Editore Garzanti
Pagine 448
Euro
17,60
TRAMA:
Una lettera
scritta dall'unico uomo che abbia sempre amato. Una copia di Piccole donne, il
suo libro preferito quand'era bambina. Un vaso di vetro, che riflette la luce
anche nelle buie giornate d'autunno. Le mani di Gina si soffermano con tocchi
delicati sugli oggetti che fanno capolino dagli scatoloni. Accanto a lei Buzz:
due dolci occhi marroni, una coda che sembra non voler mai stare ferma, quattro
zampe che mettono confusione e allegria ovunque. Seduta nella sua nuova casa,
Gina sente un timido sorriso affiorarle alle labbra. È il primo giorno della
sua nuova vita. Dopo il fallimento del matrimonio con Stuart, Gina ha deciso di
non voltarsi indietro e di guardare al futuro. Ha lasciato il marito, cambiato
casa e deciso di mettere in vendita o dare in beneficenza tutti gli oggetti
della sua vita precedente. Proprio così, cercando di disfarsi di una
bicicletta, un po' per fortuna un po' per caso, ha trovato Buzz. E Buzz ha
trovato lei. Un nuovo amico che, giorno dopo giorno, riesce a riempire il vuoto
che si era creato nella sua vita. Che riesce a farle capire quanto siano
preziose le piccole cose che la circondano. E quando il suo lavoro di
restauratrice le offre l'occasione che da sempre aspettava, Gina trova
finalmente il coraggio di aprire il suo cuore alla speranza e, forse, anche
all'amore. Ma se è vero che i desideri si esprimono solo a occhi chiusi, le
servirà tutto il fiuto di Buzz per orientarsi tra i mille imprevisti della sua
nuova vita.
VOTO:
RECENSIONE:
Ed eccomi
nuovamente alla fine dell’ultimo romanzo di una delle autrici che amo di più.
Anche sta volta Lucy Dillon mi ha coinvolta e appassionata
con una storia bellissima e intensa, narrata con il realismo e la profondità
che caratterizzano questa straordinaria scrittrice.
Come sempre ho
trovato una protagonista alle prese con
un percorso di rinascita: Gina Bellamy ha affrontato e superato una brutta
malattia, anche grazie all’insostituibile sostegno del marito… ma il suo matrimonio
è arrivato ora al capolinea e lei deve fare i conti con se stessa e con chi
vuole essere davvero. Tornare a costruirsi una vita che sia solo sua e
riscoprire che persona è diventata con il passare degli anni non è mai una
faccenda semplice (e io lo so bene, quindi non ho potuto non provare un’immediata
empatia con questa giovane donna)… ricominciare da capo è qualcosa che
spaventa, malgrado sia fonte di infinite possibilità.
Con la calma
tipica di Lucy Dillon, che non “corre” mai nel raccontare le sue storie,
dilatando i tempi degli eventi come succede nella vita reale, il lettore si
ritrova ad accompagnare Gina in questo percorso, partendo dal suo nuovo
appartamento da single che appare un po’ come una metafora della sua
situazione: una casa dove a dominare è il bianco e l’assenza di oggetti… un
foglio candido da riempire con quello che realmente la protagonista vuole nella
sua nuova vita. Bellissima l’idea di stilare un elenco delle 100 cose
indispensabili a cui non può rinunciare… 100 sembrano tante, ma quando hai
montagne di scatoloni di cianfrusaglie accumulate negli anni da vagliare
diventa un’impresa difficilotta!
Con curiosità
ho svuotato gli scatoloni con Gina, salvando solo il minimo indispensabile – e in
realtà maturando anche la voglia di fare una bella cernita anche dei miei
armadi e cassetti pieni di cose che effettivamente non mi servirebbero – e scoprendo
che i ricordi non sono legati a tutto ciò che teniamo per rievocarli… i ricordi
sono radicati nel nostro cuore e anche se buttiamo una maglia, uno scontrino,
un cd che ce li rammenta, quelli restano dove sono, nascosti dentro di noi nel
posto più sicuro del mondo.
Attraverso gli
oggetti che sbucano dagli scatoloni di Gina ho avuto modo di conoscere anche la
sua storia personale: non esiste un filo logico e soprattutto temporale nei
racconti del passato, si rimbalza dall’infanzia, all’adolescenza all’età adulta
prima e dopo il matrimonio senza un ordine preciso, solo la data in cima alla
pagina mi aiutava a capire in quale periodo della vita della protagonista mi
stavo per addentrare… ma un ricordo per volta il quadro è diventato completo.
Contemporaneamente
la Dillon mi ha raccontato anche la storia presente di Gina e non poteva mancare il quattro zampe di
turno che riuscirà dove gli amici umani ancora non sono arrivati: aiuterà
la ragazza a fare chiarezza nel suo cuore.
Qui vorrei
aprire una parentesi sulle tecniche di marketing che spesso tendono a trarci in
inganno per farci acquistare qualcosa… il cane della copertina italiana (meravigliosamente
tenero!!) non ha davvero nulla a che vedere con il silenzioso e timido coprotagonista
della storia, che potete conoscere meglio dalla cover originale (strano,
vero?!). Inoltre, altra nota dolente, dalla sinossi italiana (e in questo anche
l’originale non si discosta molto) viene messa subito in evidenza la presenza
del pelosetto “miracoloso” che fa da sfondo a tutti i libri di Lucy Dillon… ma
ho aspettato l’arrivo di Buzz per oltre 150 pagine!! E tanto per cambiare
vogliamo parlare del titolo? Poetico quello italiano ma quasi buttato lì solo
per richiamare l’attenzione, mentre l’originale racconta già un pezzo
fondamentale della storia: A Hundred
Pieces of Me… non pensate sia più adatto?
