Editore Fanucci
Euro 9,90
TRAMA:
Quando l’uomo vestito di bianco e dalla faccia da ratto finì di parlare, Thomas capì che per lui e gli altri Radurai l’ora delle Prove non era ancora terminata... Il Labirinto e i viscidi Dolenti sono ben poca cosa se paragonati alla lunga marcia che la CATTIVO ha stavolta pianificato per loro attraverso la Zona Bruciata, una landa squallida inaridita da un sole accecante e sferzata dalle tempeste di fulmini, popolata da esseri umani che l’Eruzione, il temibile morbo che rende folli, ha ridotto a zombie assetati di sangue. Nelle due settimane in cui dovranno percorrere i centocinquanta chilometri che li separano dal porto sicuro, la loro meta, tra cunicoli sotterranei infestati da sfere metalliche affamate di teste umane e creature senza volto dagli artigli letali, i Radurai dovranno dar prova del loro coraggio e dar voce al loro istinto di sopravvivenza
Finalmente è arrivato il momento di leggere questo seguito che attendevo con trepidazione… e purtroppo altrettanto rapidamente (sì, lo ammetto è colpa mia!) sono arrivata alla fine, ricominciando l’attesa del prossimo volume, che sarà anche quello conclusivo.
Questa trilogia di James Dashner è composta dai seguenti volumi:
1 – Il labirinto
2 – La via di fuga
3 – The Death Cure (pubblicato in America a Ottobre 2011)
Il genere è originale: sulle copertine dei primi due volumi la definizione è “thriller”, ma è come definire un lupo siberiano “cane”. C’è la suspense tipica di alcuni thriller, ma questo termine è troppo riduttivo per definire questi romanzi: si inseriscono sicuramente meglio nella categoria “distopici post apocalittici”. Il mondo del protagonista (Thomas) e dei suoi compagni di viaggio è un mondo distrutto da un virus che ha ucciso la maggior parte della popolazione mondiale, trasformando i sopravvissuti in folli senza più alcuna umanità e affamati di carne e violenza (quindi mettiamoci anche la categoria “zombie”). Ma questo è solo il background in cui si svolgono le vicende di Thomas e dei Radurai ne “La via di fuga”, perché la loro è una storia diversa da quella del resto dell’umanità.
Nel primo volume vediamo i protagonisti rinchiusi in una Radura (da qui il nome con cui i ragazzi si definiscono), circondata da un labirinto in cui si aggirano esseri mostruosi e letali (i Dolenti). Nessuno di loro sa chi è realmente e da dove viene, né tantomeno perché è lì. Sarà l’arrivo di Thomas e, subito dopo di lui, di Teresa (unica ragazza del gruppo) a stravolgere la routine del labirinto, portando la situazione a precipitare sempre più velocemente, rendendo la fuga l’unica opzione possibile. Ovviamente il riassunto stringato non rende per niente giustizia a “Il labirinto”, ma mi serve per spiegare che nel primo romanzo la situazione era completamente diversa: i protagonisti (e il lettore con loro) capiscono che qualcuno con enormi possibilità li sta mettendo alla prova, una sorta di esperimento di cui né noi, né loro conosciamo lo scopo, ma (a parte qualche breve accenno, che riesce solo ad aumentare le domande senza risposta) nessuno conosce la realtà del mondo esterno alla Radura (infatti la categoria “Zombie” non è adatta al primo capitolo di questa saga).
Ma torniamo all’oggetto del post (dovrei smetterla di perdermi per strada). PREMETTO CHE CI SARÀ QUALCHE PICCOLO SPOILER, ma nulla che rovini i colpi di scena a chi ancora deve leggerlo!
“La via di fuga” ci fa ritrovare i Radurai esattamente dove li abbiamo lasciati alla fine del primo libro. La finta sicurezza che credevano di aver trovato una volta fuggiti dalla Radura, non potrebbe durare meno di così: di nuovo i ragazzi si ritrovano messi alla prova dalla CATTIVO (l’organizzazione dietro a tutti gli orrori che sono costretti a vivere), questa volta nel mondo reale, sotto un sole capace di cuocere le uova, con tempeste di fulmini capaci di incenerire chiunque e abitato dagli Spaccati (gli umani che hanno contratto l’Eruzione) nelle varie fasi della malattia. Quindi non c’è nemmeno il tempo di rilassarsi, che già bisogna ricominciare a lottare per la vita.
Ma fin qui sto parlando della storia e non ho ancora espresso un giudizio personale, quindi iniziamo con la prima parola che mi fa venire in mente questo libro: FRUSTRANTE! Per quanto possa sembrare, non è una critica, ma il libro è stato una fonte continua di frustrazione dall’inizio alla fine: in alcuni punti mi chiedevo “anche questo?... non gli sembra di esagerare? “, e puntualmente succedeva qualcos’altro che me lo faceva chiedere di nuovo. Protagonista indiscusso di questo secondo capitolo è Thomas, che in gran parte del libro vedremo separato dai Radurai: questa è stata una cosa che mi è dispiaciuta, ma credo che lo scopo fosse far rendere conto al lettore del fatto che Thomas è speciale, praticamente la “cavia” più importante dell’esperimento. Un’altra cosa che ho detestato è stato che, fin dalle prime pagine, Dashner separa Thomas e Teresa (che si vedrà ben poco, se non verso la fine)… ma avanzando con la lettura mi sono resa conto che era indispensabile ai fini della storia, quindi sono stata costretta a perdonarlo! Questo evento però ci porta a conoscere nuovi personaggi: Aris, che rivelerà ai Radurai di non essere l’unico gruppo sottoposto ad esperimento, Brenda, Spaccata incontrata lungo il cammino che si unirà alla spedizione con la speranza di una cura, e Jorge, che fa il suo ingresso con Brenda, ma che non avrà un ruolo predominante (peccato, perché è un personaggio che mi piace e mi auguro che abbia ancora un po’ di spazio nell’ultimo volume).
