lunedì 18 giugno 2012

Recensione di "La lunga notte" di Linda Castillo


Editore TimeCrime
Pagine 410
Euro 7,70
TRAMA:
Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali, il lavoro nei campi, i riti che ne sostanziano la fede, le tradizioni della confraternita cui appartengono da sempre. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Solo il  buio chiude  il sipario sui passi silenziosi dell’assassino: alle sue spalle,  un lago di sangue.
Kate Burkholder, capo della polizia della contea,  viene chiamata a dirigere le indagini. Ma non ci sono indiziati, nessuna traccia, nessun movente che indichi una pista: il colpevole sembra venuto dal nulla, come un artiglio invisibile e crudele. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore…

Quanto tempo che non mi leggevo un semplice  thriller! Ci voleva proprio… cambiare genere ogni tanto fa solo bene. In più sono rimasta proprio soddisfatta: mi è sembrato di leggere una lunga puntata di CSI e, considerato che sono una fan di tutte e tre i CSI (“scena del crimine”, Miami, New York), non potevo che esserne entusiasta.
Si parte subito con un delitto, senza preamboli, senza sapere nemmeno chi siano le vittime: un pluriomicidio brutale, che nessun genere di movente potrebbe giustificare!
Da qui partono le indagini: meticoloso esame della scena del crimine, la raccolta delle prove, le autopsie e le domande a tutti i vivi che potrebbero avere qualcosa da dire! Ogni passo rivela nuovi dettagli del delitto e nuove informazioni sulle vittime, che formano man mano un quadro più preciso… per quanto sempre più agghiacciante.
La protagonista, Kate Burkholder, ovviamente capo della polizia dirige tutte le operazioni e prende le decisioni importanti… cercando di non smarrirsi in un mistero sempre più fitto ogni pagina, mentre cerca anche di gestire il difficoltoso rapporto, non solo lavorativo, con John Tomassetti.
Oltre alle terribili verità che l’avanzare delle indagini porta a galla, ci sono anche le rivelazioni sul passato di Kate e John,  che approfondiscono anche i loro caratteri tutt’altro che semplici… anche se questa parte della narrazione avrebbe potuto secondo me occupare più spazio, credo che molti dettagli mancanti fossero presenti nel primo romanzo: le mancanze però non mi hanno reso la lettura meno interessante!
Inoltre, sparsi per tutto il libro, ci sono innumerevoli riferimenti a un serial killer detto Il Macellaio, che i nostri due eroi hanno già catturato insieme: si tratta della storia del primo romanzo che vede protagonista Kate Burkholder. Tutti questi richiami a “Costretta al silenzio” (questo il titolo) invece di sottolineare che non hai letto l’altra storia e farti sentire un intruso… fanno venire una gran curiosità di scoprire i delitti e le indagini che ti sei perso, nonché come si sono incontrati Kate e John.
Ovviamente la parte romance, come in ogni buon thriller, è solo secondaria… ma rende comunque i personaggi più umani e realistici.
Una cosa che mi è davvero piaciuta è il fatto che quando vengono raccontati situazioni ed eventi vissuti da Kate, la narrazione è in prima persona: è proprio la protagonista a narrare il tutto dal suo punto di vista, calando il lettore ancora più a fondo nella storia e facendogli provare le stesse emozioni che animano lei (emozioni spesso molto forti, visto anche l’empatia che sviluppa da subito con una delle vittime… i particolari ve li lascio scoprire da soli!)
Molto bella è anche la dettagliata rappresentazione delle convinzioni e dei modi di vivere della comunità Amish, a cui tanti anni prima apparteneva anche Kate.
Per concludere, quindi, posso dire di aver davvero apprezzato questo romanzo: non ha il ritmo incalzante di tanti altri thriller, perché spesso durante le indagini la parte riflessiva predomina sull’azione vera e propria (che invece sarà protagonista sempre più mano a mano che ci si avvicina all’epilogo), ma è riuscito a mantenere viva fin dall’inizio al mia curiosità e il desiderio di dipanare la matassa del caso, portandomi a macinare una pagina dietro l’altra senza nessuna noia!
Consigliato di sicuro J

VOTO:

Il titolo originale era sicuramente molto adatto al tipo di storia... ma per una volta devo dire che, per quanto lontanissima dall'originale, la traduzione italiana si adatta altrettanto bene, sottolineando quanto debba essere sembrata lunga la notte degli omicidi alla vittima Mary Plank (o almeno è così che l'ho interpretato io)

2 commenti: