giovedì 3 aprile 2014

Recensione "Requiem" di Lauren Oliver

Editore Piemme Freeway
Pagine 334
Euro 17,00
TRAMA: Mi chiamo Lena e sono infetta, perché mi sono innamorata di Alex in un mondo in cui l'amore è considerato una malattia, e come una malattia viene curato. lo e Alex siamo scappati, ma poi ci hanno separati. Io sono andata avanti, ho incontrato Raven e gli altri ragazzi della Resistenza. Ho imparato a combattere per quello in cui credo, a lottare per essere davvero me stessa. E ho incontrato Julian che è il ragazzo più dolce del mondo e mi vuole con sé. Poi però Alex è tornato, quando pensavo di averlo dimenticato, quando mi ero convinta di riuscire a fare a meno di lui. E ora, mentre il mondo attorno a noi cade a pezzi, io sto male, e penso che forse avevano ragione loro: l'amore è davvero una malattia!
VOTO:

INCIPIT:
Ho ricominciato a sognare Portland.
Da quando è tornato Alex, resuscitato ma anche cambiato e distorto come un mostro di quelle storie di fantasmi che raccontavamo da bambini, il passato ha ripreso a insinuarsi nella mia mente. Ribolle attraverso le crepe quando sono distratta e mi agguanta con dita avide.
Per tanti anni mi avevano messo in guardia proprio riguardo a questo: il peso opprimente che sento in petto, i frammenti d’incubo che mi seguono persino mentre sono sveglia.

RECENSIONE:
(ATTENZIONE: SPOILER PER CHI NON HA LETTO I PRIMI DUE ROMANZI)
Ed è con questo titolo che si conclude la trilogia di Delirium della bravissima Lauren Oliver.
Che dire? Questa saga è stata una continua rivelazione, anche se non priva di piccole delusioni nel corso di lettura, ma resta comunque una tra quelle che ho preferito.
Come Chaos, anche l’ultimo volume della trilogia non è riuscito a raggiungere la perfezione (non che mi sia mai successo di incontrare tre libri a cui assegnare il voto pieno… chissà perché), ma in Requiem ho trovato qualcosa in più che nel capitolo precedente.
Sarà perché la figura di Julian – che mi piace da morire preso da solo, ma che non riesco a vedere con la protagonista – è costante, ma non preponderante come nello scorso libro?
Sarà che finalmente c’è di nuovo il mio adorato Alex, anche se molto cambiato rispetto al passato e anche se non ha più una storia d’amore con Lena? In fondo vorrei vedere voi: immaginate di essere pronti a sacrificare la vostra vita per la persona che amate e dopo soli sei mesi (dico 6 MESI!!!) la ritrovate tra le braccia di un altro… non sareste un tantino contrariati?!? Cavoli, sei mesi sono davvero troppo pochi, soprattutto per una Lena che non aveva mai ceduto prima all’amore o Delirium che dir si voglia (tanto che questo è uno dei motivi che ha fatto guadagnare a Chaos il voto più basso tra i tre libri).
Ma tornando a Requiem, la cosa che più mi è piaciuta è il ritorno di Hana. Lei, la migliore amica di Lena fin dall’infanzia; lei che ha tradito Lena quando voleva scappare con Alex; lei che racconta al lettore la sua vita dopo la cura, che non è così perfetta come tutti la descrivono.
I capitoli del libro si alternano tra i POV di Lena e Hana, sviluppando due storie in contemporanea, dai lati opposti della barricata e in contesti completamente agli antipodi. Ho trovato questa idea dell’autrice molto efficace e coinvolgente e ho avuto anche conferma della prima impressione che avevo avuto di Hana: vorrei un’amica come lei… è un personaggio davvero bello e ben riuscito, con i suoi difetti tipicamente umani, ma con un cuore talmente grande da non venire totalmente sottomesso dalla cura.
La parte raccontata da Hana è stimolante principalmente a livello emotivo, mentre Lena ci aggiunge anche una massiccia dose di adrenalina perché ormai gli Invalidi - i non curati – non sono più al sicuro in nessun luogo, nemmeno nelle Terre Selvagge, e la lotta per sopravvivere si fa sempre più dura e serrata, mentre si prepara l’inevitabile faccia a faccia finale con chi vive al di là del muro: la situazione deve giungere ad una svolta prima o poi, nel bene o nel male, e quel momento è sempre più vicino e si sente l’ombra di questo cambiamento in arrivo per tutto il romanzo.
In tutto ciò ho avuto finalmente la possibilità di “incontrare” la mamma di Lena anche se devo ammettere che è stata una delle delusioni di Requiem: mi sarei aspettata di vivere un’emozione più intensa! La Oliver ha preso una strada per la riunione di madre e figlia che ben si integra nel contesto della storia, ma non mi ha soddisfatta completamente… insomma non dico che doveva fare una pantomima strappalacrime, ma da una persona che ha lottato tutta la vita per difendere il proprio diritto di amare, mi sarei aspettata un pochino più di amore, quanto meno in maniera più evidente! Certo questa è solo la mia opinione… mi piacerebbe leggere la vostra, se avete già letto il romanzo (o se lo leggerete!).

