giovedì 21 novembre 2013

Recensione "The Returned" di Jason Mott

Editore Harlequin Mondadori
Pagine 330
Euro 16,00
TRAMA: Per Harold e Lucille Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni si sono adattati a un’esistenza tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni.
In tutto il mondo le persone amate stanno tornando dall’aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere l’umanità intera, la famiglia Hargrave è costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano: i Redivivi sono un miracolo o un segno della fine del mondo?
VOTO:
 

INCIPIT:
Quel giorno Harold aprì la porta e si trovò davanti un uomo dalla pelle scura vestito con un abito formale. Per un attimo pensò di prendere lo schioppo, poi ricordò che Lucille glielo aveva fatto vendere anni prima, dopo una discussione avvenuta con un predicatore itinerante in merito a dei cani da caccia.
“Desidera?” chiese Harold, strizzando gli occhi. La pelle dell’uomo sembrava ancora più nera in controluce.
“Signor Hargrave?”
“Può darsi” rispose Harold.
“Chi è, Harold?” chiamò Lucille. Era in salotto, davanti al televisore. Al telegiornale, stavano parlando di Edmund Blithe, il primo dei Redivivi, e di come fosse cambiata la sua esistenza adesso che era di nuovo vivo.
“Sarà meglio, la seconda volta?” chiese il giornalista, guardando dritto nella telecamera e lasciando l’onere della risposta agli ascoltatori.
RECENSIONE:
Giusto pochi giorni fa vi avevo animatamente parlato di questo nuovo titolo che è approdato nelle librerie proprio  ieri l’altro. Se vi siete persi il relativo post, lo trovate cliccando QUI… ve lo dico perché in quell’occasione vi avevo anche recensito brevemente i tre prequel gratuiti e prima di iniziare a parlarvi del romanzo vi voglio consigliare di leggerli, ma di farlo prima del romanzo stesso… perché dopo non avranno più lo stesso impatto: i prequel preparano il lettore al ritorno dei morti dall’aldilà, mentre The Returned inizia che il fenomeno dei Redivivi è già in corso.
Vi stanno uscendo cascate di punti interrogativi dagli occhi?! Significa che non avevate ancora sentito parlare di questo libro tanto atteso da molti (me compresa).
Jason Mott – l’autore – ha immaginato un mondo normale in cui un bel giorno all’improvviso il confine tra la vita e la morte viene spezzato: le persone care ritornano dal regno dei morti, vive, in carne ed ossa, esattamente uguali a com’erano il giorno che sono morte, anche se sono passati da quell’evento magari decenni.
È questo il caso dei protagonisti della storia, Harold e Lucille, marito e moglie da una vita intera, ormai anziani, che si trovano di punto in bianco a riabbracciare il figlio morto cinquant’anni prima a otto anni. Il bimbo torna da loro proprio come se quel mezzo secolo non fosse passato, ha di nuovo otto anni e non ricorda nulla del giorno in cui è morto – e tanto meno di tutti gli anni a seguire. Il pensiero di una simile riunione può sembrare di primo acchito fonte di gioia incommensurabile, ma i due coniugi sono invecchiati e, superando momenti bui e dolorosi, hanno imparato a sopravvivere alla terribile perdita che li aveva quasi distrutti. Ma il fenomeno dei Redivivi raggiunge anche loro, mettendo sotto sopra la loro ormai pacifica esistenza. E questo accade in tutto il mondo.
Queste le premesse che danno vita al romanzo di Mott: avrebbe potuto venirne fuori un capolavoro o un disastro! Magari capolavoro è una parola un po’ grossa, ma sicuramente The Returned non è stato un disastro.
Tutta l’aspettativa che avevo per questo romanzo e l’entusiasmo con cui mi ci sono buttata non appena l’ho ricevuto – accantonando immediatamente qualsiasi altra lettura in corso avessi in giro, per dedicargli tutta la mia attenzione – hanno avuto una gran soddisfazione.
Ammetto che sto girando intorno alla recensione vera e propria perché non mi è facile parlare di questo titolo, soprattutto evitando di rivelarvi i fatti più salienti. In realtà quando con gli occhi luccicanti di curiosità ho aperto il libro, non avevo la più pallida idea di cosa aspettarmi. Quello che temevo di più era la spiegazione che Mott potesse aver dato del fenomeno dei Redivivi: la gente risorge e ritorna alla propria vita, ma la questione che mi premeva di più scoprire era perché? Come? A me, così come a tutti gli altri personaggi del libro e la soluzione che l’autore ha scelto è stata proprio quella che non mi sarei mai immaginata e credo che sia stata la migliore che potesse trovare: NON LEGGETE LE PROSSIME RIGHE SE NON VOLETE SAPERLO!!! Jason Mott si cala nei panni dei suoi personaggi, racconta la storia come se fosse uno di loro, uno spettatore ignaro di un fenomeno inspiegabile e alla fine fa proprio questo: non spiega nulla, perché nessuno sa spiegare alla gente le cause e le dinamiche del ritorno alla vita di tante persone. Ognuno è libero di fare le proprio congetture; si può decidere di vedere i Redivivi con occhio religioso, tentare una spiegazione scientifica o semplicemente credere in una magia… ma non arriverà nessuno a gridare “Eureka”. Alcuni potrebbero dire che l’autore se la sia cavata così, perché non aveva idea di cosa inventarsi, ma io trovo che renda tutto addirittura credibile e ancora più facile da immaginare. Vi dico solo che probabilmente in qualsiasi altro romanzo, la scelta dell’autore sarebbe stata fonte di critica e avrebbe rappresentato un difetto non indifferente ai miei occhi, ma in questo caso è stata perfetta.
OK, SE AVETE SALTATO LE RIGHE SOPRA, POTETE TORNARE A LEGGERE!!
