domenica 29 luglio 2012

Recensione di "Anna Vestita di Sangue" di Kendar Blake

Editore Newton & Compton
Pagine 288
Euro 12,90
TRAMA:
Suo padre lo faceva prima di essere ucciso dal fantasma che stava cercando di annientare. E ora Cas, armato del misterioso pugnale athame, continua la missione: viaggia di città in città insieme alla madre, una strega, e al suo gatto fiuta-fantasmi, alla ricerca di spiriti malvagi. Quando arrivano a Thunder Bay per eliminare quella che la gente del posto chiama “Anna vestita di sangue”, Cas non si aspetta nulla di diverso dal solito. Si trova invece di fronte a una ragazzina posseduta dalla rabbia e vittima di maledizioni, uno spirito diverso da quelli che è abituato a distruggere. Indossa ancora il vestito che aveva quando fu assassinata, nel 1958. Dal giorno della sua morte, Anna uccide chiunque osi entrare nella dimora vittoriana vecchia e cadente in cui un tempo viveva. Gli spiriti delle sue vittime penetrano il legno marcio delle pareti, strisciano sul pavimento ammuffito e viscido delle cantine, senza trovare pace… Per qualche strano motivo però, Anna non uccide Cas. Anzi, si rivela l’unica in grado di aiutarlo a trovare il fantasma maligno che lo ha privato del padre. Così, insieme agli altri strani amici del giovane, streghe e stregoni in erba, formeranno una squadra disposta ad affrontare ogni pericolo. Ma Cas dovrà risolvere un problema ancora più difficile di questo: quale sarà infatti il destino di Anna?

È la prima volta che riesco a chiudere il libro e accendere il computer subito dopo, quindi mentre inizio a scrivere la recensione sto ancora elaborando le sensazioni lasciatemi da questo romanzo.
Credevo che sarei stata entusiasta… ma non è così! Sono un po’ perplessa perché il libro NON è un brutto libro assolutamente, ma avrei voluto rimanerne più coinvolta.
L’errore che ho fatto probabilmente è stato aspettarmi un libro che mettesse i brividi e invece non ci è riuscito. La storia mi è piaciuta molto: un cacciatore di fantasmi adolescente, entità soprannaturali pericolose e mortali, personaggi secondari che hanno conquistato da subito la mia simpatia avrebbero dovuto far entrare “Anna vestita di sangue” nella mia lista dei preferiti, però manca qualcosa.
Ma andiamo con ordine.
Il protagonista Cas ha ereditato dal padre (ucciso da uno dei fantasmi che cacciava) il pugnale athame che gli permette di fermare e uccidere definitivamente i fantasmi: non tutti ovviamente, ma solo quelli che sono rimasti tra i vivi pieni di rabbia, follia o risentimento e che proprio sui vivi sfogano queste frustrazioni post-mortem, spesso riproponendo all’infinito il momento della loro dipartita.
Il libro parte subito con grinta presentando una tipica serata di “lavoro” di Cas e si capisce immediatamente che non è un gioco da ragazzi e che i “cattivi” fanno sul serio.
Mi ha fatto sorridere il nome che l’autrice ha affibbiato al nostro “gosthbuster”  (e guai chiamarlo così!), infatti Cas è solo il diminutivo di Teseo Cassio ( o_O), risultato di due genitori eccentrici che hanno voluto trovare un incontro tra le loro passioni (la mitologia greca e Shakespeare) e che lui devo ammettere porta con gran disinvoltura… io avrei covato rancore verso i miei genitori per tutta la vita!
Al principio Cas si presenta come un personaggio borioso e piuttosto antipatico, ma poiché nel sangue mi scorrono 7 serie di Buffy l’ammazzavampiri ero certa che fosse solo una maschera: alla fine quando conduci una vita quasi nomade alla ricerca di spiriti cattivi, non è che hai la possibilità di essere come tutti gli altri e inevitabilmente questo “dono” ti isola e a volte (anche se immodestamente) ti eleva su un piano superiore. Infatti alla prima occasione si inizia ad intravedere il vero Cas che ha dei sentimenti e molta più umanità di quanta non voglia mostrare.
Sul suo percorso, nella caccia al fantasma di Anna Korlov (che da il titolo alla storia) il protagonista incontrerà inaspettatamente l’amicizia nelle figure di Thomas (apprendista stregone che legge nel pensiero) e Carmel (“reginetta” della scuola che si rivelerà tutt’altro che oca), nonché l’amore… ma qui non vi rovino la sorpresa!
Ci saranno delle perdite… personaggi secondari per cui non si sprecherà tempo a dispiacersi, ma soprattutto la prima mi ha colta impreparata per la violenza e la rapidità con cui è accaduta, anche perché il tono di narrazione fino a quel momento era stato quasi adolescenziale, quindi non mi aspettavo una scena “splatter” da una riga all’altra: ma questo non è un difetto, anzi a quel punto ho pensato “bene, comincia il rock’n’roll”.
Però più che rock, ho ballato una mazurka… più allegra magari, ma meno impegnativa!
Insomma la storia è bella, il nemico è davvero cattivo, i personaggi e le loro relazioni sono particolari e piacevoli, c’è magia bianca e nera, tutto ciò che serve per fare di “Anna vestita di sangue” un buon romanzo… e ancora non capisco perché non mi abbia convinta! Potrebbe essere a causa di una scrittura che mi è sembrata indirizzata ad un pubblico più giovane, con momenti volti a sdrammatizzare la gravità della situazione… che però sdrammatizzano troppo, interrompendo la tensione che dovrebbe essere sempre presente in un vero libro di fantasmi: a volte credo che essere cresciuta con veri horror, di quelli che danno gli incubi la notte, mi renda un po’ immune a questa “terra di mezzo”.
Quella che ho davvero trovato super è la storia di Anna: un fantasma terrificante che nel corso di cinquant’anni ha ucciso un numero enorme di persone, adolescenti e vagabondi… e che in vita era un’adolescente sfortunata con una brutta storia che l’ha portata alla morte. Il momento in cui il passato di Anna ci viene svelato è davvero emozionante, anche perché mai mi sarei aspettata quello che le è capitato… quindi un punto all’autrice! E il cambiamento che avverrà in lei nel corso del romanzo non la renderà meno affascinante
Ma vedo che nel mio sproloquio mi sto dilungando terribilmente.
Quindi vi parlo dell’impressione che anche Kendar Blake come me sia una fan di Buffy The Vampire Slayer e che da lì abbia preso un bel po’ di ispirazione. Le similitudini che ho trovato sono:
- Cas è un eroe solitario che combatte il male e porta un nome assurdo… come Buffy
- l’eroe viene affiancato da due amici, tra cui uno stregone e una comune mortale… così come Buffy era affiancata da due amici, solo che la strega era la ragazza e il comune mortale il ragazzo
- Cas ha un mentore che spulcia sui libri e lo aiuta dove lui non arriva (Gideon)… Buffy il signor Giles
- il nome di un personaggio: Will Rosemberg nel libro… e Willow Rosemberg in Buffy
- infine anche l’autrice fa nominare a Carmel la cacciatrice di vampiri
Perciò che dite, mi immagino e basta le somiglianze?
Ma vediamo di arrivare a un dunque dopo tutte queste considerazioni.
Il libro secondo me è ideale per chi vuole avvicinarsi alle storie di paura, senza osare troppo… ma lo può leggere chiunque con piacere a patto di non farsi aspettative esagerate.

Con questa recensione inizierò a mettere la famigerata valutazione a “stelline” da 1 a 5… ma visto che come immagine profilo ho un gufo che legge, al posto delle stelle userò dei gufetti (e mano a mano aggiornerò anche le vecchie recensioni)

VOTO:

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