lunedì 19 novembre 2012

Recensione di "Il mio angelo segreto " di Federica Bosco

Editore Newton & Compton
Pagine 384
Euro 9,90
TRAMA:
Da quel terribile giorno di febbraio, quando il mare l’ha inghiottita, il tempo per Mia si è fermato. Dal sonno profondo in cui è precipitata e da cui sembra non volersi ridestare, Mia si sente però al sicuro. Il suono di una voce che lei conosce bene la avvolge e la protegge, la tiene lontana da qualsiasi sofferenza e la trasporta in una sorta di sogno, in cui può sentirsi ancora vicina a chi ama. Quella voce è più forte di tutte le altre che ha intorno e che la chiamano, cercando in ogni modo di farle aprire gli occhi. Ma lei non ha alcuna intenzione di tornare alla sua vita di un tempo. Finché, dopo quasi due mesi, Mia finalmente si risveglia. Qualcuno ha voluto che tornasse a vivere, qualcuno con cui Mia riesce ancora a parlare, e che non vuole smettere di ascoltare. Qualcuno che la ama più della sua stessa vita e che ha fatto di tutto per salvarla...

Il libro di oggi è il secondo volume della trilogia dell’angelo di Federica bosco (spoiler per chi non ha letto il primo!). Seguito di Innamorata di un angelo (qui la mia recensione) che si è meritato un raro voto massimo, come spesso accade nelle saghe e come mi aspettavo, questo secondo capitolo non è stato all’altezza del primo. È sempre un bel romanzo, ma questa volta non si è trattato di un “imperdibile”.
La protagonista è sempre Mia, la quindicenne che ha perso prematuramente il suo unico e grande amore e che, incapace di affrontare il dolore, alla fine del primo libro tenta il suicidio.
Il secondo libro riprende esattamente alla fine del primo, quindi ho trovato una Mia ricoverata in ospedale in coma in seguito al suo tentativo di annegare nel mare che le aveva strappato l’amore di Patrick. Ma dietro questo velo impenetrabile che la separa dal resto del mondo, Mia è perfettamente cosciente e sente tutto ciò che le accade intorno e tutto ciò che le persone le dicono. Inoltre si rende presto conto di non essere sola perché Patrick è con lei, tornato dall’aldilà per salvarla dal mare prima e dalla sua prigione invisibile poi. Sarà solo grazie a lui che Mia riuscirà a riemergere dal coma… peccato che per i miei gusti ci è rimasta un po’ troppo! Non che voglia criticare i tempi di recupero dopo i traumi e il dolore straziante che aveva dovuto sopportare: subito all’inizio del libro mi sono commossa a leggere della sua sofferenza e di quella altrettanto profonda e impotente di chi la circonda, in particolare di sua mamma, ma lei è rimasta in coma ad ascoltare il mondo esterno e a parlare col suo ragazzo morto per troppe pagine, tanto da rasentare la noia. Per fortuna in tutto questo periodo ho potuto ritrovare il divertente sarcasmo di Mia, che è riuscito a farmi sorridere.
Una volta uscita dal coma dovrà superare un’altra fase in cui, malgrado sveglia, non è ancora in grado di muoversi e parlare, finché ancora Patrick riuscirà a scuoterla a sufficienza per riportarla completamente alla vita. Già, perché Pat può parlare con lei quando è sveglia e incontrarla di “persona” quando lei dorme. Il problema nasce perché appena uscita dalla sua catatonia, ci metterà un po’ a rendersi conto che non può parlare con il suo “angelo custode” tranquillamente davanti alle altre persone… almeno se non vuole finire in una camera imbottita con una bella camicia di forza!
Comunque alla fine di tutta questa trafila riabilitativa che è stata come dicevo un po’ troppo lunga, finalmente interviene la nonna che la fa dimettere dall’ospedale e se la porta a Firenze.
Qui finalmente inizia la parte migliore del libro: tornare ad affrontare la vita e le decisioni per il futuro richiederà ancora tanto tempo e lavoro da parte di Mia (e di chi la circonda), ma finalmente il libro diventa più dinamico. In questa parte si ha la possibilità di conoscere approfonditamente la nonna di Mia, che nel libro precedete era stata solo una voce al telefono (terribilmente autoritaria, ma da lontano): credo sia stata il personaggio che ho adorato di più. Una donna con più attributi di un uomo, impossibile da piegare, con un carattere forte e prevaricatore, capace di far salire il sangue al cervello, ma con un grande cuore, corazzato, ma grande! Mia non ha potuto fare a meno di stimarla e amarla e io con lei (speriamo di ritrovarla anche nel prossimo capitolo della serie!).