The Returned, proprio come pensavo, dà adito ad un sacco di riflessioni sulla vita, sulla morte e sulle persone in generale. Non solo fa riflettere su quanto diversamente ogni persona affronti una perdita, ma anche su come ciascuno di noi reagisce diversamente di fronte all’ignoto.
Il romanzo si è sviluppato in maniera completamente differente da come mi aspettavo: inizialmente l’attenzione è concentrata sulla famiglia Hargrave e sul contrastante impatto che il ritorno del loro bambino ha avuto su Harold e Lucille. Questi due coriacei anziani sono la dimostrazione di come spesso ci si immagina di reagire di fronte ad eventi che capitano agli altri… per poi scoprire che nel momento in cui ci si trova a viverli in prima persona ci si comporta esattamente al contrario del previsto. Il piccolo Jacob sconvolgerà la loro bolla di serenità, creando anche occasioni di discussione tra i due ormai rodati coniugi… ma li condurrà anche attraverso riflessioni che non avevano fatto nei cinquant’anni trascorsi dal lutto. Sarà un percorso lungo e difficile, sia fisicamente che emotivamente, quello che i due protagonisti dovranno affrontare, ma io in ogni passo sono stata al loro fianco e mi hanno più volte emozionata e stupita.
Per ricordare al lettore che il fenomeno della Risurrezione è globale, l’autore ha inserito nella storia principale alcuni brevi capitoli, scritti in corsivo per distinguerli a prima vista, che ci offrono un veloce sguardo sul ritorno di qualcun altro, mostrando quanto difficile possa essere sia per i veri vivi, sia per i “nuovi vivi”.
Questo romanzo non è una sbrodolata sentimentale, ma un quadro fin troppo realistico di quanto un evento sconvolgente possa mettere la popolazione mondiale in ginocchio: la Chiesa ad un certo punto non è più capace di sedare gli animi tormentati dalla paura dell’ignoto e il Governo finisce con il cercare una soluzione drastica che ottiene soltanto di il peggiorare il caos che già si stava creando. È facile immaginare di riabbracciare un caro estinto… ma provate a pensare a migliaia di migliaia di persone che tornano dalla morte quanto scompiglio possano portare sul piano pratico. Senza contare che non tutti sono capaci di considerare i Redivivi come dei miracoli. Per molti appaiono come una minaccia, come un abominio, come qualcosa da eliminare e rimandare da dove è arrivato. Faticate ad immaginare un simile scenario, che in breve diventa quasi apocalittico? Ne dubito. Sappiamo tutti quanto gli esseri umani possano diventare cattivi o violenti, nel momento in cui si lasciano dominare dalla paura e dall’odio. The Returned racconta anche questo risvolto della medaglia e tutto sempre in modo estremamente realistico e credibile… in alcuni momenti mi sembrava di assistere alla cronaca di fatti reali. Jason Mott ha dato l’occasione a chi legge il suo romanzo di crogiolarsi nel conforto di una seconda possibilità, nell’immaginare di poter dire cose che si sono tralasciate fino a quando non è stato troppo tardi o di poter dimostrare sentimenti che spesso si danno per scontati fino al giorno in cui ci vengono strappati. Ma allo stesso tempo mostra anche che non tutti sono disposti a sfruttare questa opportunità, così come per alcuni è anche il modo per metabolizzare una perdita che si era portata via parte di loro. Alcuni restano ancorati al ricordo di chi se ne è andato, rischiando di vivere una vita solo a metà a causa di sensi di colpa o di sogni infranti, e poter ancora una volta confrontarsi con chi si credeva perso per sempre, potrebbe dare nuova luce ai giorni futuri.
Chi di noi non ha mai desiderato anche solo abbracciare ancora una volta una persona cara che ci è venuta a mancare? Probabilmente non tutti voi avete dovuto affrontare un lutto, ma sono certa che non sia difficile immaginare la sensazione. Se aveste la possibilità di dire un’ultima volta ti voglio bene o di dare un ultimo bacio, non pensereste che fosse la cosa più bella del mondo? Prima di leggere il libro di Jason Motto avrei risposto “Sì” senza nessuna esitazione… ma ora non sono più così sicura della mia risposta… forse il segreto sta nel cercare di dare il giusto valore al presente, prima che diventi passato.
Mi rendo conto che sto diventando logorroica – come sempre quando leggo un romanzo che mi colpisce in modo particolare – quindi vedrò di trarre una conclusione.
The Returned è un romanzo molto riflessivo e tanti lettori riusciranno a trovare una piccola parte di loro stessi nelle storie che incontreranno in questo libro. Io, proprio come prevedevo, ho pensato a molte cose mentre leggevo, ma più ancora ho rimunginato dopo essere arrivata alla fine. Come per tutto il resto del romanzo, anche l’epilogo è stato totalmente imprevisto e inaspettato, ma in quelle ultime pagine è racchiuso tutto il messaggio che l’autore sono certa volesse comunicare con la sua storia. Magari non arriverà a tutti nello stesso modo, ma a me è arrivato sia forte come un pugno, che confortante come una carezza… se leggerete The Returned, mi piacerebbe sapere l’effetto che avrà su di voi: sono convinta che le reazioni a questo libro saranno le più disparate, proprio come quelle dei personaggi stessi.
E a questo punto cosa mi resta da dirvi?
Intenso, incredibile e coinvolgente, The Returned è un romanzo come non ne avevo ancora letti; tanto originale, quanto vero simile; tanto profondo ed emozionante, quanto obiettivo e concreto.
Il mio consiglio va decisamente a tutti: leggetelo e scoprite la vostra risposta alla domanda che domina il retro del libro “E se loro, un giorno, ritornassero?”
Io l’ho trovata, ma potrei sbagliarmi proprio come i due protagonisti…
Passo e chiudo :)