Comunque, malgrado i piccoli difetti che non hanno certo rovinato il piacere regalatomi da questa saga, Requiem è stato una lettura appassionante, una corsa senza sosta verso l’epilogo (perché smettere di leggere con il dubbio di cosa si celasse nel capitolo successivo era una tortura), un’escalation di azione ed emozione verso i decisivi capitoli finali da cui non riuscivo a staccare gli occhi, fino al momento in cui l’autrice – proprio come immaginavo – non è riuscita a farmi commuovere.
Cosa non mi è piaciuto in particolare? La parte in cui la Oliver rappresenta gli Invalidi come le bestie che si raccontava fossero: la scelta di essere liberi di scegliere (gioco di parole voluto) ha portato molti di loro a incattivirsi e a vivere come bestie… il solito quadro poco lusinghiero dell’”animale uomo” che mi auguro sempre di non trovare e che immancabilmente compare nei romanzi sia distopici che zombie.
Cosa invece mi è piaciuto? Principalmente due cose.
In primis la gestione del triangolo amoroso che tanto mi aveva contrariata in Chaos: a questo punto della storia le priorità sono molte e differenti e al triangolo – che in realtà c’è e non c’è – viene dato il giusto spazio, quasi marginale per la maggior parte del tempo, o quanto meno è così che l’ho percepito io.

Secondo, ma non per importanza, l’epilogo: ho avuto ciò che mi auguravo, anche se purtroppo non tutti mi hanno accompagnata fino alla fine (qualche perdita dolorosa era inevitabile), e in più la possibilità di immaginare il dopo.
So che molti hanno criticato il finale troppo aperto, un finale che non dice che si conclude tutto quanto, ma che rappresenta un messaggio di speranza. Questo è il tipico finale con cui sono cresciuta: quella che io chiamo “happy end?” perché poi potrebbe accadere di tutto. Oggi la maggior parte delle saghe ci racconta per filo e per segno cosa accade a ogni personaggio più importante e che piega prende precisamente la situazione narrata, mentre la Oliver dà al lettore la possibilità di aggiungere ciò che non si vede… per scrivere un finale “chiuso” sono convinta che ci sarebbe voluto mezzo libro in più o il sacrificio di altre parti.

Quello che tanti hanno visto come un difetto, come un “essere incompleto” del romanzo, io l’ho trovato un piacevole distinguersi dalla massa! Per me è stato come se l’autrice mi dicesse che l’importante era stato il viaggio e non la destinazione ed è una cosa che ho apprezzato tantissimo.
Sì, perché il lungo viaggio percorso nella trilogia Delirium è stato davvero bello per la sottoscritta e, come è accaduto con i primi due volumi, torno a consigliare questi libri a tutti gli appassionati di distopici.
E ora come sempre tocca a voi.  So che i pareri su Requiem non sono stati unanimi e voi da che parte state? Pollice su o pollice giù?
Passo e chiudo :)

TRILOGIA DELIRIUM:
 (cliccate sui titoli per le recensioni)
1.5 – IL VELENO SULLE LABBRA - breve spin-off
2 – CHAOS
3 - REQUIEM

4 commenti:

  1. *le stringe la mano*
    Finalmente qualcuno che la pensa come me! Mi sentivo tanto incompresa xD

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  2. E' quello che mi è piaciuto di meno della serie, ma l'ho apprezzato più di quello che speravo dopo tutte le recensioni negative che aveva ricevuto :/ Il finale però è proprio troppo aperto per i miei gusti xD

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    1. Anch'io avevo visto un numero preoccupante di recensioni negative... Per fortuna a me è piaciuto! Resto sempre male quando una trilogia nn è all' altezza delle mie aspettative :-P

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