venerdì 8 marzo 2013

Recensione di "Destined" di Aprilynne Pike



Editore Sperling & Kupfer
Pagine 352
Euro 17,90
TRAMA:
Avalon non è mai stata così in pericolo: una fata dai rarissimi poteri magici minaccia di distruggere il Regno. Solo Laurel può fermarla, tornando ad Avalon e combattendo al fianco di Tamani. Ma David non è pronto a rinunciare al suo unico, grande amore. Così impugna la leggendaria Excalibur e segue Laurel oltre i cancelli del Regno, mettendo a rischio la sua stessa vita. Divisa tra due mondi e tra due amori – uno mortale e uno immortale – Laurel sa che questa volta deve compiere una scelta. Una scelta definitiva. Perché adesso non c’è più tempo, e tutto ciò che ama sta per essere distrutto. Per sempre.





VOTO
Io credo che solo gli amanti dei libri possano capire l’emozione di prendere finalmente in mano l’ultimo volume di una saga iniziata tempo addietro e la malinconia che prende quando si volta l’ultima pagina e ci si rende conto di dover salutare tutti i personaggi che ci avevano così conquistato.
Il romanzo di oggi appartiene proprio a questa categoria. Destined di Aprilynne Pike è il quarto e ultimo libro della tetralogia fantasy iniziata nell’ormai lontano 2010 con Wings. Allora avevo ancora la pessima abitudine (abitudine che non ho del tutto perso, ma che riesco a controllare maggiormente) di comprare subito un romanzo, senza preoccuparmi di quanto avrei dovuto aspettare per leggerne il reale epilogo… tre anni non sono pochi, ma ammetto che, malgrado alcuni dettagli si siano smarriti per strada, i protagonisti di questa saga non sono mai sbiaditi nella mia mente, mantenendo i vividi colori con cui li avevo colorati all’epoca del capitolo iniziale. Questo perché la Pike era riuscita a conquistarmi, creando personaggi e luoghi che mi hanno coinvolta ed affascinata in ogni libro di questa serie.
La protagonista di questi romanzi è Laurel, un’adolescente bella e delicata con strane abitudini alimentari, che nel corso del primo volume scoprirà di non essere umana, bensì una fata. Ho adorato questa piccola eroina, che fino all’ultima pagina mi sono immaginata fragile e delicata, malgrado la sua forza di carattere, e che in ogni momento di queste letture ho desiderato di proteggere da tutti i pericoli che si presentavano sulla sua strada.
David, il fidanzato umano con cui ha un bellissimo rapporto , avrà un ruolo centrale in tutti i romanzi della serie e diventerà parte del solito immancabile triangolo amoroso, quando da Avalon ricomparirà Tamani (per cui non nego di aver avuto un debole fin dalla sua prima comparsa!), un amico di infanzia di Laurel, che di lei è innamorato da sempre. Ma la Pike ha voluto aggiungere un qualcosa al banale triangolo… un quarto angolo: Chelsea, la migliore amica di Laurel, innamorata da molto tempo di David! Non c’è sicuramente da annoiarsi.
Le cose che più mi sono piaciute in questa saga sulle fate sono due: Avalon e appunto le fate!
L’autrice dà di Avalon una descrizione chiara e particolareggiata, in diversi momenti dei quattro libri, tanto da creare nel lettore una sorta di album fotografico di questi luoghi meravigliosi intrisi di magia. L’accademia delle giovani fate, il palazzo delle fate d’inverno, il mercato, Albero Mondo, il cancello d’accesso, i giardini… ogni posto creato dalla penna della Pike ha un suo fascino particolare che, malgrado i numerosi romanzi su Avalon, è riuscito a farmi desiderare di poterlo vedere con i miei occhi.
I romanzi però non si svolgono tutti ad Avalon, anzi direi che la metà esatta si svolge nel nostro mondo e questa è una cosa che apprezzo sempre particolarmente, perché mi permette di immedesimarmi ulteriormente nella storia: per la precisione il primo e il terzo libro, si svolgono quasi totalmente nel mondo umano, il secondo e il quarto oltre i cancelli di Avalon.
La seconda cosa che ha fatto guadagnare alla serie il posto di “preferita” tra i romanzi di questo genere  è costituita proprio dalle fate create dall’autrice: l’idea che le fate non siano creature animali (come l’uomo), ma vegetali è davvero affascinante. Nelle loro vene non scorre sangue, ma linfa. La loro dieta determina il colore dei capelli (Tamani se si nutre di alimenti verdi prende una colorazione verde alla radice dei suoi capelli neri!) ed è costituita principalmente da frutta e verdura. Nascono da germogli, all’interno di giardini che fungono da reparti di ostetricia.  Vengono poi divise in fate di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno (le più rare e dotate di poteri enormi) e in base alla “stagione” di appartenenza rivestono un ruolo di più o meno importanza all’interno della società fatata, perché a quanto pare Avalon è una città estremamente classista. Comunque tutto questo mi è piaciuto tantissimo e ancora di più che le fate femmine, una volta all’anno (in base alla stagione che le identifica) fioriscono letteralmente: sulla schiena sboccia loro un bellissimo fiore (che sostituisce le solite ali colorate a cui ci hanno abituati numerosi autori e disegnatori), che causa nei maschi di fata la produzione di polline dalle mani… un’originale e creativa stagione degli amori liberamente interpretata dalla novella dell’ape e del fiore che ci propinano da bambini XD