Man mano che la narrazione avanza, Thomas dovrà affrontare prove sempre più dure (psicologiche e fisiche), tanto da mettere a repentaglio ora la volontà, ora la forza di continuare. Ormai è chiaro che dietro a tutto c’è la CATTIVO, che professa nobili scopi per le sue ricerche: qualcosa del tipo “il fine giustifica i mezzi”, ma sono proprio curiosa di scoprire questo fine, per capire se tutto ciò a cui sottopongono i ragazzi è giustificabile.
Se nel primo volume ero arrivata all’ultima pagina con un migliaio di domande senza risposta, alla fine di questo secondo sono diventate un milione!!! Quindi come non saltellare da un piede all’altro in attesa del terzo?!
Questa serie mi ha fatto pensare prima ai film della serie “The Cube” (cancellazione della memoria, labirinti inestricabili, enigmi da risolvere, trabocchetti mortali), poi ad un telefilm che vedevo un paio d’anni fa (di cui purtroppo non mi risulta esistere la seconda serie) intitolato “Persons Unknown” in cui una serie di estranei viene relegata in una città fantasma per una sorta di esperimento: i protagonisti le provano tutte per uscire da quella situazione e ogni volta che credono di aver trovato la via di fuga, si ritrovano in un nuovo incubo, perché l’organizzazione che c’è dietro (non meglio identificata) prevede sempre tutto e ha sempre il controllo su tutto ciò che succede, causando spesso lei stessa gli eventi. Ecco i libri di James Dashner mi fanno venire in mente un frullato delle due cose, con un’ingente dose di originalità.
Mi piace molto la caratterizzazione dei personaggi e la crescita di Thomas. Mi piace anche l’ambientazione post apocalittica davvero inquietante. Non sono certa di essere stata conquistata dagli Spaccati (quelli in fase avanzata di malattia), perché non mi hanno fatto davvero paura, ma loro sono solo una piccola parte dell’avventura (le sfere mangia-testa sì che mi hanno dato un brivido). A volte ho avuto l’impressione che Thomas avrebbe dovuto essere morto da pagine e pagine per tutte le botte subite e le ferite riportate, ma riesce sempre a superare tutto e questo mi è sembrato poco verosimile… però considerando il tipo di lettura parlare di verosimile forse è fuori luogo, voi che dite?
Un particolare che ho ritrovato con rassegnazione in questo secondo libro è la parlata dei Radurai (nel primo era diventata presto fastidiosa, per l’insistenza delle ripetizioni): pive, sploff e più di tutte caspio (in varie forme) ricompaiono nei dialoghi dei protagonisti, ma in questo caso sono inseriti solo quando servono (quasi come promemoria) e mi hanno giusto fatto sorridere, senza irritarmi.
Il mio errore più grande con questo libro? Dimenticarmi che avrebbe avuto un seguito, quindi a una decina di pagine dalla fine ho iniziato a rilassarmi per ritrovarmi con una grossa O al centro della faccia una volta finito di leggere! Ma qui mi rifiuto di darvi indizi sul perché (se l’avete letto lo sapete già, se lo dovete leggere lo scoprirete presto).
Credevo di non avere molto da dire su questo libro, ma vedo che sto scrivendo un poema! Quindi prima che vi addormentiate con il viso sullo schermo, sarà il caso che concludo.
Da amante dei distopici non posso che apprezzare questo romanzo, non fosse altro per il fatto che non so mai cosa aspettarmi: riesce sempre a prendermi in contropiede. Per non parlare della quantità tossica di curiosità con cui mi ha lasciata… mi auguro solo che l’autore riesca a dare risposte esaurienti a tutto, senza scadere nel banale: nutro molte speranze sul capitolo finale!
Lo consiglio a tutti gli amanti dei distopici, dei libri un po’ fuori dalle righe e a chi cerca un romanzo in cui i sentimenti non sono i protagonisti (c’è anche quello, ma non ruota tutto intorno all’amore).
E di voi chi l’ha letto? Cosa ne pensate? Mi da l’impressione che questo sia il tipico romanzo che non ha vie di mezzo: o lo detesti o lo adori.
E ora basta!! A presto J
VOTO:
Cover Originale:
Bella recensione °_°
RispondiEliminaUff, lo voglio anch'io! :(
Però mi scoccia comprarlo cartaceo... il primo l'ho acquistato in edizione e-book, e non mi va di avere una saga metà cartacea e metà e-book, ma non mi va nemmeno di acquistare nuovamente il primo cartaceo (pure perché costa un botto!). Sono proprio combattuto :((
Questo sì che è un bel dilemma! Magari uscirà presto anche l'ebook (ho provato a sbirciare in giro, ma purtroppo non ho trovato notizie in merito)... però è brutto portare pazienza in questi casi ;)
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