Editore Selfpublished
Pagine 326
Euro
18,00 (cartaceo) – 2,99 (ebook)
TRAMA:
Mentre Sàkomar
prosegue ad essere sconvolta dalla distruzione condotta dal Principe
Alessandro, Fabio, Roby e Valenthine si allenano per provare a vincere la
guerra e tornare nella propria dimensione. I pericoli sono però in agguato.
Riuscirà Roby a dominare l'irruenza dell'Aria? E Fabio a fronteggiare il
pericoloso Minotauro? Infine Valenthine sarà in grado di mantenere un segreto
capace di ribaltare le sorti di un mondo che sembra destinato alla catastrofe?
Intanto l'Oracolo è sempre più debole e non può nulla contro gli Elgwish, i
Custodi del Tempo e delle Dimensioni, che vogliono chiudere i Portali per
sempre, confinando i Principi a Sàkomar.
VOTO:
RECENSIONE:
Ormai è passato quasi un anno
da quando vi parlai per la prima volta di questa trilogia fantasy per ragazzi,
in occasione della lettura del primo volume –
I quattro principi di Sakomar, Il regno dell’acqua di cui potete leggere QUI
la recensione. Il primo libro della saga era stata un’inaspettata sorpresa e mi
aveva conquistata contro ogni mia previsione. La narrazione finiva sul più
bello. Dopo aver seguito la principessa Christine attraverso il suo
addestramento e la sua scoperta del mondo di Sakomar, ero stata costretta a
salutarla mentre si accingeva a partire per la guerra che minacciava il regno
da troppo tempo.
Ero davvero curiosa di scoprire
cosa sarebbe successo dopo… ma per farlo mi tocca aspettare il terzo libro. Già
perché il volume centrale della trilogia
si svolge contemporaneamente al primo e quindi non svela il seguito che
tanto agognavo.
Il libro si concentra sugli
altri 3 principi di Sakomar, le due sorelle e il fratello di Christine, e ci
mostra la loro crescita e le loro esperienze dal momento del loro arrivo nei
loro rispettivi regni, fino a quando la guerra è imminente.
Ogni
capitolo è dedicato a uno solo di loro, quindi il lettore rimbalza tra il Regno
della Terra, il Regno del Fuoco e il Regno dell’Aria; da Fabio a Roby a Vale;
in un susseguirsi di scoperte e avventure che vedono protagonisti a turno i tre
fratelli.
Anche
questa volta Cristina Cumbo ha superato se stessa, soprattutto
per quanto riguarda la fantasia. Se credevo
che nel primo libro avesse messo tutto l’immaginabile, ho dovuto ricredermi, perché
c’erano ancora cose che potevano essere aggiunte e con tre regni diversi a cui
dare forma, non c’era il rischio di “sovraffollare” lo scenario.
I luoghi e gli esseri
fantastici che li popolano sono davvero straordinari. Sarà che ho avuto l’impressione
che l’autrice abbia acquistato sicurezza nella stesura del secondo libro; sarà
che ero già preparata al suo stile caleidoscopico e alla sua smisurata
fantasia, ma anche questa volta non sono riuscita a trovare eccessivi tutti gli
elementi che Cristina Cumbo ha inserito nel suo romanzo. Anzi in realtà, mi sorprendevo di pagina in pagina di come
una sola mente potesse avere tutte le idee originali che ho trovato ne Il risveglio.
Una delle cose che più mi sono
piaciute sono i cross-over con il primo libro. Come vi dicevo prima i tempi di
svolgimento dei due volumi sono gli stessi, quindi è stato bello ritrovare particolari del primo libro, visti però con gli
occhi di un altro personaggio.
Il titolo del secondo volume
probabilmente fa riferimento ai poteri dei tre principi, che ho visto crescere
e svilupparsi un capitolo dopo l’altro, fino al totale risveglio delle loro
potenzialità che sono davvero incredibili e affascinanti.
La parte romantica è poca e
trascurabile, ma effettivamente non rimaneva molto spazio per delle storie d’amore,
quindi non ne ho sentito la mancanza.
Sicuramente
continuo a consigliare questa saga a chi non l’ha ancora iniziata: avrete a che
fare con un’opera capace di stupirvi e conquistarmi.
Mi spiace solo di non aver
potuto dare un voto più alto a questo secondo libro, perché sicuramente è
ammirevole il lavoro che l’ha portato ad essere quello che è. Il mio problema
più grande – e come amo sempre sottolineare, è un problema mio personalissimo –
è stato riuscire ad immedesimarmi con i tre protagonisti. Per quanto intriganti
e coinvolgenti abbia trovato i loro mondi e i loro addestramenti, non sono
riuscita ad entrare in sintonia con nessuno di loro tre. La mancanza di empatia
mi ha impedito di emozionarmi fino in fondo, come piace a me. Fabio, Roby e
Vale sono rimasti solo tre personaggi di carta che non sono riusciti a
trascinarmi completamente a Sakomar, come invece aveva fatto in precedenza
Christine. Questo probabilmente è dovuto al continuo rimbalzare da uno scenario
all’altro, da una storia all’altra. Ovviamente non è un difetto del romanzo in sé,
ma sono io che ho difficoltà con questo stile narrativo.
Quindi continuo ugualmente a
consigliarvi la lettura spassionatamente, mentre da parte mia ricomincio ad
aspettare il terzo e ultimo libro in cui se ne vedranno sicuramente delle belle
e in cui finalmente saranno decise le sorti di Sakomar.
Passo e chiudo :)
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