15 commenti:

  1. Madonna che papiro XD Comunque ti farò sapere presto il mio pensiero, in particolar modo per il finale ^^

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  2. Ero passata solo per ringraziarti del fatto di essere passata da me....ma poi ho letto questa bellissima recensione *.* ma quanta passione ci metti? XD ho visto che mi hai scritto di di esserti unita al mio blog ma il gadget ha avuto qualche problema....quindi, sempre che ancora tu ne abbia voglia, prova a vedere se ci sei tra i membri fissi.... Scusa l'inconveniente :)

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    1. Grazie per i complimenti... Mi fai arrossire!! Cmq ho controllato e ora sono tra i tuoi follower... Sarà colpa della mia connessione
      Ballerina, non sai quante volte devo rifare le cose :-D

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  3. Cara, che dire, una recensione davvero indelebile, che rende giustizia a questo strano quanto originale romanzo.... anche io come te, ho avuto una impressione all'inizio, che poi il finale mozzafiato ha ribaltato lasciandomi davvero senza parole. Sei stata davvero perfetta!!!! Un abbraccio!!!

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    1. Sono contenta ti piaccia la recensione e di essere riuscita a far capire cosa pensavo. Un abbraccio anche a te ^^

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  4. Oddiooo, questa recensione è spettacolare *__*
    Complimenti Lo!!
    Comunque mi hai convinta al più presto leggerò questo libro!!

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    1. Wow ma quanti complimenti... È la prima volta che mi capita!! Sono emozionatissima <3

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  5. E' tra le prossime letture, non vedo l'ora!!!

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  7. Bel libro, l'ho appena letto anche io! C'è un premio per il tuo blog, vieni a vedere di cosa si tratta : http://leggerefantasy.blogspot.it/2013/11/il-mercatino-dei-libri-fantasy-vince-il.html
    Buona serata!

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  8. Ciao!! Complimenti per la recensione, si vede tanto la passione che ci metti nel farle!
    Sto seguendo la serie tv su rai due e sicuramente leggeró anche il libro.
    Qualche anno fa avevo letto "I primi tornarono a nuoto", un libro molto simile, uscito nel 2012, di un autore italiano che si chiama Giacomo Papi, e devo dire che gli interrogativi sono gli stessi...
    Se vuoi leggere qualcosa di simile te lo consiglio vivamente, sempre se non lo hai già fatto! :D
    Un bacio!

    RispondiElimina
  9. Ciao!! Complimenti per la recensione, si vede tanto la passione che ci metti nel farle!
    Sto seguendo la serie tv su rai due e sicuramente leggeró anche il libro.
    Qualche anno fa avevo letto "I primi tornarono a nuoto", un libro molto simile, uscito nel 2012, di un autore italiano che si chiama Giacomo Papi, e devo dire che gli interrogativi sono gli stessi...
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    Un bacio!

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    Un bacio!

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    Un bacio!

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    1. Non conoscevo il titolo che mi hai consigliato, ma ora mi hai fatto diventare curiosa. Me lo segno e vedo di recuperarlo. Grazie ^^

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