Comunque,
sorvolando su questi dettagli - che da buona pignola lettrice non ho potuto non
notare - Quando nascono i desideri è un romanzo favoloso, come tutti quelli
dell’autrice, uno di quelli che ti restano dentro a lungo, animati da
personaggi umani e canini caratterizzati con minuziosità e capaci di lasciare
nel cuore il segno del loro passaggio. Non sono mancati i sorrisi e nemmeno
le lacrime (non mi vergogno a confessarvi che la scena che più mi ha emozionata
e commossa vede protagonista il levriero… che ci volete fare, il mio cuore ha
la forma di una zampina XD) e con la solita gioia ho ritrovato personaggi dei
romanzi precedenti: è sempre affascinante vedere come la Dillon riesca a
collegare tutti i suoi romanzi per il solo fatto che si svolgono tutti nella
cittadina di Longhampton. A volte si tratta solo di piccoli indizi che solo chi
ha letto tutti i romanzi può notare, altre volte c’è proprio la partecipazione
attiva di personaggi già conosciuti: Rachel, proprietaria del canile e
protagonista del primo romanzo; Lorcan, impresario edile e coprotagonista del
secondo; e Rory l’avvocato già conosciuto nel terzo. La cosa migliore di tutte
però è che chi come me ha letto tutti i
romanzi ha sempre l’impressione di tornare a casa dopo una lunga assenza, ma
chi decide di iniziare a leggere da uno qualsiasi dei titoli di questa autrice
non si sentirà assolutamente fuori posto, perché ogni libro è scritto in modo
di poter essere letto senza aver prima letto gli altri.
Ero certa che
anche questa volta mi sarei ritrovata a scrivere una recensione piena di
entusiasti commenti, perché ormai quando vedo il nome della Dillon in copertina
non mi premuro nemmeno più di leggere la trama e la lettura si è rivelata bellissima
come mi aspettavo, non senza quegli immancabili spunti di riflessione che mi
accompagnano poi per giorni.
Ora vi
confesso una cosa – augurandomi di non farvi passare la voglia di leggere
questa bella storia: Quando nascono i
desideri doveva sfoggiare cinque gufi in alto e sono stata convinta di
questo fino a pagina 443 (se guardate il numero totale di pagine, vi renderete
conto che praticamente il libro era finito).
L’altra sera
sono tornata dal lavoro che era quasi l’una di notte, stanca e assonnata, ma
sapevo di avere ancora 40 pagine per finire questo romanzo, così mi sono armata
di una mega tazza di caffè bollente e mi sono rifiutata di andare a letto fino
a che non lo avessi finito (vi prego, ditemi che mi capite… non sono l’unica a
fare queste cose vero??).
Mi duole
ammettere che a una manciata di pagine dalla fine il 5° gufo ha iniziato a
tremolare e se n’è definitivamente volato via quando ho letto l’epilogo. Per la
prima volta Lucy Dillon ha deluso un pochino le mie aspettative… solo questione
di poche pagine, ma sufficienti a rivedere il voto finale.
È vero che il messaggio che voleva trasmettere è
comunque una delle mie principali filosofie di vita: la vita è adesso, qui e
ora, nel presente e va’ goduta minuto per minuto. Ma ho creduto fino in
fondo in un barlume di speranza più marcato verso il futuro, come di solito ho
trovato nei suoi titoli.
Adesso per
carità non pensate nemmeno per un attimo che il finale rovini tutta la storia…
la verità è che non c’è un finale vero e proprio, è un finale concentrato sul
momento presente che non svela i dubbi sul futuro dei protagonisti, lasciando
un po’ di amaro in bocca e di malinconia una volta girata l’ultima pagina.
La mia
maggiore speranza è che con il suo prossimo romanzo l’autrice ci farà ritrovare
Gina, Buzz e Nick (chiedo scusa non vi ho parlato del fantastico protagonista
maschile!), rivelandoci qualcosa che ora sembra ancora incerto.
Epilogo bizzarro a parte – su cui ho
alcune mie teorie, ma non vi sto tediare perché altrimenti questo post non
finisce più! – è un libro assolutamente
da leggere.
E ora come
sempre tocca a voi, ditemi la vostra!
Passo e chiudo
:)
GLI ALTRI ROMANZI DI LUCY DILLON:
Il rifugio dei cuori solitari
(QUI
recensione)
Piccoli passi di felicità (QUI
recensione)
La libreria degli amori inattesi
(QUI
recensione)
E poi c’è il primo
romanzo dell’autrice che io però non ho ancora letto:
Lezioni di danza
quest'autrice mi manca, ahimè
RispondiEliminaperò il fatto che ti piaccia tanto mi incuriosisce molto ^_^
Io adoro tutti i suoi libri... sarà che ci sono sempre dei pelosetti tenerissimi, ma non riesco proprio a non farmi prendere dall'entusiasmo quando si tratta di lei :D
EliminaIo credo che questo libro mi abbia trovato nel momento giusto...perchè avevo proprio una domanda nell'aria... un cane si o un cane no. Incredibile ma vero mi ha aiutato molto e soprattuto mi ha fatto star bene che non è poco quando si legge un libro. Ecco l'unica nota stonata è stata davvero la copertina del libro. Per tutta la durata del tempo della lettura mi sono chiesta il perchè di questa incongruenza. Che c'entra quel cane sulla copertina così diverso dal cane della storia originale???!!!
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