mercoledì 13 giugno 2012

Recensione di "7 il numero maledetto" di Barnabas Miller e Jordan Orlando

7 persone, 7 sospetti, 7 segreti, 7 buoni motivi per uccidere...

Editore Newton e Compton
Pagine 320
Euro 9,90
TRAMA:
Mary Shayne desiderava che il suo diciassettesimo compleanno fosse speciale, un evento da ricordare, ma di certo non immaginava che si sarebbe svegliata nuda, nel letto di un negozio di mobili, con i postumi di una terribile e inspiegabile sbronza. E la giornata prosegue nel peggiore dei modi: a scuola nessuno le fa gli auguri, né le sue migliori amiche, Amy e Joon, né il suo ragazzo, Trick, che anzi la lascia. Con il trascorrere delle ore, Mary si convince sempre di più che qualcuno sta tramando contro di lei, e i fatti le danno ragione: prima della fine della giornata viene uccisa a sangue freddo. Ma la morte non è che linizio di una nuova odissea. Mary si ritrova intrappolata in uno strano limbo, costretta a rivivere il giorno della propria morte attraverso gli occhi delle sette persone che le erano più vicine, ognuna delle quali – scoprirà con sgomento – aveva più di una ragione per odiarla. Ma chi di loro l’ha uccisa? E perché? Per scoprirlo e cercare di cambiare il corso degli eventi, Mary dovrà fare i conti con i dolorosi misteri e gli inconfessabili segreti che si nascondono sotto la patina dorata del suo mondo perfetto.

Dopo aver arrancato attraverso il libro precedente , finalmente un libro che mi sono divorata per la curiosità di scoprire tutto quanto.
Questo libro è stata una lettura scorrevole e coinvolgente e innegabile il piacere (tipico di un romanzo autoconclusivo) di poter scoprire un epilogo che non riserva sorprese future.
Il thriller parte da subito come un groviera… pieno di buchi, che verranno riempiti pagina dopo pagina.
La protagonista, Mary, è la tipica adolescente che si vede nei film e telefilm americani… quella che proprio non riesci a mandare giù e che prenderesti a sberle: bella con la consapevolezza di esserlo, diva sempre al centro dell’attenzione, egoista, interessata solo alle pubbliche relazioni e alle feste, da cui il più delle volte rientra talmente ubriaca da non ricordare più nulla! Proprio con una di queste amnesie inizia il romanzo, quando Mary si sveglia nuda su un letto in una vetrina di un negozio di arredamento, il giorno del suo 17° compleanno: ma fin da subito è chiaro che qualcosa non torna.
Comunque malgrado la descrizione brutale che ho fatto di Mary, non riuscivo a non simpatizzare per lei (e credo che questa fosse proprio l’intenzione degli autori) perché si ha più volte l’impressione che viva prigioniera dell’immagine che ha dato agli altri di sé: il primo indizio è la frustrazione con cui sceglie i vestiti per presentarsi in pubblico e che si vergogni del posto dove abita… essere “super” può diventare un lavoro a tempo pieno da cui non si sa come licenziarsi, soprattutto a 17 anni, e Mary ne è un esempio lampante.
Molti particolari e molte scene avrebbero potuto essere approfondite certamente di più e gli autori avrebbero potuto spendere molte più parole per portare i lettori alla linea del traguardo... ma l’originalità dell’idea e il ritmo incalzante della narrazione (non sono riuscita a trovare nessun “punto morto”) che ti porta a dire continuamente “ancora una pagina, ancora una pagina” sono stati sicuramente un successo.
Quando ho letto nella trama la frase “e si trova costretta a rivivere il giorno della propria morte”, ho temuto di trovarmi tra le mani un fac-simile di “E finalmente ti dirò addio” di Lauren Oliver (genere totalmente diverso, in cui la protagonista si sveglia innumerevoli volte nel giorno della sua morte cercando di cambiarne il finale e sopravvivere)… ma mi sono presto resa conto di sbagliarmi. Mary il giorno della propria morte lo rivive una volta sola, ma diviso in tanti momenti diversi… tanti quante sono le persone in cui si ritrova a viverli (oddio… ma si capisce questa frase?!).
Il libro mette più volte in evidenza la differenza tra essere e apparire: quante volte cerchiamo di mostrarci in un modo agli altri e crediamo di esserci riusciti? Mary ha la possibilità di scoprire cosa davvero pensano di lei le persone che la circondano e tante docce ghiacciate aspettano lei e il lettore nei vari capitoli: ho trovato molto bello il percorso della protagonista che la porta a prendere coscienza di sé, guidandola a decisioni impensate per la Mary delle prime pagine.
CONSIGLIO PER CHI NON L’HA LETTO: NON leggete l’indice dei capitoli in fondo al libro prima del libro stesso (curiosità a cui non ho resistito io, quando ho capito che le 7  anime coinvolte davano ciascuna nome ad un capitolo) perché vi rovinerà parte delle sorprese!!!
L’ultima cosa che vorrei dire è la solita critica alle scelte italiane per la traduzione del titolo: 7 SOULS (letteralmente 7 anime) è stato completamente stravolto, forse perché abbiamo già un film con Willy Smith che si intitola “Sette Anime”… ma io personalmente lo trovavo molto più calzante! Per le cover invece le scelte nostrane e originali non potevano essere più diverse tra loro e devo dire che, anche se la signorina in copertina è troppo grandicella per essere la protagonista o chicchessia, nella nostra sono stati proprio i suoi colori (assenti nell’altra) ad attirarmi verso la lettura della trama e di qualche recensione prima e all’acquisto poi.
E ora dopo avervi annoiato abbastanza, credo che abbiate capito che ho molto apprezzato e consiglio di sicuro la lettura di questo romanzo J


CHI è LA PERSONA CHE ODI DI Più?
COSA LE FARESTI SE POTESSI?
IL GIORNO è ARRIVATO.

VOTO:

3 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto molto. Dopo la prima parte che ho trovato un po' lenta, sono stata rapita dalla seconda parte in poi! :D Bella recensione! ^_^

    P.S Bella la grafica del blog! ;D

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  2. Anch'io ho trovato più coinvolgente la seconda parte! Grazie per i complimenti

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  3. concondo con voi, la prima parte l'ho detestata! dopo si è risollevato anche se non mi ha convinto al 100% la "soluzione finale"! bellissima recensione cmq!

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