Editore Piemme Freeway
Euro 14,90
Pagine 382
TRAMA:
Il cielo è un'oscurità impenetrabile, i corvi e le cornacchie lanciano le loro stridule grida, nubi di pipistrelli riempiono l'aria: sono tutti presagi di guerra e morte perché il Clan dell'Ombra ha conquistato il mondo e sta seminando caos e distruzione. La salvezza è nascosta tra le righe di una profezia, che allude a quattro Prescelti che non potrebbero essere più diversi: Faloan, l'irruente erede del regno dell'Acqua; Aidan, la malinconica e bellissima principessa del regno del Fuoco; Derry, un umile contadino che viene dalle verdi lande del regno della Terra; e Kyla, una pastorella ribelle del regno dell'Aria. I quattro ragazzi, che tengono tra le mani il destino del mondo, hanno una sola certezza: trovare la Creatura dagli Occhi Verdi, un misterioso guerriero che li accompagnerà nella difficile impresa di sconfiggere le forze del male...
Eccomi alla fine di un’altra avventura. Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi è un fantasy in cui 4 prescelti provenienti da 4 regni diversi devono collaborare, sotto la guida di un leggendario guerriero, per salvare il mondo intero dal Maligno. L’idea di partenza è assolutamente buona, ma a parer mio avrebbe potuto essere sfruttata meglio.
Una parola per descrivere questo libro? IPERCROMATICO!!! Non so nemmeno se esiste questo termine, so solo che girata l’ultima pagina avevo terribilmente voglia di guardare un film in bianco e nero!
Mi spiego: sembra che l’autrice abbia una passione quasi morbosa per i colori. Occhi, capelli, occhi, pellicce degli animali, occhi, vestiti, luoghi, occhi (occhi è ripetuto ad oltranza perché sono quelli che vengono nominati più spesso, tanto che a volte dei personaggi non ti ricordi il nome, ma il colore dello sguardo!)… sembra che tutto debba avere un colore dominante, che rappresenta la descrizione principale dell’oggetto/personaggio in questione, quando si potrebbero attribuirgli molte altre caratteristiche che lo distinguerebbero maggiormente.
Apro una piccola parentesi: Marilù Monda è un’autrice di origini italiane che vive a New York. È molto giovane, 19 anni, ed ha iniziato questa saga solo diciassettenne.
Questo per dire che probabilmente molte mancanze (o di contro gli eccessi) potrebbero essere imputati ad una scarsa esperienza: in alcuni momenti non si hanno dubbi sull’età della scrittrice. Per carità questa non vuole essere una critica perché un’esordiente deve pur iniziare da qualche parte e creare il proprio stile sperimentando. Ma non posso evitare di fare un paragone con Christopher Paolini: l’autore della saga fantasy “Il ciclo dell’eredità” scrisse il primo volume (Eragon) a soli 15 anni e il suo stile era già molto più “maturo”, al punto da chiedersi quasi con invidia da dove avesse preso tutto quel talento.
È vero che il genere fantasy non è per tutti, bisogna essere appassionati: io ad esempio non sono una fan accanita e un romanzo di questo genere per conquistarmi deve essere un vero Fantasy (con la F maiuscola). Non sono il tipo che come legge in un titolo o in una trama le parole elfi, draghi, maghi corre a comprare il libro, anzi sono piuttosto selettiva: non mi metto neanche a nominare Tolkien, che con Il Signore degli Anelli ha creato un capolavoro ineguagliabile, ma ad esempio la trilogia di Licia Troisi “Le Cronache Del Mondo Emerso” è stata per me un’esperienza bellissima (non posso dire altrettanto delle due trilogie successive sempre del Mondo Emerso, che non avrebbero avuto il voto massimo, ma un filino sotto). Ma mi rendo conto che sto divagando un po’ troppo…
Tornando all’oggetto di recensione: i quattro Prescelti della Profezia che da il titolo al libro, sono ovviamente i protagonisti del romanzo. Faloan, Aidan, Derry e Kyra, sono completamente diversi tra loro per carattere e provenienza e (a parte i famosi colori che li contraddistinguono) sono ben caratterizzati. Provengono ciascuno da un regno diverso che definisce le loro affinità con un elemento in particolare: Acqua, Aria, Fuoco, Terra, regni che corrispondono ad altrettante località realmente esistenti (Scozia, Galles, Inghilterra, Irlanda). Questa scelta mi è sembrata curiosa: solitamente gli scrittori fantasy creano mondi bellissimi prendendo il meglio del reale, farcito con tonnellate di fantasia, ma la Monda ha preso posti reali (ovviamente adattati al narrato) e gli ha cambiato fondamentalmente solo il nome.
Per quanto riguarda i cattivi della storia (che non possono mancare) sono davvero cattivi e ci fanno assistere a scene di violenza gratuita davvero impressionanti: ma a parte la loro crudeltà non sono sicura di aver capito precisamente chi/cosa siano, però considerando che mancano due libri alla conclusione dell’avventura è normale che certi chiarimenti vengano rimandati di proposito.
In questo primo libro si sviluppano le relazioni tra i protagonisti (che inizialmente non si conoscono e non si guardano neanche troppo di buon occhio) e si delineano le loro personalità, punti entrambi a favore del libro. Fondamentalmente, come tanti buoni fantasy, il fulcro della narrazione è un viaggio (prima alla ricerca del leggendario guerriero e poi verso la missione vera) intorno a cui si svolgono tutti i fatti più importanti. Purtroppo ho trovato la struttura un po’ ripetitiva con l’alternanza di brani in cui i protagonisti avanzano un po’ e altri in cui i nemici li attaccano e cercano di farli fuori. I “brani di avanzamento” sono carini perché danno modo al lettore di conoscere meglio tutti i compagni di viaggio (ammetto di aver adorato i lupi), di contro quelli di combattimento si assomigliano un po’ tutti, soprattutto perché ogni volta i nostri beniamini si salvano la pelle solo grazie ad un intervento esterno, mettendo in dubbio così le loro reali capacità come prescelti.
Probabilmente i fantasy-dipendenti apprezzerebbero molto più di me questo romanzo: comunque, malgrado la serie di critiche che ho snocciolato, non ho trovato “La profezia del lupo” una lettura pesante, anzi decisamente scorrevole, e nutro buone speranze nei successivi volumi (anche se non mi vergogno ad ammettere che, prima di fiondarmi sull’acquisto del secondo, aspetterò un paio di recensioni!). Pare inoltre che non dovremo aspettare neanche troppo, perchè si parla della fine di Settembre 2012.
Quindi, visto che i piatti della bilancia in cui ho messo le critiche e le qualità che ho apprezzato sono quasi in equilibrio perfetto, assegnerò a questo primo libro un voto di mezzo!
E dopo una conclusione in cui non posso non dirvi che trovo la cover bellissima, mi resta solo di chiudere con il solito "A presto" J
VOTO
Sì, la pensiamo praticamente allo stesso modo su questo libro! ^_^
RispondiEliminaConcordo pienamente con te!!
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