venerdì 1 febbraio 2013

Dusty Readings #3

Finalmente ritorna la mia rubrica dedicata a quelle letture polverose che ho deciso di rispolverare per poterle condividere con voi… Una buona scusa per rileggere vecchi libri, malgrado tutte le novità che aspettano le mie attenzioni. Per questo nuovo anno mi sono imposta di pubblicare almeno un post polveroso al mese e in gennaio ci sono riuscita per il rotto della cuffia. Ma ho una scusante: il libro che ho scelto per voi è piuttosto lungo. L’edizione in mio possesso risale a Ottobre del 2000. edita da Fazi, e conta 483 pagine… non poche da inserire tra una lettura e l’altra! I dati che vi segnalo sotto riguardano l’edizione economica attualmente disponibile in commercio.
IL PORTATORE DI FUOCO
di David Clement-Davies
Editore BUR
Pagine 628
Euro 12,50
TRAMA:
Nella foresta le cose stanno cambiando. L'antico codice d'onore dei cervi viene infranto dai seguaci del tenebroso Drail e del suo servo Sgorr. Quando il suo più fiero avversario, il nobile Brechin, viene ucciso a tradimento, tutte le speranze del branco sono riposte nel cucciolo Rannoch, nato con una macchia a forma di foglia sulla fronte: forse è proprio lui il Portatore di fuoco di cui parla la Profezia, destinato a riportare la giustizia nelle Terre di Sopra e di Sotto.


VOTO:

Questo originale romanzo parla di Rannoch, un cucciolo di cervo nato con una singolare macchia bianca a forma di foglia di quercia al centro della fronte. Sarà proprio questa macchia a segnare il suo destino. Quando il potere passa nelle mani di Drail, una sorta di dittatore con corna e zoccoli, la serena vita dei cervi avrà fine: questo folle capo branco, spronato dal suo secondo in comando (Sgorr) vuole arrivare a dominare su tutti i cervi delle Terre di Sotto, creando un unico grande branco asservito con la violenza e la paura… infatti la sua presa di potere si aprirà con l’uccisione a tradimento di tutti i cervi nobili votati alla difesa del branco (gli Esploratori), tra cui anche il padre di Rannoch.
Dall’alba dei tempi, narra una profezia che un cervo segnato da una foglia di quercia è destinato a salvare la sorte dei cervi e di tutti gli altri animali (Lera) riportando in vita lo spirito del dio della foresta (Herne). Per questo motivo il piccolo Rannoch passerà la sua prima infanzia a nascondere la sua macchia bianca e, nel momento in cui verrà scoperta, sarà costretto a fuggire con sua madre e un piccolo manipolo di cerve e cuccioli per evitare di essere ucciso.
Nel suo lungo viaggio rischierà la vita tantissime volte, dovrà affrontare gravi perdite e imparare a convivere con il suo essere “diverso”. Il suo percorso sarà lungo e tormentato e accanto a lui si evolveranno anche le storie dei suoi compagni di viaggio e accanto a loro si muoveranno anche altri personaggi molto interessanti appartenenti a specie diverse.
Il romanzo copre un periodo di tempo piuttosto vasto, ben 7 anni, quindi vedremo lo spensierato cerbiatto diventare un cervo nobile e destinato a grandi cose, malgrado lui desideri solo vivere come un cervo normale… ma non è sempre così per i prescelti?
Finora probabilmente vi ho confuso oppure state arricciando il naso perplessi da questa favola con animali parlanti… fidatevi, questo libro è tutto fuorché una favola per bambini (troppa violenza e trama troppo complicata per i più piccoli). È un romanzo molto complesso che attraverso i cervi e la loro vita affronta tematiche serie e profonde, tante e troppe per elencarle singolarmente. L’autore scandaglia una vasta gamma di sentimenti dai più nobili come l’amore e l’amicizia ai più gretti come l’odio e la sete di vendetta. Tutta la narrazione ruota intorno alla famosa profezia e mostra come quello che può essere una luce di speranza per qualcuno, può diventare licenza per uccidere per altri: la solita immortale lotta tra bene e male, ma rivisitata in una chiave completamente inedita.
I personaggi di questo libro sono talmente approfonditi e dettagliati che a volte si potrebbe immaginarli con un volto umano e malgrado le loro vicende siano fin troppo simili ad episodi della storia dell’uomo, l’autore non lascia mai scordare al lettore che sta guardando il mondo con gli occhi di un cervo: malgrado i loro pensieri non siano per nulla animali, i loro comportamenti e i loro istinti sono quelli propri della loro specie. Un mix assolutamente ben riuscito che rende impossibile non immedesimarsi completamente nella storia.
Chi, come me, ha letto e amato La collina dei conigli di Richard Adams, sa quanto una saga animale può coinvolgere ed emozionare e anche se David Clement-Davies non è allo stesso livello ci arriva molto vicino.
Perciò consiglio questo titolo a tutti coloro che hanno amato Moscardo e i suoi amici con le orecchie lunghe, ma anche a tutti coloro che cercano un romanzo diverso dal solito, ma non a chi cerca una lettura leggera.
L’autore ha scritto molti romanzi e questo non è l’unico che ha degli animali come protagonisti (La Visione, che potrebbe essere protagonista di questa rubrica in futuro, parla di lupi), purtroppo in Italia ne sono stati tradotti soltanto due… si vede che non è un genere per tutti. Nel caso vi foste chiesti a cosa faccia riferimento il titolo di questo che vi ho presentato, vi anticipo che lo scoprirete solo nelle ultime pagine del libro.
E dopo quest’ultima curiosità, passo e chiudo :)

ESTRATTO DELLA PROFEZIA:
Foglia di quercia la sua fonte ornerà,
Figlio scambiato sarà la sua sorte.
Parole straniere lui ascolterà,
Bandito, temuto, odiato a morte.

Per monti e per valli dovrà fuggire,
Conoscere luoghi che un cervo non sa,
Segreti oscuri ai Lera scoprire,
Finché in aiuto l'umano verrà…

2 commenti:

  1. Se lo consigli a chi ha amato Moscardo e tutti i conigli del libro di Adams... non posso fare a meno di segnarmelo! :D

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    1. Il genere è lo stesso, secondo me potrebbe piacerti ;)

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