorta di ponte tra un inizio scoppiettante ed un epilogo entusiasmante… ma questa volta il secondo romanzo è riuscito addirittura a superare il primo: speriamo che il crollo non arrivi con il capitolo finale, ma ho dei seri dubbi in merito!
Inoltre, pur essendo solo la terza lettura in lingua inglese, senza rendermene conto ho iniziato a prendere molta più confidenza. Al principio (anche nelle prime pagine di Demonglass) ogni volta che iniziavo a leggere in inglese avevo bisogno di una decina di minuti per ingranare… leggevo le prime frasi senza capire quasi nulla, perché il mio cervello doveva realizzare che quella che leggevo non era la mia lingua madre. Il traguardo che più mi ha dato soddisfazione è che nella seconda metà della storia, una combinazione di entusiasmo per la storia e maggiore confidenza con la lingua, mi ha permesso di prendere in mano il libro e leggere immediatamente con naturalezza, come se stessi leggendo in italiano… per carità il mio fedele vocabolario di Google è sempre a portata di mano, ma il numero di volte in cui ne ho fatto uso si è drasticamente ridotto e non posso fare a meno di pensare a quale vasto orizzonte di letture mi si apre davanti XD.
Ma ora tocca a voi dire la vostra! Avete già letto questo romanzo? Dei due personaggi maschili più affezionati a Sophie, quale preferite: Cal o Archer? Io personalmente adoro Archer, ma Cal è talmente figo in tanti sensi che per ora se la sta giocando alla pari!
Non vedo l’ora di iniziare Spellbound, volume conclusivo della saga, anche perché la “perfidissima” autrice ha ben pensato di concludere Demonglass proprio in cima all’escalation di tensione ed eventi sconvolgenti, lasciandomi con un palmo di naso… ma io l’ho fregata, perché ho già qui il terzo libro che mi guarda e oggi lo inizio immediatamente :D
E con questo è arrivato il momento di salutarvi, quindi passo e chiudo :)
CITAZIONI:
(It sucks that we miss people like that. You think you’ve accepted that someone is out of your life, that you’ve grieved and it’s over, and then bam. One little thing and you feel like you’ve lost that person all over again.)
Fa schifo che le persone ci manchino in questo modo. Pensi di aver accettato che qualcuno è fuori dalla tua vita, che hai sofferto e che è finita, e poi bam. Una piccola cosa e ti senti come se avessi perso ancora quella persona.
(Mom always liked to say that we hardly ever know the decisions we make that change our lives, mostly because they’re little ones. You take this bus instead of that one and end up meeting your soul mate, that kind of thing. But there was no doubt in my mind that this was one of those life-changing moments.)
A mamma è sempre piaciuto dire che difficilmente conosciamo le decisioni che cambiano le nostre vite, principalmente perché sono quelle più piccole. Prendi quell’autobus invece dell’altro e incontri la tua anima gemella, quel genere di cose. Ma non c’erano dubbi nella mia mente che quello fosse uno di quei momenti cambia-vita.
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