domenica 27 aprile 2014

Recensione "World War Z" di Max Brooks

Editore Cooper
Pagine 307
Euro 18,00
TRAMA: Comincia in uno sperduto paesino della Cina. E subito dilaga in tutto il mondo. La piaga, la peste ambulante, l'epidemia. La guerra degli zombi. Creature mostruose che contagiano e fagocitano il nostro pianeta, la nostra casa. I sopravvissuti sono pochi. Una storia irreale? Il semplice parto della fantasia di uno scrittore? Forse. Max Brooks, con l'artificio di una raccolta di interviste "sul campo", dà vita a un affresco in cui le tante e diverse voci ricreate e animate in questo libro parlano di guerra, sofferenza e solitudine, ma anche di speranza, coraggio e nobiltà.

VOTO:
 

INCIPIT:
La chiamano in molti modi: la Crisi, gli Anni bui, la Peste ambulante, ma anche con nomi più trendy, come guerra mondiale degli Zombi o prima guerra degli Zombi. A me personalmente non piace quest’ultima etichetta, perché presuppone un’inevitabile seconda guerra degli Zombi. Per me sarà sempre la guerra degli Zombi, e anche se molti possono contestare l’esattezza scientifica della parola “zombi”, farebbero fatica a trovare un altro termine universalmente riconosciuto per le creature che hanno quasi provocato la nostra estinzione.

RECENSIONE:
Avete presente quelle belle zombie stories che vi tengono incollati al divano, col libro in mano e l’adrenalina che schizza a mille, qualche sano incubo notturno e la giusta dose di strisciante disgusto che non guasta mai?! Quelle storie che piacciono tanto a noi appassionati di non-morti (trattasi di libri o di film, il succo non cambia)? Sapete di cosa parlo?
Ecco, scordatevele del tutto e ripartiamo da capo, perché World War Z – La guerra mondiale degli Zombi non ha niente in comune col genere di cui sopra.
A questo punto qualcuno di voi sono sicura che è tornato a sbirciare i gufetti, convinto di aver visto male al primo sguardo: non preoccupatevi, non ci sono errori, i gufi assegnati al romanzo sono 4, tondi e soddisfatti, per il semplice motivo che per una rara volta ho deciso di assegnare il voto al romanzo considerato oggettivamente e non al piacere che ne ho tratto leggendolo.
Già, perché l’opera di Max Brooks merita di essere valutata obiettivamente, tralasciando le sensazioni personali (che voi avrete comunque il “piacere” di leggere più avanti nel post!), perché si tratta di qualcosa di mai visto. Se l’originalità fosse fonte di guadagno, Max Brooks sarebbe milionario!
Non mi era mai capitato di incappare in un libro talmente geniale e affascinante come WWZ e dubito che mi capiterà molto presto di trovarne un altro simile.
L’autore esce completamente dallo stereotipo del libro zombi.
Il suo romanzo non racconta una storia o il progredire di eventi. Questo libro è un resoconto di guerra, un documento “storico” della più devastante guerra mondiale che l’umanità abbia mai affrontato, una raccolta di memorie post-belliche sul periodo più buio del pianeta intero.
La guerra mondiale degli Zombi – esattamente come il nome stesso dice – riguarda tutto il mondo, nessuno escluso: piccole e grandi potenze; tanto le sovrappopolate città, quanto i continenti sperduti e poco abitati. Nessuno si salva dal dilagare del virus che riporta in vita i morti in modo che possano dare la caccia ai vivi.
Le testimonianze vengono raccolte quando la guerra ormai è alle spalle e riguardano i vari periodi di questa odissea apocalittica: gli inizi (quando la gente per la maggior parte ancora non capiva cosa stava accadendo, complice la disinformazione), il Grande Panico (quando la piaga comincia a propagarsi a macchia d’olio e i mezzi per arginarla non sembrano per niente sufficienti), la guerra vera e propria (condotta diversamente nelle varie parti del mondo) e il ritorno al presente e alla normalità (per quanto la normalità non sia certo più quella che si godeva nel periodo precedente i morti viventi).
I racconti di chi questa guerra l’ha vissuta, magari in prima linea, ed è sopravvissuto sono crudi e a volte cruenti e lasciano trasparire traumi che lasceranno il segno a lungo, se non per sempre, negli animi di chi c’era… certe azioni, certe decisioni e certe esperienze non si possono dimenticare! Le persone cercano di guardare avanti, ma l’ombra del passato continua ad aleggiare nei cuori.
L’autore, nei panni dell’intervistatore, mostra ai lettori come hanno affrontato la guerra le varie parti del mondo e tutto è talmente accurato, spiegato fin nel minimo dettaglio, che in alcuni momenti mi dimenticavo persino di star leggendo un’opera di fantasia. Certo bisogna ammettere che la miriade di particolari politici, militari, sociali e religiosi che contribuiscono a rendere “reale” questa esperienza di lettura, rallentano drammaticamente il ritmo della narrazione, col risultato che l’impressione dominante che ne ho ricavato è stata una noia simile a quella che mi suscitano i veri libri di storia (chiedo venia, ma storia è sempre stata la materia che più odiavo dopo geografia, quindi potete capire il mio pessimo rapporto col genere!).
Un altro “difetto” che mi ha reso WWZ decisamente più pesante di altri libri sugli zombie è il fattore umano, che spesso è latitante, subissato dai dettagli di cronaca narrati con professionalità, soprattutto nelle prime parti del libro. Più ci si avvicina alla fine tanto dell’opera, quanto della guerra, emerge maggiormente, ma non quanto avrei voluto. Forse è il fatto che i vari personaggi che raccontano le loro esperienze, ai miei occhi non hanno preso del tutto forma come esseri umani con cui provare empatia: ero talmente presa a leggere i loro resoconti e ad orientarmi in tutte le nozioni che contenevano che nella mia mente non sono riuscita a visualizzarli davvero.
Questo ovviamente è andato a discapito del mio coinvolgimento emotivo e della passione che ho messo nel leggerlo. Ecco cosa intendevo con giudizio oggettivo del romanzo: WWZ è di certo un piccolo capolavoro, ma NON una di quelle letture che si divorano avidamente senza nemmeno prendere fiato.
Avevo sperato di innamorarmi di questo libro (complice il fatto che il film che ne hanno tratto mi è piaciuto al punto di vederlo tre volte in una settimana!), ma quello che mi ha suscitato è più un sentimento di profondo rispetto. Proprio per questo rispetto, mi sento di consigliare a tutti gli appassionati del genere zombie World War Z, perché sicuramente è una chicca che non può mancare in una collezione zombesca, ma partite armati di pazienza… così, per sicurezza, poi magari voi vi appassionerete al testo più di quanto non abbia fatto io. Quello che ha creato quel geniaccio di Max Brooks è una delle opere più affascinanti di questo genere: non vi farà saltare sulla sedia, ma vi lascerà con la sensazione che la guerra contro gli zombi sia appena finita… o che possa anche iniziare domani XD
Una volta terminato il libro ho anche capito perché il film prenda giusto spunto da quest’opera… portare sullo schermo il libro così com’è non era probabilmente fattibile, quindi hanno inserito nel film dettagli riconoscibili (ad esempio la quarantena di Gerusalemme, che nel film da vita ad una scena molto suggestiva), creando però un protagonista che potesse legare a sé il pubblico per tutta la durata della storia. Va detto che per quanto World War Z film mi entusiasmi, esso mostra a malapena un terzo dell’originalità del titolo da cui è nato.
E ora cosa mi resta da dirvi? World War Z… leggetelo e guardatelo!
Adesso sono solo curiosa di sapere le vostre opinioni.
Passo e chiudo :)