Buona parte del romanzo si svolge a Firenze e nuovi personaggi faranno il loro ingresso, i migliori sono sicuramente Sunil (il domestico della nonna) e il maestro della scuola di ballo di Firenza (ex ballerino rumeno che riuscirà a convincere Mia a ricominciare a ballare). Ho adorato questa seconda parte del romanzo e ne succedono di tutti i colori… l’unica cosa che non sempre ho gradito sono stati i dialoghi tra Mia e Pat: c’è un momento in cui lui diventa fastidioso, infantile e immaturo contrariamente all’immagine che l’autrice ci aveva disegnato di lui, mentre in un'altra Mia fa una tragedia di gelosia per eventi del passato di lui… ecco avrei evitato entrambi gli episodi.
Dopo la parte di Firenze, inizia la terza e ultima parte del romanzo, in cui Mia torna a casa con la madre e si ritrova a dover affrontare la valanga di ricordi col rischio di distruggere tutti i progressi fatti fino a quel momento: ma senza rendersene conto, nel frattempo è diventata più forte e mai e poi mai rinuncerebbe a vivere per quanto possa essere difficile. Il momento più straziante è quando se lei se la prende con York (il suo cane) per la morte di Pat… è stato terribile!. In questa parte ritroviamo i vecchi personaggi del primo libro: la mamma, Betty, Paul, Carl e soprattutto Nina, con cui i rapporti non si sono mai riallacciati, tutti cambiati a modo loro dagli eventi accaduti.
Anche questa parte è stata bella, gli sforzi di Mia per riprendere in mano la propria vita a 360° sono fantastici ed è bello vedere quanto sia maturata rispetto al primo libro: ho adorato l’evoluzione del suo rapporto con sua mamma e il suo modo di affrontare persone e difficoltà; più si avvicinava la fine più mi ritrovavo a spronarla e a fare il tifo per lei.
Gli eventi raccontati sono innumerevoli: tutto si disfa, situazioni, rapporti personali tra i vari personaggi, prima di ricostruirsi… come accade nella vita reale niente rimane immutato nel tempo, ogni cosa e persona cambia ed evolve ed è stato piacevole scoprire che destino avesse riservato l’autrice per ogni personaggio.
Giunta alla fine di questo volume mi sono esaltata come non mai, se avessi potuto avrei abbracciato Mia fino a farle scricchiolare le ossa per l’entusiasmo che mi ha fatto provare! Niente lacrime questa volta, solo un grande sorriso e la voglia incontenibile di tuffarmi subito nell’ultimo capitolo della serie, cosa che farò già da domani.
Ho parlato poco del ruolo di Patrick che è stato una presenza costante e fondamentale per tutto il libro, ma a costo di rischiare di rovinare il romanticismo del libro un dubbio continua a frullarmi in testa: questo angelo custode onnipresente è davvero tornato dall’aldilà per guidare Mia o è solo l’unico modo che la mente di lei ha trovato per riuscire a reagire al dolore che l’aveva bloccata? Patrick e i dialoghi con lui sono reali o è solo Mia che parla con sé stessa? In entrambi i casi il romanzo è ben riuscito, ma sono l’unica ad essersi posta questa domanda?
Per concludere, lo stile della Bosco rimane immutato, sempre scorrevole, e personaggi partoriti dalla sua penna sono tutti incredibili. Purtroppo le pecche di cui ho già parlato in merito di questo secondo capitolo, gli fanno meritare solo tre gufi, ma non certo un voto negativo! Devo anche ammettere che Il mio angelo segreto mi ha dato l’impressione di essere un romanzo di transizione, quella fase di passaggio tra l’innocenza dell’infanzia e l’età adulta, una sorta di ponte tra il primo volume e l’ultimo, che sono convinta che riserverà tantissime sorprese e novità. Quindi un romanzo che non può mancare tra le letture di chi ha già imparato a volere bene a Mia… e se non la conoscete ancora vi consiglio di iniziare questa serie così originale, che veramente mi sta coinvolgendo.
E con questo dovrei aver davvero terminato, quindi passo e chiudo J

VOTO:

QUESTA RECENSIONE PARTECIPA AL 2° GIRONE DELLA HOGWARTS READING CHALLENGE DEL BLOG READING IS BELIEVING


4 commenti:

  1. Anche a me è piaciuta molto questa trilogia e devo dire che il terzo mi è piaciuto più del secondo... ^_^ a me a volte più che Pat che poverino mi ha fatto tenerezza ha dato fastidio le scenate di lei, insomma è morto di che sei gelosa?? poveraccio non solo è crepato ma c'è lo fai sentire pure in colpa... vabè la nonna è stata fortissima ahahah con i suoi drink...

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    1. In effetti al posto di Pat sarei andata a farmi un giro in paradiso XD
      Imparando a tenerle testa, mi piacerebbe un sacco avere una nonna così!

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  2. Io devo ancora iniziare questa trilogia!!!

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    1. Ho rimandato anch'io a lungo, ma adesso vorrei averla iniziata prima :)

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