Editore Corbaccio
Pagine 224
Euro 16,40
TRAMA:
Ce l'hanno fatta: tre settimane su un'isola deserta al largo di Rio de Janeiro, dove telecamere nascoste li riprenderanno ventiquattr'ore al giorno: saranno attori di un film dalla trama imprevedibile. Sono dodici ragazzi e ognuno di loro ha un motivo particolare per partecipare, sogni da coltivare e segreti da custodire. L'isola è un paradiso, ma il ruolo che i ragazzi scoprono di dover ricoprire è inquietante: undici vittime e un assassino... È solo un gioco, nessuno morirà per davvero, eppure quando Joker viene trovato sfracellato sugli scogli capiscono che il film dei loro sogni si è trasformato in un horror...
VOTO:
Ecco un libro che è rimasto ben poco in Wish List. Non appena ho visto le prime anteprime ho capito che era il mio genere e che doveva essere mio al più presto. Infatti alla data prevista per l’uscita ho resistito fino al pomeriggio e poi mi sono fiondata in libreria per comprarlo, costringendo la povera commessa a tirarlo fuori dagli scatoloni perché ancora non lo aveva esposto… però mi ha rassicurata con un sorriso che non sono l’unica cliente che fa queste cose: menomale!
Ovviamente non è passato neanche un giorno prima che lo iniziassi e… come ogni volta, dovrei ricordarmi che tutto questo entusiasmo non è sempre ripagato da un romanzo all’altezza delle aspettative (infatti noterete che il voto, per quanto positivo, è di soli 3 gufi!).
Angra dos Reis |
Ma vediamo di analizzare il romanzo nel dettaglio. La storia, che tanto mi aveva intrigato e che reputo ancora un’idea geniale, parla di dodici ragazzi e ragazze tra i 16 e i 19 anni che hanno avuto la (s)fortunata opportunità di essere selezionati per un innovativo progetto cinematografico, ideato da un famoso regista, tale Quint Tempelthoff: per 3 settimane saranno relegati in un’isola al largo di Rio de Janeiro, chiamata banalmente Isola e dotata di tutti i comfort e, senza alcun copione, potranno decidere di essere loro stessi o qualcun altro. Ciascuno di loro ha scelto il nome con cui vuole essere chiamato sull’Isola e ha la possibilità di portare con sé soltanto tre oggetti. Delle telecamere li riprenderanno 24 ore al giorno in ogni angolo della location, tranne nei bagni. Ovviamente non tutto fila liscio come previsto… anche perché giunti a destinazione i ragazzi scopriranno di dover fare un gioco: uno di loro pescherà la carta dell’assassino e dovrà tentare di eliminare tutti gli altri senza farsi scoprire.
Io non so che dire, tutto questo mi aveva davvero attirato come il miele con le api!
Premetto che non sono una fanatica dei Reality: non ho mai visto L’isola dei famosi o La fattoria (si chiama così?), ma ogni tanto sono cascata nella trappola del Grande Fratello. Ormai sono passati dodici anni e mezzo dalla prima edizione del GF e all’epoca mi aveva davvero entusiasmata: il pensiero di uno spazio ristretto da dividere con dei perfetti estranei sotto la costante vigilanza di telecamere mi attirava e intimoriva allo stesso tempo. La domanda che più di tutte mi ronzava in testa è “si riesce ad essere sé stessi pur sapendo di essere osservati? O dopo un po’ ci si dimentica delle telecamere?”. Non potrò mai rispondere a questa domanda con un’esperienza personale (e aggiungo un per fortuna), ma sono del parere che non si possa recitare una parte ininterrottamente per giorni e giorni… prima o poi viene fuori almeno qualche assaggio della vera essenza di una persona.
Ma a parte questa premessa (che ha comunque contribuito ad avvicinarmi ad Anger), quello che più volevo scoprire in questo romanzo è cosa sarebbe successo quando il gioco avrebbe smesso di essere divertente.
Il libro parte in sordina, perché ovviamente l’autrice aveva l’esigenza di presentarci tutti i concorrenti. La voce narrante è stata affidata ad una di loro (Joy, nome d’arte Vera), quella più timida e silenziosa, che ha un motivo ben preciso, che esula dalla ricerca di notorietà, per partecipare al progetto. Ho partecipato al viaggio in aereo fino a Rio, al ritrovo dei partecipanti e all’arrivo sull’Isola attraverso gli occhi di Vera: sicuramente non è una partenza rilassata, perché la ragazza è quasi sull’orlo del panico per quello che si sta preparando ad affrontare e quindi trasmette tutto il suo nervosismo al povero lettore, che non può evitare di chiedersi preoccupato come evolverà la situazione. I concorrenti non potrebbero essere più diversi tra loro, ce n’è di ogni tipo dal gigante buono al cinese circense, dall’artista senza capelli con gli occhi di due colori alla puxxxna bionda (ma perché quella non manca mai?), dall’estroversa e logorroica con i capelli lilla al bellone fissato con i muscoli. E questi sono solo alcuni esempi. La prima occasione per conoscerli c’è nel momento in cui si devono presentare singolarmente davanti alla telecamera elencando i tre oggetti che hanno deciso di portare con sé: l’apparenza spesso inganna e la maschera che a volte proviamo ad indossare ancora di più… ma nel momento in cui si deve scegliere solo tre oggetti per isolarsi dal mondo, ecco quelli possono raccontare qualcosa di noi che non volevamo rivelare (io di sicuro, come la simpatica Elfe, tra i tre oggetti ci avrei messo un libro XD).