7 commenti:

  1. Il film, purtroppo, non mi è piaciuto per niente. Chissà come mi sembrerebbe il libro :)

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    1. Come ho scritto, il libro è tutta un' altra cosa quindi magari ti piacerebbe molto di più ^^

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  2. Il libro è un capolavoro assoluto. Il libro più bello che ho letto negli ultimi anni. Il film non c'entra nulla se non per il titolo ed è davvero pessimo.

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  3. Questo libro ce l'ho da un sacco di tempo lì nella libreria e non mi decido mai a leggerlo :D Però la tua recensione così positiva ed entursiasta mi fa venire voglia di leggerlo al più presto :)

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  4. Libro stupendo!! *____* Il film, tutto considerato, non era neppure da buttare, anzi, l'ho trovato carino... ma il romanzo di Brooks è tutta un'altra storia! Comunque capisco cosa vuoi dire a proposito del fattore del coinvolgimento emotivo, Lo, anche se per me, probabilmente, è stato l'esatto contrario: difatti mi sono emozionata tantissimo durante la lettura, decisamente meno mentre ero in sala! ^^

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    1. Finalmente qualcuno che nn ha bocciato il film in toto... Cominciavo a sentirmi sola!. Fattore emotivo a parte, il libro è su un livello decisamente superiore della pellicola :-D

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  5. LIbro capolavoro, nella mia top 5 dei libri più belli di ogni tempo. Capolavoro del genere Zombi, del genere Ucronia, e della Letteratura in toto.
    Il film con il libro ha in comune solo il nome ed è una delle peggiori schifezze che abbia mai visto (e ne ho viste tante)!
    Ciao
    Alessandro

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