lunedì 8 luglio 2013

Recensione "Ombre su New York" di Brenda Joyce

Editore Harlequin Mondadori
Pagine 416
Euro 9,90
TRAMA:
New York, 1902. Non sarà facile questa volta mantenere una mente lucida e analitica per l’investigatrice privata Francesca Cahill. È stata infatti trovata morta, brutalmente accoltellata, l'affascinante Daisy Jones, prostituta d'alto bordo ed ex amante di Calder Hart, fidanzato di Francesca. Seguire le tracce come un segugio sembra portare le indagini proprio alla porta di Calder, gli indizi puntano tutti su di lui, ma Francesca non si dà per vinta. Nonostante le pressioni della famiglia e la rottura del fidanzamento da parte di Hart, che vuole in questo modo tenerla lontano dallo scandalo, la tenace giovane investigatrice è determinata a scavare nel torbido per portare alla luce la verità. Segreti, bugie e un inconfessabile passato mettono la vittima al centro di un quadro inimmaginabile.

INCIPIT:
New York City
Lunedì, 2 giugno 1902, prima di mezzanotte
“Francesca, è stato magnifico da parte tua offrirti di presiedere il Comitato femminile per la raccolta fondi dell’Unione dei Cittadini” esclamò Lady Van Wyck Cahill, tendendo al portiere il mantello di velluto rosso rubino. Sottile, bella ed elegante, sorrideva raggiante alla figlia nell’ingresso della loro casa della Quinta Strada. Al collo sfoggiava un celebre rubino appartenuto a una principessa asburgica.
Francesca era distratta. “Non mi sono esattamente offerta, mamma” rettificò, liberandosi a sua volta del mantello in satin turchese. “So benissimo che siete state tu e la signora Astor a decidere per me”.
Julia spalancò gli occhi, affettando ignoranza. “Tesoro! Come ti è venuta un’idea simile? Pensaci… sei la signora più giovane che abbia mai presieduto il comitato… e so che sarai meravigliosa… lo sei sempre”.
VOTO:
Eccoci qui a parlare della nuova lettura che ho terminato pochi giorni fa!
Ombre su New York è un historical thriller, secondo (più o meno) di una saga che ruota intorno alla figura di Francesca Cahill, giovane donna dell’Alta Società dei primi novecento, con un’insolita passione per i misteri che l’ha portata a diventare un’investigatrice privata, cosa piuttosto insolita per quell’epoca.
Non avevo nessun genere di aspettativa su questo libro, perché in realtà, prima di riceverlo dalla casa editrice, non conoscevo né la serie, né l’autrice… se poi ci aggiungiamo il fatto che non avevo nemmeno letto il primo romanzo della serie (Vittime del peccato), potete immaginare quanti dubbi nutrissi in merito.
Per una volta ho fatto un’eccezione alla regola, prestando questo titolo a mia mamma perché lo leggesse prima di me (cosa rara, rarissima… quasi impossibile!!), senza dirle che apparteneva ad una saga. Lei non ha avuto nessuna difficoltà a leggerlo e non si è minimamente accorta che “i conti non tornavano”. Quindi, rincuorata, mi sono buttata nella lettura.
In effetti questo libro può essere tranquillamente letto anche da chi non conosce il primo… anche perché poi spulciando in internet (precisamente aggiungendo il libro su Goodreads) ho scoperto che questo non è il 2° volume sulla giovane investigatrice, bensì l’ottavo! O_o
Non sono sicura di aver capito la politica della casa editrice che ha deciso di iniziare in Italia la pubblicazione di una serie partendo dal 7° capitolo, resta il fatto che perlomeno il romanzo può quasi passare per autoconclusivo.
Dico quasi, perché, malgrado il caso da risolvere e l’indagine, che vedranno la giovane e intraprendente Francesca affiancare la polizia di New York, iniziano e finiscono nel corso del libro senza lasciare questioni in sospeso, resta il fatto che nel corso della lettura ho perso il conto di quanti riferimenti a eventi già accaduti in passato (e che metterei la mano sul fuoco non si trovano tutti nel primo libro pubblicato in Italia, ma anche nei precedenti) sono inseriti qua e là nella narrazione.
A parte questo dettaglio il romanzo offre una storia scorrevole e intrigante, un tipico giallo in cui gli indizi vengono svelati un poco alla volta, tenendo costantemente il lettore sulla corda nella complicata ricerca della verità.
In questo caso Francesca dovrà addirittura cercare il vero colpevole di un omicidio, per scagionare il suo fidanzato che è il principale indiziato.
Gli intrighi che si nascondono nella storia, i segreti che emergeranno uno dopo l’altro e i vari tasselli del puzzle che andranno a posto mano a mano che le indagini procedono, mi sono piaciuti molto: per quanto in alcuni momenti l’autrice mi avesse dato l’impressione di prendere strade prevedibili, è riuscita lo stesso a stupirmi tirando fuori dal cilindro un coniglio bello grasso… proprio quando ero convinta di aver capito tutto.
Quello che però mi ha portata a dare un voto positivo, ma non entusiasta al titolo sono i personaggi. A parte la folla di nomi e persone che si muovono nelle pagine, senza comunque ricevere un approfondimento eccessivo – alcuni sono solo comparse, ombre sullo sfondo – sono proprio quelli principali a non essere riusciti a conquistarmi: Francesca, malgrado il suo spirito all’avanguardia rispetto al suo tempo e il suo amore incondizionato per il suo fidanzato, mi ha suscitato solo una tiepida simpatia… mentre Calder Hart, il fidanzato appunto, mi è stato sullo stomaco dall’inizio alla fine: l’autrice ha anche fatto in modo di giustificare i suoi comportamenti e di cercare di rivalutarlo agli occhi di lettori e lettrici, ma con me non ci è riuscita.
Per fortuna, tra tutti i personaggi secondari che ruotano intorno alla storia ce ne sono stati alcuni che mi hanno conquistata e con essi le loro storie personali. Già perché le indagini e il rapporto di Francesca e Calder non sono le uniche cose intorno a cui si sviluppa la storia. Ci sono tante altre – più o meno importanti – sotto-storie, completamente estranee al caso da risolvere, di cui Francesca influenzerà l’epilogo: ho avuto a volte l’impressione di “guardare” una puntata di Beautiful, pensando che tutte queste ramificazioni fossero superflue, ma in realtà erano tutte storie molto carine, che hanno finito con l’arricchire il romanzo.
Cover della prima edizione originale
Una cosa che mi fa sorridere è la scelta italiana per quanto riguarda la cover: una foto che trasmette una forte dose di sensualità, caratteristica che viene anche decantata in più commenti visti in giro… ma io tutta questa sensualità non l’ho percepita in maniera così marcata. Sì, ci sono alcuni momenti intimi… ma non quanti me ne sarei aspettati. Per carità, non lo trovo per niente un difetto, ma sicuramente non è la sensualità la caratteristica che sottolineerei di questo libro: il mistero sicuramente sì; l’ambientazione di inizio secolo altrettanto; l’originalità in cima a tutto e l’amore a fare da collante e stimolo per tante scelte e decisioni importanti. Ecco queste sono le cose che rendono questo romanzo una buonissima lettura.
Quindi, indipendentemente dalle mie simpatie e antipatie che possono aver influito sul voto, consiglio certamente Ombre su New York a tutti gli amanti dei romanzi “investigativi” e delle ambientazioni novecentesche, soprattutto se cercate una narrazione ricca e coinvolgente.
Cosa ne pensate? E soprattutto conoscevate già questa autrice?
E con questo passo e chiudo :)

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