lunedì 6 ottobre 2014

Recensione PER DIECI MINUTI di Chiara Gamberale

Editore Feltrinelli
Pagine 187
Euro 16,00
TRAMA:
Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
VOTO:

RECENSIONE:
Ecco un libro che ha fatto molto parlare di sé, che ho sentito nominare spessissimo e che ancora poco tempo fa occupava lo scaffale del 3° posto della top ten dei più venduti nella mia libreria di fiducia.
Ergo, quando ho avuto la possibilità di appropriarmene ad un prezzo di occasione non ho potuto evitare di lasciarmi vincere dalla curiosità.
La prima cosa che mi viene in mente da dire? MENOMALE CHE L’HO ACQUISTATO A MENO DI CINQUE EURO!!!
Come potete vedere dai gufi non mi è propriamente piaciuto… anzi diciamo che l’ho finito giusto perché le pagine non erano molte: dopo dieci pagine mi era già scappata la voglia di leggerlo; dopo due capitoli volevo chiuderlo e non riaprirlo più; alla fine mi sono impuntata e ho tenuto duro fino all’ultima pagina… almeno sono riuscita a dargli due gufi, visto che fino a due terzi del libro non gliene avrei dato più di uno.
Ma vediamo di andare con ordine.
Chiara Gamberale ha creato un romanzo in parte autobiografico: le vicende si basano su una protagonista che condivide con l’autrice il nome e la professione, nonché l’esperimento che da il titolo al libro stesso. In pratica si tratta di impegnarsi a dedicare per un mese dieci minuti al giorno a fare una cosa che non si è mai fatta prima nella vita… la scelta è vasta e può andare in ogni direzione, dal cucinare al guidare, al ballare, al volare e chi più ne ha più ne metta. Lo scopo è quello di ampliare i propri orizzonti, di uscire dai propri limitati confini mentali, cercando di ritrovare – nel caso della protagonista del romanzo – la voglia di vivere che la fine del matrimonio e la perdita del lavoro hanno spento drasticamente.
In definitiva Per dieci minuti è un diario che porta testimonianza di questo bizzarro e stimolante gioco, documentando tutti i “10 minuti” di ogni giorno, le attività che li hanno riempiti e soprattutto le conseguenze e le reazioni che hanno portato alla stravagante antieroina che narra gli eventi.
L’idea che da vita a questo libro è originale e molto bella… quello che purtroppo ha presto (immediatamente!) ucciso il mio entusiasmo è lo stile in cui il romanzo è stato scritto.
Non avevo mai letto nulla della Gamberale prima d’ora – e temo che non avrò mai più il coraggio di avventurarmi in un suo scritto – quindi non so se quello usato sia il suo stile abituale, fatto sta che il risultato è una sorta di delirio psicotico e a volte sconclusionato di una persona – la Chiara narrata, non la Chiara scrittrice – insicura e instabile, che sembra non aver nessuna voglia di riemergere dal baratro in cui è precipitata.
Le riflessioni di Chiara diventano spesso ripetitive e quasi maniacali e troppe volte mi sono ritrovata a riprendere da capo una frase più volte chiedendomi: “ma che cavolo sta dicendo??”
Va da sé che la lettura non è stata né scorrevole, né coinvolgente.
È stato solo un voler vedere la fine dell’esperimento per scoprire cosa avrebbe portato. Proprio l’epilogo è stato quello che all’ultimo minuto mi ha fatto aggiungere un gufo al voto perché è riuscito a strapparmi un tiepido sorriso… tiepido perché purtroppo avevo talmente a noia la protagonista che non sono riuscita ad entusiasmarmi più di tanto per i risultati che ha raggiunto. Per fortuna vicino a lei ci sono un paio di personaggi secondari che hanno dato una sferzata di brio e intensità alla narrazione, ma purtroppo non sono stati sufficienti ad accendere il piacere di leggere.
Non sto a dirvi che non mi sento di consigliare il libro a nessuno e ancora adesso mi chiedo da dove sia derivato tutto il suo successo.
Anzi, visto che siamo giunti al vostro turno, se c’è qualcuno tra voi che l’ha letto e apprezzato, mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione in merito… magari mi farete notare qualcosa che mi è sfuggito.

Passo e chiudo :)

3 commenti:

  1. a me non è dispiaciuto, ma effettivamente più per l'originalità della storia che per lo stile: è un po' assurdo seguire come scrive XD

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    1. Ahahah... menomale che non sono l'unica ad averlo notato :P

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