Questo lungo prologo è nato dal fatto che non avevo ancora il blog all’epoca delle precedenti letture e quindi non ho avuto modo di condividere con voi l’entusiasmo per questi romanzi… perciò la recensione di Destined si è trasformata in una recensione dell’intera saga! Se conoscete già questi libri portate pazienza, altrimenti mi auguro di avervi fatto venire almeno un po’ di voglia di leggerli!
Ma passiamo al titolo oggetto di recensione: Destined è un capitolo conclusivo un pochino particolare. Contrariamente ai tre capitoli che lo precedono (e che avrebbero preso tutti  4 gufi) questo mi ha entusiasmato meno. Tutto ciò che è avvenuto prima, portava il lettore ad intuire che la sicurezza di Avalon era a rischio e che in un mondo o nell’altro ci sarebbe stata una battaglia finale… il problema è che in questo caso la battaglia definitiva occupa quasi tutte le pagine! Certo cambiano gli scenari e le azioni, ma si tratta sempre di combattimenti, fughe e strategie per tentare di sopravvivere e per salvare il regno delle fate dall’invasione degli orchi, guidati da una fata esiliata in passato la cui sete di vendetta la porta a tentare di distruggere tutto e tutti. Il perdurare di questa situazione di pericolo e minaccia, a cui va aggiunto un numero elevatissimo di morti in entrambi gli shieramenti, produce una lettura che non permette mai di prendere il respiro: la tensione costante, i continui assalti e il graduale scemare delle forze dei nostri eroi non permette al lettore di rilassarsi praticamente in nessun punto del romanzo e questo a lungo andare diventa un pochino stressante, rischiando di minare l’attenzione (questo è anche il fattore che ha determinato il voto).
Resta comunque un valido romanzo in cui i 4 protagonisti, che a questo punto erano diventati per me come degli amici, combattendo fianco a fianco ognuno in base alle proprie capacità, dovranno fare scelte importanti e non sempre facili, mettendo in gioco non solo la propria vita e quella di chi amano, ma anche quella di tutto il popolo fatato.
La cigliegina sulla torta è la rivisitazione della leggenda di Re Artù e di Excalibur, di cui l’autrice dà un’interpretazione tutta sua che inizialmente mi ha fatto arricciare le labbra, pensando che forse avesse lasciato andare la fantasia un po’ troppo a briglia sciolta… ma una volta giunta alla fine non ho potuto che prendere atto del fatto che costituisse in realtà una delle colonne portanti di Destined.
Infine si giunge all’epilogo e anche qui c’è qualcosa che non ho mai visto in un libro: avete presente  quando nei film dopo la scena finale partono i titoli di coda? E dopo c’è ancora qualche scena che spinge la fine del film un po’ oltre? Ecco questo è quello che incontrerete anche in questo romanzo, ma di certo non vi racconto altro!
Per concludere, Destined è il degno capitolo finale di una saga bella e originale: tutti i personaggi, anche quelli secondari, avranno un ruolo e una strada da intraprendere; tutte le questioni verranno risolte anche se, com’era giusto che fosse, non sarà tutto rose e fiori; e i quattro protagonisti troveranno il loro percorso da seguire, chi subito e chi dopo anni. L’epilogo mi ha davvero emozionata perché se tutto fosse stato facile e mieloso sarebbe stato meno credibile, mentre il leggero retro gusto amaro che ci ha infilato l’autrice rende tutto più giusto e realistico.
Quindi se non vi siete ancora avvicinati al mondo di Aprilynne Pike, vi consiglio caldamente di farci un viaggetto: potreste finire anche voi, come me, con l’innamorarvene!
E con questo non mi resta altro da dire, se non “passo e chiudo” :)

Serie Wings al complete… non è bellissima?:

4 commenti:

  1. Bella recensione!
    Questa saga mi incuriosisce molto, penso proprio che inizierò Wings! :)
    Nel frattempo, se ti va, ti invito a passare dal mio blog http://bauledinchiostro.blogspot.it/

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    1. A me è piaciuta molto e in genere non sono proprio una fan delle fate ;-)

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  2. Ma chi sceglie fra i due la protagonista?

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