Tra tutti i nomi e le diverse personalità, temevo di fare confusione, ma l’autrice è riuscita a caratterizzare ogni personaggio a sufficienza per renderlo inconfondibile (e quando temeva di non riuscirci ne sottolineava la caratteristica più evidente, come i capelli rossi di Krys… sì, questa era una critica!), anche se non indimenticabile (temo che nessuno di loro mi abbia lasciato un ricordo in grado di durare più di qualche giorno). Quello meno trasparente di tutti è Solo (il cui segreto purtroppo ho intuito a poche pagine dall’inizio, quindi mi sono rovinata la sorpresa… ma non credo che sia a causa della mia intelligenza sovrumana, ma della stessa autrice: non mi è ancora chiaro se la sua sia stata una scelta o una scarsa capacità di celare meglio gli indizi), che arriva sull’isola con un labrador nero e con un sorriso triste che conquista la protagonista fin dal primo sguardo.
Ognuno di loro, come sarebbe normale anche nella realtà, affronta questa avventura in modo diverso a seconda del carattere, ma tutti sembravano comunque a disagio almeno all’inizio. Però una cosa di cui ho sentito la mancanza è stata un po’ di complicità tra i ragazzi e quel cameratismo che inevitabilmente dovrebbe crearsi vivendo a stretto contatto: questo aspetto della convivenza dei 12 “attori” del reality mi è sembrato molto trascurato; a parte alcune immagini che mostrano un gruppo più o meno numeroso fare delle cose insieme, la sensazione è che non si sia creata una vera intesa tra loro e questo l’ho trovato innaturale, soprattutto considerando l’età! È vero che il gioco ha contribuito a creare diffidenza e ad allontanarli, ma non sono lo stesso convinta di questa scelta.
Come sapete già dalla sinossi, un giorno uno dei ragazzi verrà trovato morto davvero e a quel punto le maschere cadranno e i pochi “concorrenti” rimasti perderanno qualsiasi interesse per il gioco e per il progetto.
Prima di arrivare a questo punto ci sono molte pagine in cui non succede granché; malgrado l’atmosfera sia sempre di tensione e il lettore sia costantemente sul “chi va’ là” in attesa di un colpo di scena, questo non arriva mai. Poi dal ritrovamento del cadavere in poi il ritmo della narrazione si fa sempre più concitato verso un’escalation finale in cui i colpi di scena precipitano nelle pagine tutti insieme: devo ammettere che la Abedi è riuscita a stupirmi, perché non ero riuscita a capire fino in fondo cosa aspettarmi, peccato che ormai tutto il mio entusiasmo iniziale fosse evaporato.
Il POV di Vera lascia saltuariamente il posto ad una narrazione in terza persona che ci mostra lo sguardo che si trova davanti ai monitor che proiettano le riprese dell’Isola in tempo reale: in queste parti (scritte per fortuna in carattere corsivo in modo da distinguerle facilmente) l’autrice ha nascosto ben più di quello che sembra. Avete presente quei quadri in cui non si riesce a vedere nulla finché non ci si concentra su un punto preciso e a quel punto emerge un’immagine (mi pare si chiamano stereogrammi)? Ecco le pagine scritte in corsivo le paragonerei ad un quadro del genere: solo quando l’autrice mi ha detto dove guardare ho scoperto l’immagine di fondo, che è sempre stata lì, ma ben nascosta… tanto che sono tornata a rileggere tutte quelle parti per trovare quello che avevo frainteso! Vi sto confondendo?? Non preoccupatevi, è assolutamente volontario!
Tutto questo è per dire che malgrado la delusione generale che il romanzo mi ha lasciato, non è un libro da scartare perché presenta anche molti pregi: Isabel Abedi è, a parer mio, un’ottima autrice. Il suo stile mi è piaciuto moltissimo, le descrizioni dei luoghi e dei pensieri di Vera riuscivano a trascinarmi completamente fuori da ciò che realmente mi circondava e non le ho trovate mai eccessive o noiose. Nonostante l’età dei personaggi e della protagonista, non ha creato uno young adult, ma un romanzo dedicato a una fascia di lettori ben più vasta ed è una cosa che ho particolarmente apprezzato.
Forse avrei dovuto avvicinarmi a questo libro con meno aspettative perché mi piacesse di più: forse parte della delusione è che mi aspettavo un ritmo più concitato o più situazioni da brivido, più adrenalina e più suspense? Va bè, non voglio certo smontarvi completamente! È sicuramente una lettura piacevole, da fare magari tutta d’un fiato. Il mio consiglio va a chi cerca una storia fuori dall’ordinario, a tratti claustrofobica, con la sua dose calibrata di misteri da svelare e che va’ sicuramente bene anche per chi di solito ha paura del buio… non preoccupatevi, che non avrete gli incubi dopo averlo letto XD
Mi rendo conto che la mia recensione è venuta fuori un po’ più critica di quanto non volessi perché ogni volta che ho trovato un pregio l’ho bilanciato con un difetto… ma vi ho solo detto tutto quello che penso ora che ho finito il romanzo da un giorno abbondante: mi auguro solo di non avervi fatto passare la voglia di leggerlo!
E con questo direi che è tutto. Passo e chiudo :)
Anch'io appena ho letto la trama ho subito pensato "lo voglioooooooo" poi come sempre sono andata a leggere qualche recensione in inglese e l'entusiasmo è un po' scemato.
RispondiEliminaOrmai credo che questo libro oggettivamente abbia dei pregi e dei difetti e non credo che lo leggerò a breve, ci sono titoli che mi "chiappano" di più!
Bella recensione Lo, chiarificatrice come sempre ^^
Grazie per il complimento! Sono convinta che fai bene a dare la precedenza ad altti libri... Questo è carino ma ce ne sono di migliori ;-)
EliminaInteressante!
RispondiEliminaok, do la precedenza ad altri libri!!!!
RispondiEliminabella recensione!!