venerdì 14 dicembre 2012

Recensione di "Diario di un sopravvissuto agli zombie" di J.L. Bourne



Editore Multiplayer.it
Pagine 254
Euro 14,90
TRAMA:
Il diario quotidiano della battaglia di un uomo per la sopravvivenza, contro le prove che il mondo dei non morti gli propone giornalmente…
Una piaga sconosciuta dilaga sul pianeta. I morti risorgono e, come nuova specie dominante, reclamano la Terra. Imprigionato in una tragedia planetaria, toccano a lui decisioni fondamentali – scelte che faranno la definitiva e assoluta differenza tra la vita o l’eterna maledizione…


Visto che la fine del mondo si avvicina (?!), mi sembra ovvio incrementare il numero delle mie letture apocalittiche.  Questo romanzo non credo abbia bisogno di delucidazioni sul genere che è assolutamente cristallino fin dal titolo.
La struttura del libro è quella di un diario quasi quotidiano (il titolo originale “Day by day: armageddon” rende molto bene l’idea) tenuto da un sopravvissuto alla fine del mondo. I punti guida sono sempre gli stessi: uomo normale con vita normale, virus ad alta mortalità e tasso di contagio del 200%, morti che tornano affamati di carne calda e che invadono il mondo, sforzi per rimanere dalla parte viva della barricata! Che noia, direte voi, sempre la solita solfa… sarà ma a me queste storie non stancano mai! Quindi vi dico che il libro mi è piaciuto ed è scorso via tra le mie mani in un attimo. La struttura a diario rende tutto molto realistico e il lettore vive l’apocalisse attraverso gli occhi del protagonista. Quest’ultimo è un militare, quindi per una volta ci troviamo a fianco di un eroe preparato ad affrontare situazioni estreme, capace di usare la stragrande maggioranza delle armi (io in caso di zombi epidemia potrei giusto usare una mazza da baseball!) e nientemeno di pilotare aerei, quindi di certo non un pivellino che si inventa superman. Com’è ovvio il nostro eroe non resta a lungo solo (sarebbe forse troppo noioso un romanzo con un unico personaggio senziente e parlante… anche se “Io sono leggenda” non mi aveva per niente annoiata!) e trova un compagno di sventure, John, che è anche un ingegnere, a cui dopo molte peripezie si aggiungeranno anche un’infermiera e un chimico: con milioni di persone che potevano trovarsi insieme dopo la fine del mondo, è una gran botta di c..o fortuna che tutti avessero conoscenze utili. Per smussare gli angoli, nel gruppo c’è anche una bambina (non prodigio), un piccolo levriero e una studentessa… menomale! Ma a parte questa spruzzata di sarcasmo, i personaggi mi sono piaciuti molto e il modo in cui si coalizzano per sopravvivere è rassicurante.
Gli zombie creati da Bourne sono i soliti affamati cadaveri ambulanti e gementi a cui siamo ormai abituati, con la sola particolarità che tra di essi ce ne sono alcuni che sono stati esposti alle radiazioni e che sono quindi meno decomposti e molto più veloci dei loro compari meno fortunati: resta il fatto comunque che tutti sembrano conservare briciole di memoria delle azioni ripetute spesso in vita, quindi è piuttosto difficile fermarli con una semplice porta… cosa che li rende decisamente temibili.
Il romanzo, come tanti altri del suo genere, mi ha completamente assorbita ma mi ha creato moltissimi dubbi: mi spiego!
Nel corso di quest’anno ho letto anche i primi due volumi di Apocalisse Z di Manel Loureiro (QUI la recensione del primo e QUI quella del secondo):
la saga parte con il protagonista alle prese con la sua vita di ogni giorno che tiene un blog tipo diario su internet (e che continuerà a scrivere sulla carta una volta crollate le connessioni) attraverso cui il lettore vive l’apocalisse e la successiva difficile sopravvivenza. Non ho potuto fare a meno di notare quanto queste due opere appaiano simili. Loureiro è un avvocato e il suo sopravvissuto è un avvocato, Bourne è un militare e il suo sopravvissuto è un militare. Infine nessuno dei due protagonisti ha un nome: scrivendo in prima persona il loro nome resta sconosciuto.
Io ovviamente, avendo letto prima la saga di Loureiro, nel libro di Bourne ho vissuto una sorta di dejavù… ma a onor del vero bisogna dire che quest’ultimo ha pubblicato il suo “diario” su internet nel lontano 2004, quindi prima che Loureiro si apprestasse a creare la sua Apocalisse.
Con questo non voglio criticare nessuno perché a parte questi dettagli che li accomunano, le storie presto si differenziano e i percorsi dei personaggi sono completamente diversi. L’unica cosa che posso dire è che il libro di Bourne mi è sembrato meno impeccabile del suo cugino spagnolo: non c’èra un’eccessiva cura nella “trascrizione” dei dettagli e questo la rende più realistica… nel mezzo dell’apocalisse se dovessi avere la costanza di scrivere un diario di certo non starei a creare un poema!
Ma mi rendo conto che sto facendo una sorta di paragone e non è proprio quello che volevo.
“Diario di un sopravvissuto agli zombie” è decisamente un bel libro nel genere zombie-story, credibile ed efficace, quindi a tutti gli amanti del genere lo consiglio. Non c’è bisogno che vi dica che questo è solo l’inizio e che seguiranno altri due “diari”, ma pare che i tempi di attesa saranno relativamente brevi.
Ma volendo fare un po’ di critiche: chi ha scelto la copertina??? La versione definitiva è stata scelta tramite un concorso in cui i partecipanti dovevano creare la loro idea e al centro del volume ne sono state inserite alcune, tra cui certe molto ben fatte ed efficaci… andate a sbirciarle e poi ditemi cosa aveva bevuto quello che ha scelto il vincitore!!! Se non avessi letto la trama e se il titolo non fosse stato già una buona presentazione di suo, con una copertina simile questo libro non l’avrei mai neanche degnato di uno sguardo… grrr! Era certo meglio l’originale.
Prima del romanzo vero e proprio c’è inoltre un’introduzione (sì, io sono una di quelle maniache che legge ogni singola riga del libro, compreso “finito di stampare a novembre 2012!!) molto bella che presenta il libro ed è scritta da Z.A. Recht che ha tratto ispirazione dalla versione on-line di questo titolo per scrivere il suo romanzo “The plague of the dead”. Qualcuno di voi lo conosce? Mi piacerebbe molto leggerlo.
E adesso basta sproloqui, perché quando parlo di un libro che mi piace potrei andare avanti ad oltranza.
Quindi vi lascio con il voto e la struttura della serie e, citando giusto Recht, “Godetevelo, cari lettori, godetevelo”.
Passo e chiudo J

Diario di un sopravvissuto agli zombie:
Diario di un sopravvissuto agli zombie
Diario di un sopravvissuto agli zombie - Oltre l'esilio (disponibile da Febbraio 2013)
Diario di un sopravvissuto agli zombie - La clessidra infranta (disponibile da Maggio 2013)

VOTO:

QUESTA RECENSIONE PARTECIPA
AL 3° GIRONE DELLA HOGWARTS READING CHALLENGE DEL BLOG READING IS BELIEVING

E A UNA CHALLENGE DA FINE DEL MONDO DEL BLOG SE TACI MI PIACI


8 commenti:

  1. Bella recensione, Lorenza!
    Io ancora devo leggerlo (ho tante letture arretrate, uff), ma mi intriga molto!
    A me la cover italiana comunque piace molto... sarà che sono per le cover minimaliste e non troppo cariche :P certo è che al concorso han partecipato cover molto più belle e interessanti, però non so quanto fossero adatte ad un pubblico italiano che quando sente parlare di zombie storce un po' la bocca, figuriamoci trovarsi davanti una cover sanguinolenta :P
    Di "The Plague of the Dead" ho sentito parlare ma non ho ancora avuto modo di leggerlo (non è uscito in Italia, vero?)...

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    1. Purtroppo The plague of the dead è ancora inedito da noi (sigh!) ma la speranza è sl'ultima a morire.
      Per quanto riguarda le cover in effetti forse hai ragione... a volte dimentico che il pubblico italiano non è tutto zombie-fan come noi XD

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  2. Ciao,

    io ho fatto la copertina e sono molto contento che abbia ricevuto tante crttiche positive e che altrettanti, come te, l'abbiano odiata visceralmente. In ogni caso il risultato è stato centrato. Sono certo che, se andassi a leggere altre tue recensioni, nel bene o nel male avrai spesso tralasciato di citare pregi e difetti delle copertine di tanti libri che ti sono passati fra le mani. GRAZIE delle critiche! :D

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  3. Risposte
    1. Ciao Marco! Mi auguro che tu non ti sia offeso: la mia critica non era rivolta tanto a te quanto a chi l'ha scelta tra tante :) Come ho notato dal commento di Matteo sopra, il gusto per le cover è molto personale: io da parte mia sono per cover più artistiche (si nota dalla mia rubrica dedicata alle cover) e spendo sempre qualche parola sulle copertine dei libri che leggo, ma solo quelle che mi piacciono tantissimo o quelle che "odio visceralmente" come dici tu... devo ammettere che nella letteratura zombie non ho ancora trovato una cover che mi abbia conquistata, quindi niente di personale.
      Ciao ciao :))

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    2. Ci mancherebbe! :)

      PS
      http://goo.gl/inerz

      Abbiamo appena pubblicato (proprio ieri) l'anticipazione della cover del secondo volume.
      Se mi mandi in mail un indirizzo dove poterlo inviare non appena esce, mi piacerebbe che proseguissi nella recensione della serie.

      mail: marco.sciacqualani@gmail.com

      BYE!

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  4. Lo metto nella wishlist zombiesca LOL sembra carino :D

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    1. Se ti piace il genere, questo devi provarlo! E' molto convincente ;)

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